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Ravvedimento speciale bis 2019-2023 per chi aderisce al concordato preventivo biennale

21 Luglio, 2025

Il quadro normativo tributario del 2025 si arricchisce di una nuova possibilità di regolarizzazione fiscale: il Ravvedimento speciale bis. L’emendamento al Decreto Legge 84/2025, approvato dalla Commissione Finanze della Camera il 17 luglio 2025, riapre le porte del ravvedimento speciale per i contribuenti che scelgono di aderire al concordato preventivo biennale 2025-2026. La misura ricalca lo schema già sperimentato nell’anno precedente, quando circa 190.000 partite IVA hanno utilizzato questo strumento per sanare irregolarità pregresse. Tuttavia, rispetto alla formulazione originaria, la normativa introduce modifiche significative che ridefiniscono l’ambito di applicazione.

La struttura del ravvedimento speciale bis

Il meccanismo di sanatoria fiscale previsto dall’emendamento Osnato ripropone, nella sostanza, la struttura già collaudata. I professionisti e gli imprenditori che applicano gli Indici Sintetici di Affidabilità possono regolarizzare omissioni dichiarative relative agli anni d’imposta dal 2019 al 2023, versando un’imposta sostitutiva calcolata su base forfettaria.

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L’elemento cardine del sistema rimane il punteggio di affidabilità fiscale conseguito dal contribuente. La base imponibile dell’imposta sostitutiva si determina considerando la differenza tra il reddito effettivamente dichiarato in ciascuna annualità e quello stesso reddito incrementato secondo percentuali variabili. Nella prassi applicativa, il sistema prevede incrementi che oscillano dal 5% per i soggetti con massima affidabilità (punteggio ISA pari a 10) fino al 50% per coloro che presentano punteggi inferiori a 3.

Le aliquote dell’imposta sostitutiva mantengono carattere agevolato: si applicano percentuali del 10%, 12% o 15% a seconda del livello di affidabilità conseguito, mentre per l’IRAP l’aliquota unica è fissata al 3,9%. Gli anni 2020 e 2021 beneficiano di una riduzione del 30% delle aliquote ordinarie, in considerazione dell’impatto della pandemia da Covid-19.

Soggetti esclusi dall’applicazione degli ISA

La normativa estende il beneficio anche ai contribuenti non soggetti all’applicazione degli ISA, purché abbiano dichiarato specifiche cause di esclusione negli anni dal 2019 al 2023. Rientrano in questa categoria i soggetti che hanno indicato:

  • Cause di esclusione correlate alla diffusione della pandemia da COVID-19
  • Condizioni di non normale svolgimento dell’attività
  • Esclusioni per l’esercizio di più attività di impresa non riconducibili al medesimo ISA, quando i ricavi delle attività secondarie superano il 30% del totale

Per questi contribuenti si applicano criteri semplificati: base imponibile incrementata del 25% e aliquota del 12,5% per le imposte sui redditi, 3,9% per l’IRAP.

Modalità di versamento e scadenze operative

Il versamento dell’imposta sostitutiva non è immediato. La prima scadenza viene fissata al 31 marzo 2026, con possibilità di optare per il pagamento in un’unica soluzione o di dilazionare in un massimo di 24 rate. Questa tempistica consente ai contribuenti di pianificare adeguatamente l’impatto finanziario della regolarizzazione.

Tra i vantaggi più significativi figura lo “scudo fiscale” che protegge dalle verifiche dell’Agenzia delle Entrate sui redditi d’impresa o di lavoro autonomo relativi alle annualità oggetto di sanatoria. Tuttavia, questa protezione viene meno in specifiche circostanze: decadenza dal concordato preventivo biennale, mancato versamento delle rate dovute. In tali casi, i termini di decadenza per l’accertamento si prorogano fino al 31 dicembre 2028.

Limitazioni per gli aderenti al CPB 2024-2025

Una modifica rilevante introdotta dalla riformulazione dell’emendamento riguarda i contribuenti che hanno già aderito al concordato preventivo per il biennio 2024-2025. Contrariamente alla proposta originaria, questi soggetti non possono applicare il ravvedimento speciale all’annualità 2023. L’esclusione rappresenta un significativo restringimento del campo di applicazione, che aveva inizialmente contemplato anche questa categoria di contribuenti.

La scelta normativa sembra orientata a incentivare le nuove adesioni al concordato preventivo biennale piuttosto che premiare retroattivamente chi ha già beneficiato dello strumento. Si consideri che le 190.000 partite IVA che hanno utilizzato la sanatoria nell’anno precedente erano state escluse dalla versione finale dell’emendamento, dopo i pareri del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Prospettive di conversione in legge

Il percorso normativo del Decreto Legge 84/2025 deve ancora completarsi con il passaggio in Aula, prima alla Camera e successivamente al Senato. La scadenza per la conversione in legge è fissata al 16 agosto 2026, termine che lascia ampio margine per eventuali modifiche o integrazioni al testo.

L’articolazione temporale del provvedimento testimonia come il legislatore stia calibrando gli strumenti di compliance fiscale, bilanciando l’esigenza di ampliare la base imponibile con quella di non penalizzare eccessivamente chi ha già dimostrato collaborazione con l’Amministrazione finanziaria.

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