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730 precompilato 2025: il 90% dei dati già inseriti nel modello disponibile nel cassetto fiscale

15 Maggio, 2025

La dichiarazione precompilata 2025 raggiunge un traguardo significativo: ben il 90% dei dati risulta già inserito nel modello 730. Un risultato che testimonia l’evoluzione del sistema fiscale italiano verso una maggiore digitalizzazione e semplificazione. L’Agenzia delle Entrate ha caricato 1,2 miliardi di documenti, concentrandosi principalmente su spese sanitarie e interventi di ristrutturazione, le agevolazioni più richieste dai contribuenti. La precompilazione, disponibile dal 30 aprile, rappresenta un passo importante verso un fisco più accessibile e trasparente, riducendo gli adempimenti per i cittadini e ottimizzando i processi di verifica.

I dati precaricati: dieci bonus principali

Nel modello 730/2025 troviamo dieci categorie principali di agevolazioni precaricate. Le spese sanitarie occupano il primo posto per volumi, con oltre 1 milione di documenti elaborati e una detrazione media di 1.139 euro. Seguono i bonus per ristrutturazioni (importo medio 841 euro) e i premi assicurativi (280 euro di detrazione).

Gli interessi passivi sui mutui generano una detrazione media di 1.496 euro, mentre i contributi previdenziali arrivano a 6.350 euro. Interessante anche il dato sulle spese scolastiche (detrazione media 451 euro) e sulla previdenza complementare (2.290 euro). Completano il quadro le spese universitarie (1.311 euro), i contributi per lavori domestici (812 euro) e le spese funebri (1.476 euro).

La precompilazione si distingue per categorie. I dati trasmessi dalle banche per il 2024 si dividono in specifiche tipologie: spese sanitarie (1,06 milioni di documenti), contributi previdenziali (3,26 milioni), premi assicurativi (5,38 milioni) e interessi passivi (4,42 milioni). Un patrimonio informativo notevole che l’Agenzia elabora e restituisce sotto forma di dichiarazione già strutturata.

La mappa delle agevolazioni più rilevanti

La legge dei grandi numeri vale anche per le detrazioni. Analizzando i dati trasmessi all’amministrazione tributaria nel 2023, emerge che le agevolazioni per ristrutturazioni e spese sanitarie dominano nettamente la scena. Il bonus ristrutturazioni è collegato a 10,92 milioni di documenti, mentre le spese sanitarie compaiono in 22,79 milioni di casi.

Questa concentrazione ha permesso all’Agenzia di affinare la precompilazione, arrivando a caricare 1,2 miliardi di documenti relativi a oneri detraibili, crediti, ritenute e altri elementi utili. Basti pensare che la detrazione sulle spese sanitarie è stata usata nel 2023 da 18,07 milioni di contribuenti estratti, mentre i contributi previdenziali hanno generato 5 milioni di utilizzi.

L’analisi delle dieci principali agevolazioni presenti nella precompilata 2025 – in termini di importo – ci mostra una netta prevalenza di contributi per la previdenza complementare (17,2% dei modelli precompilati) e interessi passivi dei mutui (14,1%). Questi ultimi, pur essendo utilizzati da una percentuale relativamente bassa di contribuenti, hanno un impatto significativo sulla riduzione dell’imposta grazie agli importi mediamente consistenti.

Controlli e documentazione: cosa conservare

I giustificativi inseriti nella dichiarazione precompilata 2025 devono essere conservati per cinque anni. La normativa prevede però significative semplificazioni sui controlli formali per gli oneri non modificati dal contribuente. Se il dato precaricato non viene alterato, infatti, non sarà necessario conservare ed esibire la documentazione a supporto.

Questa facilitazione rappresenta un vantaggio concreto per milioni di contribuenti. I controlli formali, regolati dall’articolo 36-ter del DPR 600/1973, potranno concentrarsi solo sui documenti che giustificano la modifica apportata dal cittadino. Un esempio pratico: se nella precompilata compare una spesa sanitaria di 1.000 euro che il contribuente non modifica, non sarà necessario conservare la relativa documentazione.

I controlli sostanziali restano invece invariati. La verifica può sempre essere effettuata sull’esistenza delle agevolazioni. Ad esempio, in relazione alla deducibilità degli interessi passivi di un mutuo, l’amministrazione può sempre richiedere la documentazione che attesti la destinazione dell’immobile ad abitazione principale. Lo stesso vale per il controllo sui requisiti necessari per beneficiare di un’agevolazione.

Documenti da conservare: le regole essenziali

La normativa stabilisce chiaramente quali documenti conservare. In assenza di modifiche rispetto alla precompilazione, non è necessario conservare alcun documento per gli oneri già caricati. Per tutti gli altri casi, occorre conservare la documentazione, preferibilmente in formato digitale.

Il prospetto dettagliato delle spese sanitarie include ticket, scontrini parlanti, fatture e relativi giustificativi. Lo stesso vale per gli interessi passivi legati a mutui prima casa, documenti relativi a spese universitarie, contributi previdenziali e tutto ciò che attesta la correttezza degli oneri inseriti.

La validità della documentazione digitale è equiparata a quella cartacea, in linea con il processo di digitalizzazione fiscale in corso. I contribuenti possono quindi conservare ricevute e giustificativi in formato elettronico, purché ne garantiscano l’autenticità e l’integrità.

Tempi di conservazione e scadenze fiscali

La dichiarazione dei redditi dell’anno 2024 si riferisce ai redditi percepiti durante l’anno solare 2023. Di conseguenza, per il modello 730 precompilato 2025, i documenti devono essere conservati fino al 31 dicembre 2030. Secondo la linea della Cassazione, questo termine quinquennale decorre dalla data di presentazione della dichiarazione.

Per i rimborsi legati a spese sostenute nel 2023 (ad esempio, per ristrutturazioni), il termine si calcola dall’anno in cui è stato richiesto il rimborso o è stata effettuata la detrazione, non dalla data della spesa. Questo significa che la contabilità relativa a un bonus ristrutturazione del 2023 utilizzato nella dichiarazione 2025 dovrà essere conservata fino al 2030.

Rimborsi tassati o da cancellare: attenzione alle specificità

Tra gli 1,3 milioni di documenti ricevuti dalle Entrate per la precompilata 2025 ci sono anche informazioni sui rimborsi. Si tratta di importi riguardanti spese mediche (995 casi), spese scolastiche, universitarie e asili nido (248 casi) che vanno a bilanciare quanto dichiarato in precedenza.

Se il contribuente ha ottenuto un rimborso per una spesa precedentemente inserita come detrazione, deve considerarlo come reddito da tassazione separata. In questo caso, nella precompilata compare il rimborso e viene cancellata dalla precompilazione la spesa già detratta.

La voce più rilevante a livello di importi è la detrazione dei contributi previdenziali (6.350 euro in media). Nel 19,5% delle dichiarazioni dell’anno scorso compare la detrazione per la previdenza complementare e per il riscatto degli anni di laurea. Segue la detrazione per le spese universitarie completamente a due cifre (12,7%), davanti a quella per le spese scolastiche che però non include la mensa. La classifica si chiude con le spese funebri (8,5%) e gli oneri detraibili necessari all’asilo.

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