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Flat tax sulla busta paga: come cambia la tassazione degli straordinari nel 2026

31 Ottobre, 2025

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Nella proposta di legge finanziaria che il governo si prepara a trasmettere in Parlamento trovano spazio novità importanti per i lavoratori dipendenti. Il pacchetto di misure fiscali include, tra le altre cose, quella che rappresenta un vero cambio di rotta nel trattamento di alcune voci retributive. Non si tratta tanto di un aumento dei salari, quanto piuttosto di una diversa modalità di tassazione. Gli straordinari, il lavoro nei giorni festivi e quello notturno, così come i turni, continueranno a essere pagati, ma subiranno un regime fiscale differente da quello tradizionale.

🕒 Cosa sapere in un minuto

  • Flat tax al 15% su straordinari, lavoro notturno e festivo dal 1° gennaio 2026 per dipendenti privati con reddito fino a 40.000€ (anno precedente)
  • Limite massimo: 1.500€/anno di redditi agevolabili
  • Settore turistico: trattamento integrativo al 15% (non tassato) fino al 30/09/2026, senza limite massimo ma su richiesta del lavoratore
  • Aumenti contrattuali: flat tax al 5% per rinnovi 2025-2026 se reddito ≤ 28.000€
  • Buoni pasto: soglia esentasse sale da 8€ a 10€/giorno (circa +500€/anno)
  • Esclusi: dipendenti pubblici e tredicesime
  • Applicazione automatica: nessuna domanda da parte del lavoratore (verifica del datore di lavoro)

Le novità sulla tassazione del lavoro extra

A partire dal 1° gennaio 2026, il sistema di calcolo delle imposte su determinate integrazioni della busta paga cambierà radicalmente. Le somme corrisposte ai dipendenti per maggiorazioni e indennità legate al lavoro notturno, ai giorni festivi o ai periodi di riposo settimanale non seguiranno più il regime ordinario dell’Irpef. Invece, verranno assoggettate a un’imposta sostitutiva con aliquota fissa al 15 per cento. Questo significa che il datore di lavoro applicherà direttamente questa percentuale, sostituendo sia l’imposizione nazionale che le addizionali regionali e comunali.

La novità rappresenta, in pratica, una forma di flat tax applicata a uno specifico segmento della retribuzione. Non si tratta di un’agevolazione universale: la misura riguarda esclusivamente chi percepisce un reddito da lavoro dipendente non superiore a 40.000 euro nel corso dell’anno precedente. Inoltre, il beneficio è limitato a un massimale annuale di 1.500 euro di redditi su cui applicare questo trattamento agevolato.

Chi può beneficiare della detassazione degli straordinari

Il meccanismo è relativamente semplice dal punto di vista operativo, almeno sulla carta. Non occorre presentare domande, compilare moduli o attendere autorizzazioni. Il datore di lavoro verifica autonomamente se il dipendente rientra nei parametri stabiliti e, nel caso affermativo, applica automaticamente l’aliquota ridotta. Ciò che conta è il reddito da lavoro dipendente registrato nell’anno precedente a quello in cui la misura trova applicazione. Per il 2026, quindi, bisognerà considerare quanto guadagnato nel corso del 2025.

La configurazione della misura, però, crea una distinzione netta: beneficiano della flat tax al 15 per cento soltanto i dipendenti del settore privato. I lavoratori pubblici rimangono esclusi da questa agevolazione. Analoga esclusione riguarda determinati comparti, con regole ad hoc che prevedono invece un trattamento speciale per il settore del turismo e della ricettività alberghiera, ambiente dove i ritmi di lavoro includono frequentemente turni notturni e prestazioni nel fine settimana.

Il trattamento differenziato nel comparto turistico

Per chi opera nel turismo, negli alberghi, nei bar e nei ristoranti, la situazione si presenta diversa e più articolata. Il governo ha deciso di mantenere un meccanismo già sperimentato in anni precedenti: il cosiddetto “trattamento integrativo”, una somma che non concorre alla formazione del reddito imponibile. Fino al 30 settembre 2026, a questi lavoratori è destinato un importo pari al 15 per cento delle retribuzioni lorde percepite per attività notturna o straordinaria nei giorni di festa.

Qui emerge una differenza fondamentale rispetto al regime ordinario del privato. Nel turismo il beneficio non scatta automaticamente. Deve essere il lavoratore stesso a richiedere espressamente al datore di ricevere questa forma di integrazione. Inoltre, anche in questo caso si applica il medesimo limite di reddito: 40.000 euro. Ma non esiste un tetto massimo annuale come quello previsto per gli altri settori. Ciò significa che, teoricamente, il vantaggio potrebbe estendersi per l’intero importo degli straordinari e dei turni notturni nei giorni di festa, purché il reddito complessivo non superi la soglia indicata.

Gli aumenti contrattuali: altra flat tax al 5 per cento

Non solo straordinari. La manovra prevede anche un intervento sui rinnovi contrattuali. Gli incrementi di retribuzione che scaturiranno dai nuovi accordi sottoscritti nei periodi 2025 e 2026 saranno tassati con un’aliquota fissa al 5 per cento. Questo meccanismo, tuttavia, si applica unicamente ai dipendenti con reddito annuo non superiore a 28.000 euro. L’obiettivo dichiarato è quello di incentivare il raggiungimento di accordi contrattuali, garantendo a questi lavoratori un aumento netto superiore rispetto a quanto avverrebbe con la tassazione ordinaria.

Anche in questo caso non esiste un limite massimale in cifra assoluta. Se un dipendente con reddito di 25.000 euro percepisce un aumento di 2.000 euro per effetto del rinnovo contrattuale, il 5 per cento di flat tax si applicherà all’intero ammontare. La misura costituisce dunque uno strumento di politica economica orientato a favorire gli accordi aziendali nel settore privato.

Piccoli ritocchi ai benefit e altre misure

Nel novero delle novità minori ma rilevanti sul piano pratico trova posto anche l’incremento della soglia di detassazione per i buoni pasto. Dall’anno prossimo il limite esentasse sale da 8 a 10 euro al giorno. Si tratta di una variazione marginale, ma considerando i giorni lavorativi annui, produce un effetto cumulativo apprezzabile sulle buste paga. Secondo le prime stime, il vantaggio massimo quantificabile è di circa 500 euro per anno, a seconda della struttura reddituale complessiva del singolo lavoratore.

Risulta significativo sottolineare come la tredicesima mensilità rimanga esclusa da qualsiasi intervento di detassazione. Ipotesi sulla loro introduzione circoleranno a lungo nei corridoi parlamentari e tra gli ambienti di governo, ma la valutazione del costo elevatissimo—stime oscillano intorno ai 15 miliardi di euro—ha reso impraticabile questa strada vista la dotazione complessiva della manovra, ferma a circa 18 miliardi di euro.

Aspetti critici e questioni ancora aperte

Non tutti i profili della nuova regolamentazione risultano di immediata chiarezza. Rimangono irrisolti alcuni dubbi interpretativi. Ad esempio, la definizione precisa di quali indennità contrattuali rientrano nella categoria delle “maggiorazioni e indennità per lavoro notturno” non è accompagnata da linee guida amministrative definitivamente consolidate. Nella prassi applicativa si osserva come le aziende, in assenza di circolari chiarificatrici, tendano a interpretare restrittivamente la norma, limitando l’applicazione della flat tax ai soli casi inequivocabilmente ricavabili dai contratti collettivi nazionali.

Ulteriore profilo di incertezza riguarda il monitoraggio della soglia reddituale annuale. Il datore di lavoro dovrà verificare il reddito dell’anno precedente, ma cosa accade se il dipendente, nel corso dell’anno in cui beneficia della misura, supera il limite di 40.000 euro? La norma non contiene disposizioni specifiche su questo punto, generando possibili conflitti interpretativi tra contribuenti e amministrazione fiscale. È probabile che la prassi amministrativa, una volta consolidata, sarà diretta verso una logica di non revoca retroattiva del beneficio già fruito nel corso dell’anno.

L’iter parlamentare e le scadenze

Giova ricordare che i contenuti descritti finora costituiscono il testo della prima bozza della Legge di Bilancio, non ancora trasformato in disciplina definitiva. Quella presentata dal governo sarà sottoposta al dibattito in Parlamento. Commissioni e assemblee potranno introdurre modifiche, tagli, ampliamenti. Le due camere dovranno raggiungere un accordo finale entro il 31 dicembre 2025, data entro cui la legge dev’essere approvata per evitare l’esercizio provvisorio del bilancio.

Accanto a questo, vale la pena considerare che alcune misure—come quella riguardante il settore turistico—sono limitate temporalmente. Il 30 settembre 2026 rappresenta una data cardine: dopo quella scadenza, il trattamento integrativo speciale per alberghi, bar e ristoranti decadrà. Sarà necessario attendere sviluppi normativi per comprendere se il governo intenderà prorogare o rendere permanente il beneficio.

Tabella schematica delle misure

Misura Aliquota Limite Reddito Limite Importo Settore
Flat tax straordinari, festivi, notturni 15% 40.000 € 1.500 €/anno Privato
Trattamento integrativo turismo 15% 40.000 € Nessuno Turismo/Horeca
Flat tax aumenti contrattuali 5% 28.000 € Nessuno Privato
Detassazione buoni pasto Esenzione Nessuno 10 €/giorno Privato

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