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Controlli sui dati dichiarati nel concordato preventivo biennale

20 Settembre, 2025

Si avvicina la scadenza del 30 settembre 2025 per l’adesione al concordato preventivo biennale per il periodo 2025-2026. Chi intende accedere a questo strumento deve ora eseguire una verifica accurata dei propri dati dichiarativi per evitare future decadenze. L’operazione richiede controlli specifici sui ricavi, sui costi e sulla corretta comunicazione dei valori nel modello Cp, oltre alla verifica dei dati ISA.

🕒 Cosa sapere in un minuto

  • Scadenza 30 settembre 2025: verifica subito i dati dichiarativi per non decadere dal patto fiscale sul biennio 2025-2026.
  • Soglia rischio: 30% – Attività non dichiarate o costi indeducibili oltre il 30% dei ricavi fanno decadere il concordato.
  • Controlli multipli: attenzione a ricavi, costi, valori modello Cp e dati ISA (compresi quelli indiretti).
  • Corrispondenza perfetta tra dichiarazione dei redditi e modello di adesione: attenzione alle compilazioni disgiunte.
  • Nessuna rateizzazione: omesso pagamento controlli automatizzati = uscita dal concordato se non saldi entro 60 giorni.
  • Gestione rischio: controlla costi di dubbia deducibilità e rendi coerenti tutti i dati trasmessi.

Rischi di decadenza dal patto fiscale

Il sistema normativo del concordato preventivo biennale, disciplinato dal decreto legislativo 13/2024, prevede meccanismi di controllo particolarmente severi. Quando l’Amministrazione finanziaria rileva attività non dichiarate o costi indeducibili superiori al 30% dei ricavi dichiarati, l’accordo decade automaticamente.

In questi casi si applica il principio del “maggior danno”: il contribuente deve versare le imposte più elevate tra quelle concordate e quelle effettivamente dovute. Lo stesso meccanismo scatta anche per discrepanze significative tra i dati della dichiarazione dei redditi e quelli comunicati nel modello di adesione.

La soglia del 30% rappresenta dunque una linea di demarcazione fondamentale. Superata questa percentuale – sia per attività occultate che per costi impropriamente dedotti – il patto salta con tutte le conseguenze del caso.

Verifica preliminare della dichiarazione 2025

Chi valuta l’adesione al concordato per il biennio 2025-2026 dovrebbe sottoporre a controllo approfondito la propria dichiarazione 2025 (anno d’imposta 2024). Secondo quanto previsto dall’articolo 22 del decreto legislativo 13/2024, eventuali accertamenti sui periodi oggetto di concordato o su quello precedente possono far decadere l’intero accordo.

La casistica più comune riguarda costi la cui inerenza non è cristallina. In questi casi, nella prassi professionale si osserva spesso un approccio prudenziale: meglio rinunciare alla deduzione di spese dubbie piuttosto che rischiare la decadenza dal concordato.

Questo comportamento, seppur comprensibile, va valutato con attenzione. La scelta di escludere preventivamente costi deducibili può comportare un onere fiscale superiore al beneficio derivante dall’adesione al concordato stesso.

Coincidenza tra dichiarazione e modello di adesione

L’articolo 22 del decreto legislativo 13/2024 stabilisce che il mantenimento del concordato preventivo biennale dipende dalla perfetta corrispondenza tra i dati dichiarati e quelli comunicati per la proposta. Questa condizione assume rilevanza particolare nelle procedure di adesione.

Quando si opta per la modalità congiunta (adesione insieme alla dichiarazione), i controlli automatici dei software riducono significativamente il rischio di errori. Diversa è la situazione per chi sceglie la comunicazione disgiunta: la trasmissione di due modelli separati aumenta le probabilità di discrepanze.

L’Agenzia delle Entrate ha previsto un “salvagente fiscale” con la circolare 18/E/2024. Secondo questo chiarimento, le discrepanze assumono rilevanza solo quando determinano un minor reddito superiore al 30% rispetto a quello concordato. È una tutela importante, ma che non elimina la necessità di massima accuratezza nella compilazione.

Controlli sui dati ISA

Un aspetto spesso trascurato riguarda la corretta comunicazione dei dati rilevanti per il calcolo ISA. La comunicazione inesatta o incompleta di questi elementi può determinare la decadenza dal concordato quando genera un minor reddito superiore al 30%.

La verifica deve interessare tutti i parametri utilizzati per il calcolo degli indici: ricavi, costi del personale, beni strumentali, locazioni e ogni altro dato che concorre alla determinazione della posizione ISA del contribuente. È opportuno notare che errori apparentemente marginali possono avere effetti significativi sul risultato finale.

La giurisprudenza ha talvolta interpretato in senso restrittivo la nozione di “dati rilevanti”, includendovi non solo i valori direttamente utilizzati nel calcolo ISA, ma anche quelli che indirettamente influenzano la determinazione del punteggio di affidabilità.

Controlli automatizzati e termini di pagamento

Il decreto legislativo 81/2025 ha modificato le regole relative ai controlli automatizzati. L’omesso versamento delle somme dovute a seguito di controllo ex articolo 36-bis del DPR 600/73 determina decadenza dal concordato preventivo biennale solo se il pagamento non avviene entro 60 giorni dalla comunicazione.

Questa modifica ha eliminato la possibilità di rateizzazione per chi vuole mantenere i benefici del concordato. Il contribuente deve provvedere al pagamento integrale entro il termine di sessanta giorni, senza poter ricorrere alle dilazioni previste dall’articolo 3-bis del decreto legislativo 462/1997.

Si tratta di una disposizione che richiede particolare attenzione nella gestione della liquidità aziendale. Chi aderisce al concordato deve considerare la possibilità di dover fronteggiare pagamenti immediati in caso di controlli automatizzati.

Strategie di gestione del rischio

Nell’esperienza applicativa emerge la necessità di un approccio sistematico alla gestione dei rischi legati al concordato preventivo biennale. La prima fase consiste nell’analisi approfondita della dichiarazione in corso di presentazione, con particolare attenzione ai costi di dubbia deducibilità.

La seconda fase riguarda la verifica della coerenza tra tutti i documenti da trasmettere. È fondamentale che i dati della dichiarazione dei redditi, del modello ISA e dell’eventuale comunicazione di adesione siano perfettamente allineati.

Come spesso accade nella pratica professionale, si osserva che gli errori più frequenti derivano dalla fretta o dalla sottovalutazione dell’importanza di questi controlli preliminari. Una verifica accurata in fase di predisposizione può evitare problematiche molto più costose in futuro.

Le criticità ricorrenti riguardano principalmente la classificazione di alcuni costi, la corretta valorizzazione di beni strumentali e la precisa determinazione dei ricavi. Per ciascuna di queste voci occorre una valutazione specifica che tenga conto sia della normativa tributaria che delle peculiarità dell’attività svolta.

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