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Sequestro societario e compensazioni F24: quando le società bloccano i crediti tributari

4 Luglio, 2025

Le procedure di sequestro societario rappresentano un terreno complesso dove convergono diritto tributario e penale, con effetti dirompenti sulla possibilità di utilizzare crediti fiscali per compensazioni. Una recente interpretazione dell’Agenzia delle Entrate ha chiarito come il sequestro di un’azienda comporti l’automatica sospensione delle compensazioni tributarie, indipendentemente dal merito delle contestazioni sottostanti.

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Il quadro normativo di riferimento

La disciplina del sequestro societario e delle sue implicazioni tributarie trova fondamento nell’articolo 321 del Codice di procedura penale, che disciplina il sequestro preventivo come misura cautelare reale. Tuttavia, l’intreccio con la normativa tributaria – in particolare con il D.Lgs. n. 159/2011 e le disposizioni del D.P.R. n. 602/1973 – genera una serie di effetti collaterali che coinvolgono direttamente la gestione dei crediti fiscali.

L’art. 50 del Codice Antimafia stabilisce che durante il sequestro preventivo, l’amministrazione giudiziaria assume la gestione dei beni vincolati. Questo passaggio, apparentemente procedurale, produce conseguenze significative sulla possibilità di utilizzare crediti tributari per compensazioni, anche quando tali crediti siano maturati prima del sequestro stesso.

L’interpretazione restrittiva dell’Agenzia delle Entrate

Secondo l’orientamento consolidato dell’Agenzia delle Entrate, il sequestro di una società comporta automaticamente la sospensione delle procedure esecutive, degli atti di pignoramento e dei provvedimenti cautelari in corso. Questa interpretazione, che trova sostegno nella Circolare 16/E del 28 giugno 2024, ha un effetto dirompente: si blocca infatti la possibilità di compensare debiti tributari con crediti disponibili, anche quando questi ultimi fossero già maturati e legittimamente spettanti.

Il principio ispiratore di tale orientamento risiede nella necessità di preservare l’integrità del patrimonio sequestrato, evitando che operazioni di compensazione possano alterare l’equilibrio patrimoniale della società sotto sequestro. Tuttavia, questa lettura presenta profili di criticità che meritano attenta considerazione.

La sospensione amministrativa e i suoi effetti

Il D.P.R. n. 602/1973, all’articolo 39, disciplina specificamente la sospensione amministrativa delle procedure esecutive. In caso di sequestro societario, questa sospensione si estende anche alle compensazioni tributarie, determinando una situazione di “congelamento” dei crediti fiscali.

La società Alfa S.p.A., attraverso il proprio amministratore giudiziario, ha sollevato questa problematica in sede di interpello. L’istanza chiedeva chiarimenti sulla possibilità di utilizzare crediti tributari per compensazioni durante il periodo di sequestro, evidenziando come tale blocco comportasse un aggravio della situazione debitoria complessiva.

Profili di criticità e prospettive interpretative

L’orientamento dell’Agenzia, pur comprensibile nella sua ratio di tutela del patrimonio sequestrato, presenta alcuni aspetti problematici. In primo luogo, la sospensione delle compensazioni può comportare un deterioramento della posizione finanziaria della società, con conseguente riduzione del valore del patrimonio da preservare.

La giurisprudenza di legittimità ha talvolta fornito interpretazioni più articolate. Il principio affermato dalle Sezioni Unite con la sentenza n. 10561/2014 – relativo alla confisca di beni societari per reati tributari – suggerisce un approccio più sfumato, che tiene conto della natura effettiva del profitto del reato e della sua riconducibilità al patrimonio societario.

Compensazioni e sequestro: la disciplina operativa

Nella prassi applicativa, la gestione delle compensazioni durante il sequestro presenta ulteriori complessità. L’art. 37 del D.L. n. 223/2006 stabilisce specifici limiti per le compensazioni orizzontali, che si sovrappongono alle restrizioni derivanti dal sequestro.

Dal luglio 2024, il divieto di compensazione per debiti iscritti a ruolo superiori a 100.000 euro si applica indipendentemente dalla presenza di procedure di sequestro. Questo significa che una società sequestrata, oltre al blocco derivante dalla misura cautelare, potrebbe incontrare ulteriori limitazioni legate al superamento delle soglie normative.

La responsabilità dei soci e le implicazioni successive

Un aspetto spesso trascurato riguarda le conseguenze del sequestro sulla responsabilità dei soci. Come chiarito dalla recente giurisprudenza di legittimità, l’estinzione di una società non comporta automaticamente l’estinzione dei debiti tributari, che si trasferiscono ai soci secondo le modalità previste dall’art. 2495 del Codice Civile.

Nel caso di società sottoposte a sequestro e successiva confisca, la situazione si complica ulteriormente. La confisca definitiva può determinare l’estinzione per confusione di alcuni crediti erariali, ma solo quando ricorrano specifiche condizioni normative.

Prospettive de iure condendo

L’attuale disciplina presenta evidenti lacune sistematiche, che potrebbero essere colmate attraverso un intervento normativo coordinato. La sovrapposizione tra normativa penale e tributaria genera infatti incertezze interpretative che si riflettono negativamente sulla gestione delle procedure in corso.

Una possibile soluzione potrebbe prevedere una disciplina specifica per le compensazioni durante il sequestro, che consenta l’utilizzo di crediti certi e liquidi per il pagamento di debiti tributari correnti, sotto la supervisione dell’amministratore giudiziario.

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