Scatta il conto alla rovescia per il 30 settembre. Una data che per migliaia di professionisti e piccole imprese non è una come le altre, ma rappresenta un bivio strategico. L’Agenzia delle Entrate ha definito i termini e le modalità operative per l’accesso al concordato preventivo biennale relativo ai periodi d’imposta 2025 e 2026. I contribuenti soggetti agli indicatori sintetici di affidabilità fiscale (ISA) hanno tempo sino al 30 settembre 2025 per valutare l’adesione alla proposta dell’amministrazione finanziaria. La decisione assume particolare rilevanza nella strategia fiscale aziendale, considerando i benefici collegati e le limitazioni introdotte dal decreto correttivo n. 81/2025. Il meccanismo operativo si basa sulla preventiva elaborazione, da parte dell’Agenzia, di una proposta di reddito concordato calcolata sui dati dichiarati dal contribuente nel 2024, integrata con parametri macroeconomici e di settore. L’accettazione comporta la cristallizzazione delle basi imponibili per il biennio, con conseguenti effetti sulla determinazione delle imposte dirette e dell’IRAP
🕒 Cosa sapere in un minuto
- Il Concordato Preventivo Biennale va valutato entro il 30 settembre 2025 e propone un patto con il Fisco per redditi 2025-2026, dedicato a soggetti ISA
- L’adesione blocca il reddito imponibile per 2 anni, riducendo il rischio di accertamenti presuntivi.
- Il reddito proposto dall’Agenzia delle Entrate viene calcolato con un algoritmo su dati storici, fatturazione e IVA; si aderisce tramite il modello Redditi (quadro CPB).
- I soggetti più affidabili (ISA almeno 8/10) hanno proposte premiali, con incrementi fissi sul reddito precedente.
- È possibile revocare l’adesione entro il 30 settembre 2025, usando il codice specifico sul modello Redditi.
Concordato preventivo biennale: scadenza 30 settembre per adesioni ed opzioni
L’Agenzia delle Entrate ha definito i termini e le modalità operative per l’accesso al concordato preventivo biennale relativo ai periodi d’imposta 2025 e 2026. I contribuenti soggetti agli indicatori sintetici di affidabilità fiscale (ISA) hanno tempo sino al 30 settembre 2025 per valutare l’adesione alla proposta dell’amministrazione finanziaria. La decisione assume particolare rilevanza nella strategia fiscale aziendale, considerando i benefici collegati e le limitazioni introdotte dal decreto correttivo n. 81/2025.
Il meccanismo operativo si basa sulla preventiva elaborazione, da parte dell’Agenzia, di una proposta di reddito concordato calcolata sui dati dichiarati dal contribuente nel 2024, integrata con parametri macroeconomici e di settore. L’accettazione comporta la cristallizzazione delle basi imponibili per il biennio, con conseguenti effetti sulla determinazione delle imposte dirette e dell’IRAP.
Requisiti soggettivi e ambito applicativo
L’accesso al concordato preventivo biennale rimane riservato ai soggetti che nel periodo d’imposta 2024 hanno esercitato, in via prevalente, attività economiche rientranti nei settori dell’agricoltura, manifattura, servizi, attività professionali e commercio per i quali risultano approvati gli ISA. Il decreto correttivo n. 81/2025 ha escluso definitivamente i contribuenti in regime forfettario dalla possibilità di aderire, modificando in senso restrittivo la precedente disciplina.
È opportuno notare che possono aderire esclusivamente i contribuenti che non hanno sottoscritto il primo concordato per il biennio 2024-2025. L’impossibilità di adesioni sovrapposte costituisce elemento di particolare rilevanza nella pianificazione fiscale pluriennale.
Le società trasparenti e le associazioni professionali devono rispettare condizioni specifiche. La giurisprudenza amministrativa ha talvolta interpretato in senso restrittivo i requisiti di partecipazione, richiedendo la verifica puntuale delle condizioni di accesso. Un aspetto spesso trascurato riguarda l’obbligo di estinguere i debiti tributari superiori a 5.000 euro, comprensivi di interessi e sanzioni, relativi ai tributi gestiti dall’Agenzia delle Entrate.
Modalità operative per adesione e revoca
La trasmissione dell’adesione può avvenire secondo due modalità distinte, ciascuna con specifiche caratteristiche procedurali. La modalità congiunta prevede l’invio contestuale del modello CPB 2025/2026 insieme alla dichiarazione dei redditi e ai modelli ISA, entro il termine del 30 settembre. Questa opzione richiede l’anticipazione dei tempi di presentazione dichiarativa rispetto alla scadenza ordinaria del 31 ottobre.
La modalità autonoma consente invece l’invio del solo frontespizio del modello Redditi 2025, compilando la casella “Comunicazione CPB” con il codice “1 – Adesione”. Questa comunicazione ha natura non dichiarativa e serve esclusivamente per manifestare l’adesione alla proposta. I modelli dichiarativi completi dovranno essere successivamente trasmessi entro il 31 ottobre, verificando la coerenza con i dati utilizzati per la proposta CPB.
La revoca dell’adesione precedentemente manifestata deve avvenire entro gli stessi termini, utilizzando esclusivamente la modalità autonoma. Nel frontespizio del modello Redditi 2025 occorre compilare la casella “Comunicazione CPB” con il codice “2 – Revoca”. La circolare n. 9/E del 2025 ha chiarito che non vanno compilate le informazioni di dettaglio del quadro P del modello CPB.
Imposta sostitutiva e regime agevolato
Il concordato preventivo biennale mantiene la possibilità di applicare un’imposta sostitutiva sul maggior reddito emergente dalla proposta rispetto a quello dichiarato nell’anno precedente. Tuttavia, il decreto correttivo ha introdotto limitazioni significative per contenere gli aumenti eccessivi del reddito proposto.
Per il 2025, l’imposta sostitutiva è determinata con un’aliquota del 10% per i redditi fino a 8.000 euro, del 12% per la fascia da 8.001 a 15.000 euro e del 15% oltre i 15.000 euro. Il sistema scala progressivamente al 2026, dove l’aliquota massima sale al 24% per gli importi eccedenti i 24.000 euro.
È necessario precisare che l’imposta sostitutiva si applica esclusivamente al maggior reddito rispetto a quello dichiarato per il 2024, non sulla totalità del reddito concordato. La proposta per il 2025 risulta contenuta al 50% rispetto a quella del 2026, favorendo un avvicinamento progressivo ai valori di settore.
Cause di esclusione e cessazione del concordato
La disciplina del concordato preventivo biennale prevede specifiche ipotesi di esclusione e cessazione che possono compromettere l’efficacia dell’accordo. Le cause di esclusione operano ex ante, impedendo l’accesso al regime, mentre le cause di cessazione determinano l’interruzione degli effetti durante la vigenza del concordato.
Tra le novità introdotte dal decreto correttivo assume particolare rilievo la causa di esclusione reciproca tra professionista e società/associazione professionale. Se un professionista partecipante a una società tra professionisti o associazione non aderisce al concordato, la società decade automaticamente dal CPB. Viceversa, se è la società a non aderire, decade il concordato del singolo professionista. Questa disposizione opera esclusivamente per le adesioni effettuate dopo il 13 giugno 2025.
Il conferimento d’azienda o ramo d’azienda costituisce causa di esclusione se avvenuto nel primo anno di adesione prima della sottoscrizione, e causa di cessazione se intervenuto in costanza di concordato. Il decreto correttivo ha chiarito che per “operazioni di conferimento” si intendono esclusivamente quelle aventi ad oggetto aziende o rami d’azienda, escludendo conferimenti di quote, crediti o denaro.
Una delle criticità ricorrenti nella prassi applicativa riguarda la riduzione superiore al 30% delle basi imponibili effettive rispetto a quelle concordate a causa di eventi straordinari. Tale circostanza determina la cessazione automatica del concordato, con conseguente ripristino del regime ordinario di determinazione del reddito.
Gestione degli avvisi bonari e adempimenti
La circolare n. 9/E del 2025 ha fornito importanti chiarimenti sulla gestione degli avvisi bonari in costanza di concordato. La ricezione di un avviso derivante dalla liquidazione automatica ex articolo 36-bis del DPR n. 600/1973 non comporta automaticamente la decadenza dal CPB, purché il pagamento avvenga entro 60 giorni dalla notifica.
È fondamentale evidenziare che non è ammessa la rateizzazione delle somme richieste dall’avviso bonario. Il mancato pagamento entro il termine di 60 giorni determina la decadenza dal concordato preventivo biennale, con conseguente perdita di tutti i benefici collegati all’istituto.
La gestione degli acconti in regime di concordato segue criteri specifici determinati sulla base del reddito concordato. Nella pratica professionale si osserva spesso la necessità di rimodulare gli acconti per evitare maggiorazioni eccessive rispetto al reddito effettivamente conseguito.
Software e strumenti operativi
L’Agenzia delle Entrate ha reso disponibile il software “Il tuo ISA 2025 CPB” nella versione 1.0.1, che consente il calcolo della proposta e la trasmissione telematica dell’adesione. Il software integra il calcolo degli indici sintetici di affidabilità fiscale con la formulazione della proposta di concordato, utilizzando i dati dichiarati dal contribuente per il 2024.
Il processo di calcolo risulta trasparente, basandosi sui dati dichiarati e sui parametri definiti dal DM MEF 28 aprile 2025. L’amministrazione utilizza anche informazioni acquisite dalle banche dati nella propria disponibilità e di altri soggetti pubblici per elaborare proposte coerenti con la situazione economica del contribuente.
La digitalizzazione del dialogo tra Fisco e contribuente rappresenta uno degli aspetti più significativi dell’evoluzione dell’istituto, nell’ottica di semplificare gli adempimenti fiscali e migliorare la compliance spontanea.
Prospettive applicative e considerazioni strategiche
Il concordato preventivo biennale per il periodo 2025-2026 si presenta come strumento di pianificazione fiscale che richiede una valutazione accurata dei benefici rispetto agli obblighi assunti. L’eliminazione dei contribuenti forfettari dal perimetro applicativo riduce significativamente il bacino dei potenziali aderenti, concentrando l’istituto sui soggetti ISA effettivi.
L’introduzione di soglie progressive per l’imposta sostitutiva e i limiti agli aumenti del reddito proposto evidenziano l’intento del legislatore di contenere fenomeni di adesione meramente opportunistica. La previsione di proposte differenziate tra 2025 e 2026, con incrementi graduali, favorisce un approccio di progressivo allineamento ai valori di settore.
La scadenza del 30 settembre assume carattere strutturale, non limitandosi alla campagna dichiarativa in corso. I contribuenti devono valutare attentamente l’opportunità dell’adesione considerando la propria situazione economica, i benefici collegati e le limitazioni imposte dalla disciplina.
Nel complesso, l’istituto mantiene la propria finalità di favorire l’adempimento spontaneo, offrendo certezza nelle relazioni con l’amministrazione finanziaria attraverso la predeterminazione delle basi imponibili per il biennio. La scelta di aderire richiede una valutazione complessiva che tenga conto degli effetti fiscali, delle implicazioni gestionali e delle prospettive economiche dell’attività svolta.