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Detassazione tredicesima: la proposta di Tajani per la manovra 2026

10 Settembre, 2025

Il vicepremier Antonio Tajani rilancia l’ipotesi di esentare fiscalmente la tredicesima mensilità nella prossima manovra economica. Una strategia che punta a incrementare il potere d’acquisto delle famiglie senza ricorrere a strumenti assistenziali come reddito di cittadinanza o salario minimo. L’approccio del leader di Forza Italia si concentra invece su alleggerimenti fiscali mirati alle componenti variabili della retribuzione. La proposta arriva in un momento delicato per l’economia italiana – e rappresenta, se si vuole, un ritorno alle origini del centrodestra in materia di politica fiscale. Ma stavolta con una visione più articolata che non si limita alla sola tredicesima.

🕒 Cosa sapere in un minuto

  • Proposta Tajani: detassazione della tredicesima mensilità nella manovra 2026 per incrementare il potere d’acquisto dei lavoratori.
  • Estensione possibile a straordinari, festivi e premi di produttività, non solo la tredicesima.
  • Obiettivo: alleggerimento fiscale mirato e sostegno alla competitività delle imprese.
  • Precedenti: nel 2023 si era ipotizzata una simile misura, poi arenata; introdotto un “bonus Natale” una tantum per fasce deboli.
  • Pacchetto aggiuntivo: rafforzamento Ires premiale (incentivi per assunzioni e reinvestimenti) e riduzione Irpef dal 35% al 33% fino a 60.000 euro.

Esenzione fiscale per compensi straordinari e festivi

La detassazione della tredicesima costituisce il fulcro dell’iniziativa, ma Tajani non si ferma qui. Il vicepremier ha illustrato come la stessa filosofia debba estendersi ai compensi per lavoro straordinario, alle prestazioni nei giorni festivi e ai premi legati alla produttività aziendale.

Nella prassi corrente questi emolumenti vengono sottoposti alle aliquote Irpef ordinarie, oppure – nel caso dei premi di produzione – a regimi agevolati caratterizzati però da soglie limitate sia negli importi che nelle platee di beneficiari. Il ragionamento di Tajani parte da una considerazione empirica: chi lavora di più deve trattenere di più di quanto guadagna.

L’obiettivo dichiarato va oltre il semplice sostegno al reddito. Si tratta di aumentare la competitività delle aziende che necessitano di flessibilità operativa, specialmente quelle che operano con turni continui o picchi stagionali di attività.

I precedenti normativi e il bonus natalizio

L’idea non nasce dal nulla. Nel 2023 il viceministro all’Economia Maurizio Leo aveva già ventilato la possibilità di una tassazione ridotta sulla tredicesima mensilità. All’epoca però le preoccupazioni relative all’impatto sui conti pubblici avevano fatto arenare il progetto.

Il governo ha comunque sperimentato forme alternative di sostegno. Lo scorso anno è stato introdotto il cosiddetto “bonus Natale” – un contributo una tantum di 100 euro destinato ai lavoratori dipendenti con figli a carico e redditi annui inferiori a 28.000 euro. Una misura circoscritta che ha rappresentato più un segnale politico che un intervento strutturale.

Ires premiale e riduzione dell’Irpef

Il pacchetto immaginato da Tajani non si esaurisce nella detassazione della tredicesima. Il vicepremier ha posto l’accento sulla necessità di potenziare l’Ires premiale, strumento sperimentale introdotto per il 2025 che prevede vantaggi fiscali per le imprese che assumono personale e reinvestono gli utili.

Come spesso accade nella dinamica politica italiana, l’efficacia di questi meccanismi dipende dalla loro capacità di generare effetti moltiplicatori sull’economia reale. Tajani considera l’Ires premiale un volano potenziale per investimenti e occupazione, ma occorre valutarne i risultati concreti prima di eventuali estensioni.

La proposta include anche una modifica all’Irpef: riduzione dell’aliquota dal 35% al 33% per i redditi fino a 60.000 euro annui. Una misura che mira direttamente al ceto medio, tradizionalmente penalizzato dal cuneo fiscale italiano.

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