La dichiarazione precompilata fa qualche passo avanti, ma introduce anche nuove sfide per i contribuenti forfettari. L’Agenzia delle Entrate ha deciso di includere nella sezione III del quadro LM tutti i componenti positivi desunti dalle fatture elettroniche, ma con un’importante novità che rischia di creare confusione: nella precompilazione tutte le fatture e i corrispettivi vengono considerati incassati alla data di emissione del documento fiscale. Questo approccio, seppur pratico per l’amministrazione, si scontra con la realtà operativa di un regime che continua a basarsi sul criterio di cassa.
Fatturato invece di incassato: ecco perché serve attenzione
Quando parliamo di regime forfettario, che si tratti di impresa o di professione, il criterio rimane sempre quello di cassa. Le fatture che vediamo rappresentate nel quadro LM precompilato, quindi, potrebbero non corrispondere a quanto effettivamente incassato nell’anno d’imposta 2024. E perché questa scelta da parte dell’Agenzia? Beh, c’entra parecchio il fatto che sia venuto meno l’obbligo di emissione della certificazione unica da parte del sostituto d’imposta.
Senza questo documento, che avrebbe consentito di identificare con precisione, almeno per i professionisti, l’ammontare dei compensi realmente percepiti, l’Agenzia ha adottato una soluzione di compromesso. Direi che non è la soluzione ideale… ma è quella che hanno trovato per far progredire comunque il progetto della precompilata.
Acconti riportati, ma i contributi sono nel posto sbagliato
C’è da dire che qualche miglioramento rispetto all’anno scorso si vede. Ad esempio, nel rigo LM45 vengono riportati anche gli acconti versati – cosa che prima non c’era. Però, come già avveniva lo scorso anno, i contributi previdenziali sono stati “parcheggiati” nel rigo RP21, invece che nel rigo LM35 dove dovrebbero stare.
Questo significa che il contribuente (o il suo consulente) dovrà intervenire manualmente per spostare gli importi da un quadro all’altro. Non proprio quel che si definirebbe “semplificazione”, no?
Le segnalazioni dell’Agenzia: un aiuto imperfetto
Va riconosciuto che l’Agenzia ha cercato di rafforzare il sistema di avvisi e segnalazioni per aiutare i contribuenti a evitare errori. All’accesso alla dichiarazione precompilata, viene mostrata una messaggistica specifica che segnala eventuali incongruenze o dati mancanti.
Queste segnalazioni riguardano varie situazioni, come il rimborso di spese già detratte in precedenza, i crediti residui dall’anno precedente, modifiche ai canoni di locazione o particolari casistiche relative all’IMU. Un sistema utile, ma ancora insufficiente per garantire al contribuente o al suo intermediario un percorso davvero sicuro e privo di insidie.
Software gestionali: l’arma in più per non sbagliare
In questo contesto, continuano a rivelarsi fondamentali i software gestionali realizzati dalle case di software associate ad AssoSoftware. Questi strumenti sono in grado di compilare automaticamente l’intero quadro LM, sia per la parte reddituale relativa alle fatture emesse e incassate, sia per il riporto degli acconti versati per l’imposta sostitutiva e dei contributi previdenziali deducibili.
I software più evoluti hanno anche funzioni di confronto tra i dati proposti dall’Agenzia delle Entrate e quelli effettivi presenti negli archivi gestionali. L’intermediario fiscale può così compilare la dichiarazione dei suoi clienti con maggiore consapevolezza, utilizzando entrambe le fonti di dati. Un vantaggio che riduce sostanzialmente il rischio di errori.
Fatturazione elettronica: un’opportunità da sfruttare meglio
Un altro supporto per i contribuenti forfettari viene dall’utilizzo intelligente dei software per l’emissione delle fatture elettroniche. Molte di queste applicazioni permettono di registrare anche i relativi incassi, creando così un collegamento diretto tra documento fiscale e movimento finanziario.
Gli intermediari fiscali che puntano sull’automazione dei processi stanno infatti suggerendo ai propri clienti forfettari di utilizzare in modo completo questi strumenti – non solo per emettere le fatture, ma anche per tenere traccia di tutti gli incassi relativi a ciascuna fattura.
Questi software possono produrre un documento di sintesi di tutti gli incassi effettuati nell’esercizio e delle relative fatture, una documentazione preziosa da conservare in caso di eventuali contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.
L’integrazione dei dati: la vera soluzione per i forfettari
La strada migliore, almeno per ora, sembra quella di combinare i dati contabili presenti nei software gestionali con quelli forniti dall’Agenzia delle Entrate. Non si tratta di scegliere tra due alternative, ma di integrarle.
Il confronto e l’integrazione delle due basi informative – peraltro in molti casi già automatizzato dai software più avanzati – fornisce un elevato grado di sicurezza sulla correttezza dei dati inseriti nella dichiarazione.
Certo, sarebbe stato bello avere un sistema già perfettamente funzionante e che non richiedesse questi controlli incrociati… ma finché l’Agenzia non troverà un modo migliore per gestire il criterio di cassa nel regime forfettario, questa sembra rimanere la soluzione più affidabile.