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Decreto Omnibus 2025

Concordato preventivo biennale: correzioni e revoche dopo l’invio della dichiarazione

3 Settembre, 2025

Il concordato preventivo biennale per i periodi d’imposta 2025-2026 presenta procedure specifiche per gestire eventuali ripensamenti o errori successivi alla trasmissione della dichiarazione dei redditi. La finestra temporale del 30 settembre 2025 rappresenta uno spartiacque fondamentale per qualsiasi intervento correttivo.

🕒 Cosa sapere in un minuto

  • Correzioni e revoche: Il concordato preventivo biennale (CPB) può essere corretto o revocato solo entro il 30 settembre 2025.
  • Correttiva nei termini: Puoi correggere l’adesione o aderire al CPB dopo la trasmissione inviando una dichiarazione correttiva, che sostituisce integralmente l’originaria senza problemi per la compensazione dei crediti.
  • Revoca: La revoca richiede una comunicazione telematica autonoma con codice “2 – Revoca” e trasmissione separata dei modelli Redditi e ISA senza quadro CPB entro il 31 ottobre 2025.
  • Nessuna adesione tardiva: Dopo il 30/09/2025, non è più possibile né aderire né correggere/revocare il CPB. Non sono ammessi effetti dalla remissione in bonis o dichiarazioni nei 90 giorni post scadenza.
  • Rigorosità dei termini: Le scadenze sono tassative. La certezza temporale è richiesta dalla disciplina e non ci sono deroghe.

Dichiarazione correttiva nei termini: la strada per sanare gli errori

Quando un professionista o un’impresa si accorge di aver commesso un errore nella gestione dell’opzione per il concordato preventivo biennale correzione, la normativa offre una via d’uscita attraverso la dichiarazione correttiva nei termini. Questa possibilità si concretizza fino al 30 settembre 2025.

Il meccanismo funziona in modo piuttosto lineare: chi ha trasmesso il modello Redditi senza aderire al CPB può successivamente cambiare idea. Basta inviare una correttiva barrando l’apposita casella e allegando tutti i documenti necessari – il modello CPB con l’accettazione, il modello ISA e i quadri richiesti.

Nella prassi, questo strumento evita quei disallineamenti che spesso si creano tra dati trasmessi e proposta effettivamente accettata. La correttiva sostituisce per intero la dichiarazione originaria. E qui c’è un aspetto che molti trascurano: non si creano problemi per la compensazione di crediti già utilizzati.

Procedure per la revoca: quando si cambia idea

La revoca dell’adesione al concordato presenta invece criticità più articolate. Non è sufficiente trasmettere nuovamente il modello Redditi, come talvolta si sente dire negli studi professionali.

Occorre invece un invio autonomo della comunicazione telematica, sempre accompagnato dal frontespizio del modello Redditi. Il codice da utilizzare è specifico: “2 – Revoca” nella casella “Comunicazione CPB”. I dati richiesti comprendono codice ISA, codice attività e tipologia di reddito.

Questo invio vale esclusivamente come comunicazione della revoca. La dichiarazione Redditi e ISA andranno poi trasmesse separatamente senza il quadro CPB, rispettando le scadenze ordinarie del 31 ottobre 2025.

Chiarimenti dell’Agenzia: l’interpello 908-62/2025

L’Agenzia delle Entrate, con l’interpello 908-62/2025 della Direzione Regionale Friuli-Venezia Giulia, ha fatto chiarezza su un aspetto controverso. È possibile presentare una dichiarazione correttiva nei termini per rettificare dati e confermare correttamente l’adesione al CPB, anche quando si sono commessi errori iniziali.

Una volta presentata la dichiarazione nei termini previsti, l’adesione diventa definitiva. La finestra temporale per correggere errori o revocare l’adesione si chiude tassativamente il 30 settembre 2025. Chi presenta tempestivamente la dichiarazione correttiva nei termini può ancora intervenire entro questa data.

Come spesso accade nella giurisprudenza di prassi, l’orientamento dell’Agenzia conferma la praticabilità dello strumento correttivo ordinario anche per le scelte di carattere dispositivo.

Casistica pratica: esempi operativi

La società di capitali che, dopo l’invio della dichiarazione, decide di aderire al CPB ha una strada ben definita. Deve trasmettere entro il 30 settembre 2025 una dichiarazione “correttiva nei termini”, allegando il Modello CPB con accettazione, modello ISA e tutti i quadri necessari. La correttiva si sostituisce all’originaria senza incidere sulla compensazione del credito già utilizzato.

Il lavoratore autonomo che aderisce e poi cambia idea deve seguire un iter diverso. Occorre inviare tempestivamente la comunicazione di revoca telematica, compilando il frontespizio e indicando il codice “2 – Revoca” in “Comunicazione CPB”, insieme ai dati richiesti. Si effettua così la revoca dell’adesione, poi si invia il modello Redditi senza il quadro CPB entro il 31 ottobre 2025.

Correzione di errori: quando l’adesione resta valida

Una SNC che aderisce al CPB ma rileva un errore sulla base imponibile può ancora intervenire. Va inviata una dichiarazione “correttiva nei termini” entro il 30 settembre 2025, rettificando l’errore e rinnovando l’adesione al CPB. L’adesione corretta è definitiva; si sanano errori nei dati economici purché l’invio sia tempestivo.

Nell’esperienza applicativa si osserva come questi meccanismi correttivi rappresentino una valvola di sicurezza importante. Il contribuente può rimediare a sviste o ripensamenti senza compromettere definitivamente la propria posizione fiscale.

Aspetti procedurali e scadenze decisive

Il 30 settembre 2025 rappresenta una data cruciale che condiziona ogni possibilità di intervento. Dopo questa scadenza, qualsiasi tentativo di correzione o revoca risulta inefficace secondo quanto stabilito dalla normativa vigente.

È opportuno notare come la disciplina del concordato preventivo non consenta adesioni tardive, secondo l’articolo 35, comma 1, del D.Lgs. 13/2024. La cosiddetta “remissione in bonis” ex articolo 2, D.L. 16/2012 non si applica. Anche le dichiarazioni presentate entro i 90 giorni dalla scadenza ordinaria non hanno alcun effetto per l’opzione CPB.

La rigidità di queste scadenze riflette la natura particolare del concordato preventivo biennale, che richiede certezza dei rapporti tra Fisco e contribuente per tutto il biennio di riferimento. Chi si trova in situazioni di incertezza deve valutare attentamente i tempi a disposizione per eventuali interventi correttivi.

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