Dal primo luglio 2024 è scattata una delle più significative ristrutturazioni del sistema delle compensazioni erariali degli ultimi anni, ma quello che doveva essere un intervento organico si è trasformato in un puzzle normativo incompleto. Mentre il blocco per chi accumula debiti fiscali oltre i centomila euro funziona a pieno regime, il resto della riforma langue in attesa di decreti attuativi che tardano ad arrivare, lasciando professionisti e aziende a navigare in un mare di incertezze procedurali.
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Blocco compensazioni F24: una riforma incompiuta
L’articolato sistema introdotto dalla Legge 213 del 30 dicembre 2023 (commi da 94 a 98 dell’articolo 1) e successivamente modificato dal Decreto Legge 39 del 29 marzo 2024 presenta, nella prassi operativa quotidiana, un’applicazione decisamente frammentaria. Sempre a partire dalla stessa data entra in vigore anche il blocco delle compensazioni orizzontali in caso di debiti superiori a 100.000 euro, ma il quadro complessivo rimane incompiuto.
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La Circolare 16/E del 28 giugno 2024 dell’Agenzia delle Entrate ha tentato di fare chiarezza, confermando che le modalità di attuazione e la decorrenza di tale forma di sospensione saranno definite con un apposito regolamento del Ministero dell’Economia e delle finanze. Una situazione che evidenzia come, a distanza di oltre un anno dall’approvazione della norma, gli aspetti più innovativi della riforma restino sulla carta.
L’unica disposizione che ha trovato piena operatività riguarda l’inibizione generale delle compensazioni prevista dall’articolo 1, comma 94, lettera b) della Legge 213/2023, successivamente riformulata dall’articolo 4, comma 2, del DL 39/2024. La misura scatta quando sono presenti debiti erariali iscritti a ruolo per importi complessivamente superiori a 100.000 euro, con termini di pagamento scaduti e in assenza di provvedimenti di sospensione o rateazione.
Scenari operativi: il blocco che funziona
Nella pratica professionale quotidiana, questa normativa sta producendo effetti concreti e misurabili. Dal 1° luglio 2024, le compensazioni dei debiti con crediti INPS e INAIL tramite il modello F24 dovranno essere effettuate esclusivamente attraverso i servizi telematici dell’Agenzia delle entrate, rappresentando il primo tassello effettivamente funzionante della riforma.
Il meccanismo di blocco opera secondo parametri precisi che rilevano gli importi relativi ai carichi affidati all’agente della riscossione concernenti le imposte erariali e i relativi accessori, quelli affidati all’agente della riscossione relativi ad atti comunque emessi dall’Agenzia delle entrate in base alle norme vigenti, ivi comprese le somme oggetto degli atti di recupero. Una formulazione che abbraccia praticamente ogni forma di debito verso l’erario, creando un effetto deterrente notevole.
Particolarmente significativa è l’estensione del divieto ai crediti d’imposta agevolativi, categoria che include molti dei bonus fiscali più utilizzati dalle imprese. Tuttavia, il legislatore ha previsto una deroga importante: sono esclusi dall’applicazione della norma i crediti relativi ai contributi previdenziali dei titolari di posizione assicurativa presso enti previdenziali, i contributi previdenziali e assistenziali dei datori di lavoro e committenti, e i premi per l’assicurazione contro infortuni sul lavoro e malattie professionali.
Metodologia di controllo: la stretta tecnologica
L’Agenzia delle Entrate ha implementato un sistema di controllo che prevede la possibilità di sospendere fino a 30 giorni i modelli F24 con profili di rischio per verificarne la correttezza. Questa procedura rappresenta un salto qualitativo nel controllo delle compensazioni, introducendo elementi di verifica preventiva che in precedenza non esistevano.
Il sistema dei controlli si basa su algoritmi di risk assessment che analizzano automaticamente le deleghe F24 presentate. Se il controllo evidenzia la correttezza dell’utilizzazione o se sono decorsi 30 giorni dalla presentazione del modello, la delega è eseguita per cui le compensazioni e i versamenti si considerano effettuati alla data della loro effettuazione. Un meccanismo che bilancia esigenze di controllo e diritti del contribuente.
Dal punto di vista operativo, per i contribuenti titolari di partita IVA, il DL 50/2017 ed il DL n. 124/2019 hanno introdotto l’obbligo del canale dell’Agenzia delle Entrate per tutte le compensazioni nel modello F24, per qualsiasi tipologia di imposta a credito utilizzata. Una misura che si è dimostrata efficace nel tracciare le operazioni e ridurre le frodi.
Crediti previdenziali: l’oasi di stabilità nel caos normativo
In questo panorama di cambiamenti, i crediti previdenziali mantengono uno status particolare che li rende un’eccezione significativa nel nuovo sistema. Per i crediti di natura previdenziale ed assicurativa (i.e. crediti INPS e INAIL), anche in presenza di posizioni debitorie con il riscossore oltre i 100.000 euro, la compensazione rimane possibile.
Questa deroga assume particolare rilevanza considerando che, secondo l’articolo 37, comma 49-quinquies del Decreto Legge 223/2006, la compensazione dei crediti previdenziali rimane libera anche in presenza di debiti erariali scaduti iscritti a ruolo che eccedono la soglia di 100.000 euro. Una scelta del legislatore che riconosce la specificità del rapporto contributivo rispetto a quello tributario.
Tuttavia, anche in questo ambito erano previste novità che non hanno ancora visto la luce. L’articolo 1, comma 97 della Legge 213/2023 prevedeva l’introduzione di limitazioni per la compensazione dei crediti di qualsiasi importo maturati verso INPS e INAIL, con l’obiettivo di allineare queste procedure alle regole già vigenti per i crediti d’imposta erariali.
Superbonus e crediti edilizi: il grande punto interrogativo
La situazione più critica riguarda indubbiamente i crediti derivanti dalle opzioni di sconto in fattura e cessione previste dall’articolo 121 del Decreto Legge 34/2020. La sospensione, fino a concorrenza delle somme iscritte a ruolo ove superiori alla soglia di 10.000 euro, della compensazione prevista dall’articolo 4, comma 1, del Decreto Legge n. 39 del 2024 per i crediti d’imposta che scaturiscono dalle opzioni di sconto in fattura e cessione del credito resta bloccata in attesa del regolamento attuativo.
Questa situazione ha creato un paradosso normativo: fino ad allora ai bonus edilizi si applicheranno le medesime limitazioni previste in presenza di debiti scaduti iscritti a ruolo per un ammontare superiore alla soglia di 100.000 euro. In pratica, per i crediti edilizi vale la soglia più alta invece di quella più bassa di 10.000 euro originariamente prevista.
La Circolare 16/E del 2024, alla nota 21, chiarisce esplicitamente che le modalità di attuazione e la decorrenza di tale forma di sospensione saranno definite con un apposito regolamento del Ministero dell’Economia e delle finanze. Un’attesa che si protrae ormai da oltre un anno, lasciando migliaia di imprese e professionisti in una situazione di incertezza operativa.
Implicazioni giuridiche ed economiche: strategie di aggiramento
Di fronte a questo scenario, nella prassi professionale si sono sviluppate strategie per aggirare le limitazioni imposte. La più efficace risulta essere la richiesta di rateazione dei debiti iscritti a ruolo. È possibile ovviare alla regola del divieto di compensazione presentando la richiesta di pagamento rateale del debito entro il 30.6.2024, ai sensi dell’art. 19 del d.p.r. 29.9. 1973, n. 602.
La norma prevede infatti che il divieto non si applichi con riferimento alla somma oggetto di piani di rateazione per i quali non sia intervenuta la decadenza. Una clausola che ha spinto molti contribuenti a richiedere rateazioni anche quando avrebbero avuto la capacità economica per il pagamento immediato.
Un’altra modalità di aggiramento riguarda i ruoli definitivi per sole imposte erariali. In questi casi, il pagamento, anche parziale, delle somme iscritte a ruolo, per imposte erariali e relativi accessori mediante l’esercizio della compensazione di crediti relativi alle imposte medesime può essere effettuato con il modello “F24 Accise” indicando il codice tributo “RUOL”. Una procedura tecnica che permette di superare il blocco in situazioni specifiche.
Conseguenze operative immediate: il nuovo equilibrio
L’attuale scenario normativo ha prodotto conseguenze concrete sulla gestione quotidiana delle posizioni fiscali. I crediti risultanti dal Quadro RR del modello Redditi 2025 PF possono essere utilizzati in compensazione senza le limitazioni temporali che caratterizzano altri crediti d’imposta. In assenza dei necessari provvedimenti attuativi ne consegue, pertanto, che l’importo eventualmente risultante a credito dal Quadro RR del modello Redditi 2025 PF potrà essere portato in compensazione nel modello F24 senza attendere la trasmissione della relativa dichiarazione dei redditi, nè ulteriori dieci giorni dal suo invio.
Parallelamente, restano in vigore i massimali di compensazione previsti dalla normativa precedente. Il decreto Sostegni bis – DL 73/2021 – ha poi raddoppiato l’incremento del limite di importo utilizzabile, portandolo a 2 milioni di euro, limite ancora vigente nel 2024 e che è stato confermato anche nel 2025. Una soglia che, per la maggior parte dei contribuenti, risulta ampiamente sufficiente per le operazioni ordinarie.
Prospettive evolutive e criticità sistemiche
L’analisi della casistica applicativa evidenzia come la frammentazione normativa stia creando distorsioni significative nel sistema. Il comma 94 dell’articolo 1 della L. 213/2023 (la legge di bilancio per il 2024) interviene nel panorama normativo delle compensazioni in F24, introducendo un divieto assoluto di compensazione per i soggetti che abbiano ruoli scaduti per un ammontare complessivo superiore a 100.000 euro. Tuttavia, l’applicazione parziale della riforma genera incertezze interpretative che si riflettono sulla pianificazione fiscale delle imprese.
La giurisprudenza di legittimità ha iniziato a pronunciarsi sui primi casi applicativi, evidenziando la necessità di un’interpretazione sistematica delle norme. La Corte di Cassazione, con orientamenti ancora non consolidati, sta delineando i confini applicativi delle nuove disposizioni, contribuendo a chiarire alcuni aspetti procedurali rimasti in sospeso.
Un elemento particolarmente critico riguarda la interazione tra le diverse soglie previste dalla normativa. Accanto al nuovo limite di 100.000 euro, rimane in vigore la compensazione è preclusa in presenza di somme iscritte a ruolo di importo superiore 1.500 euro. Questa sovrapposizione normativa genera complessità applicative che richiedono particolare attenzione nella gestione dei casi concreti.
Valutazioni tecniche e raccomandazioni operative
Dall’analisi sistematica del nuovo framework normativo emergono alcuni principi guida per la gestione ottimale delle compensazioni erariali. Il professionista deve oggi operare una valutazione multi-livello che consideri simultaneamente:
- La verifica delle soglie di debito (1.500 euro e 100.000 euro)
- La natura dei crediti disponibili (erariali, previdenziali, agevolativi)
- Le tempistiche procedurali (trasmissione telematica obbligatoria)
- Le strategie di mitigazione del rischio (rateazioni, pagamenti parziali)
La prudenza nell’utilizzo delle compensazioni, specie per importi significativi, rimane il principio cardine in questa fase di transizione. La mancanza di provvedimenti attuativi per aspetti cruciali della riforma impone un approccio cautelativo che privilegi la certezza giuridica rispetto all’ottimizzazione fiscale aggressiva.
L’evoluzione normativa in corso suggerisce che nei prossimi mesi potrebbero emergere ulteriori chiarimenti interpretativi, rendendo necessario un monitoraggio costante degli sviluppi normativi e giurisprudenziali. La complessità del nuovo sistema richiede competenze specialistiche sempre più approfondite per navigare efficacemente tra le opportunità e i vincoli del rinnovato panorama delle compensazioni fiscali.