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Rottamazione quater

Rottamazione quater: le ultime rate in arrivo dal 2026

7 Ottobre, 2025

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L’Agenzia delle entrate-Riscossione (AdER) ha avviato la trasmissione delle comunicazioni relative agli ultimi otto pagamenti della definizione agevolata rientranti nella cosiddetta “Rottamazione quater”. Chi è riuscito a mantenere la regolarità nei versamenti riceverà adesso il prospetto delle rate finali, quelle che permetteranno di chiudere definitivamente i conti con il fisco. La prima di queste scadenze è fissata per il 28 febbraio 2026, mentre l’ultima – la diciottesima del piano complessivo – slitta fino al 30 novembre 2027.

Chi riceve le comunicazioni per le rate 2026

Le lettere spedite dall’AdER – sia tramite raccomandata che via PEC – contengono il piano dettagliato delle rate residue. Si parla di otto rate, spalmate tra il 2026 e il 2027, secondo le scadenze previste dalla normativa: 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio e 30 novembre per ciascun anno.

In questo schema, la prima rata da versare nel 2026 corrisponde alla numero undici del piano originario. Chi si trova in regola con i versamenti effettuati fino al 2025 – compresa la tolleranza di cinque giorni prevista dal legislatore – riceverà il prospetto aggiornato. Va ricordato che secondo quanto disposto dall’art. 1, co. 244 della legge di bilancio 2023, la definizione agevolata si considera regolare anche quando il pagamento avviene entro i cinque giorni successivi alla scadenza ufficiale. Se però si superano questi cinque giorni di tolleranza, scatta la decadenza. E la decadenza significa che i benefici si perdono definitivamente, senza possibilità di recupero (se non, eventualmente, con una nuova sanatoria futura, qualora venisse introdotta).

Nella prassi professionale si osserva come molti contribuenti abbiano avuto difficoltà a rispettare le prime scadenze del 2023 e 2024, complice anche la complessità del sistema di pagamento e i vari differimenti normativi intervenuti. Alcune rate sono state infatti rinviate a causa di eventi eccezionali, come l’alluvione in Emilia-Romagna, Toscana e Marche, che ha portato alla proroga di tre mesi per i territori colpiti. Altri slittamenti sono derivati da interventi legislativi successivi che hanno modificato il calendario originario.

Come funziona la domiciliazione bancaria

Uno strumento utile – e spesso trascurato – è quello della domiciliazione bancaria. Il servizio è disponibile direttamente sul sito dell’AdER, nell’area riservata dedicata alla “Definizione agevolata”. Il meccanismo è piuttosto semplice: si seleziona il piano di pagamento, si inserisce il codice IBAN del conto corrente e si fornisce il consenso al trattamento dei dati. L’addebito diretto sul conto corrente può anche essere attivato su un conto intestato a un altro soggetto, purché questi dia la sua autorizzazione. Questa modalità riduce notevolmente il rischio di dimenticare una scadenza. Basta attivarla e il gioco è fatto: l’importo verrà prelevato automaticamente alla data prevista. Si può farlo online, oppure recandosi presso uno sportello dell’AdER previa prenotazione di un appuntamento.

Il servizio ContiTu – anch’esso accessibile online – consente invece di selezionare quali cartelle o avvisi inclusi nella comunicazione originaria si vuole effettivamente pagare. Poniamo il caso di un contribuente che ha aderito alla rottamazione per dieci cartelle, ma poi si rende conto di non riuscire a saldarne più di sette. Con ContiTu può escludere le tre cartelle che non riesce a pagare, ottenendo il ricalcolo dell’importo dovuto e i nuovi moduli di pagamento. Per i debiti esclusi, però, la definizione agevolata non produrrà alcun effetto e l’Agente della riscossione riprenderà le normali azioni di recupero.

Le modalità di pagamento disponibili

Per versare le rate si può scegliere tra diverse opzioni. C’è il pagamento online sul portale dell’AdER, che permette di utilizzare carte di credito, debito o altri strumenti digitali. Si può passare attraverso i canali bancari tradizionali, gli sportelli postali, le ricevitorie e i tabaccai convenzionati. Oppure ancora attraverso gli ATM abilitati, i servizi di home banking e i Prestatori di Servizi di Pagamento (PSP) che aderiscono al circuito pagoPA. L’elenco completo è consultabile sul sito pagoPA.it.

Chi preferisce il contatto diretto può recarsi agli sportelli dell’Agenzia delle entrate-Riscossione, sempre su appuntamento. L’importante è rispettare le scadenze. E quando si parla di scadenze, si deve tenere presente che il legislatore concede quei cinque giorni di margine, ma superati quelli, non c’è più nulla da fare. Il sistema è rigido proprio per evitare che la definizione agevolata si trasformi in un modo per procrastinare indefinitamente i pagamenti.

La riammissione per chi era decaduto

Vale la pena ricordare che il decreto Milleproroghe 2025 (D.L. n. 202/2024, convertito in L. n. 15/2025) ha previsto una riammissione alla rottamazione quater per i contribuenti decaduti entro il 31 dicembre 2024. Chi aveva saltato una o più rate entro quella data ha potuto presentare domanda entro il 30 aprile 2025. Le somme dovute per la riammissione sono maggiorate di interessi al tasso del 2% annuo a decorrere dal 1° novembre 2023. Il pagamento può avvenire in unica soluzione entro il 31 luglio 2025, oppure fino a un massimo di dieci rate con scadenze il 31 luglio e il 30 novembre 2025, poi il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre degli anni 2026 e 2027.

Anche per i riammessi vale il meccanismo della tolleranza di cinque giorni. E anche per loro è possibile attivare la domiciliazione bancaria o utilizzare il servizio ContiTu per selezionare solo alcune delle cartelle da pagare. La riammissione, va detto, ha riguardato esclusivamente i carichi indicati nelle domande di definizione agevolata presentate ai sensi della legge di bilancio 2023. Non rientrano quindi nella riammissione i debiti per i quali i piani di pagamento risultavano in regola con i versamenti delle rate in scadenza fino al 31 dicembre 2024. Per questi ultimi, occorre semplicemente continuare a pagare secondo il calendario originario.

I rischi della decadenza

La giurisprudenza ha talvolta interpretato in modo restrittivo le condizioni per mantenere i benefici della definizione agevolata. Un pagamento anche solo parziale, o effettuato oltre il termine ultimo comprensivo della tolleranza, comporta la perdita automatica dei vantaggi. Nell’esperienza applicativa si osserva che molti contribuenti sottovalutano questo aspetto, ritenendo che un ritardo di pochi giorni possa essere “tollerato” dall’Amministrazione. Non è così. Il sistema è automatico e non prevede margini di discrezionalità. Una volta decorso il termine, scatta la decadenza.

Per chi decade, i versamenti già effettuati vengono acquisiti a titolo di acconto dell’importo complessivamente dovuto. L’Agente della riscossione riprende l’attività di recupero coattivo, con tutte le conseguenze del caso: fermi amministrativi, ipoteche, pignoramenti. In sostanza, si torna al punto di partenza, ma con in meno le somme già versate, che restano acquisite al fisco come acconto.

Le scadenze 2026 e 2027

Riepilogando, per chi è in regola con i pagamenti, il calendario delle rate 2026 e 2027 prevede quattro scadenze per anno: 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio e 30 novembre. Con la tolleranza di cinque giorni, i termini effettivi slittano rispettivamente ai primi giorni di marzo, giugno, agosto e dicembre (considerando anche eventuali festività). Per la rata del 30 novembre 2025, ad esempio, il termine ultimo – tenuto conto della tolleranza – è fissato al 9 dicembre 2025, poiché il quinto giorno cade di domenica.

Ogni rata va pagata per l’intero importo indicato nei moduli precompilati. Non sono ammessi pagamenti parziali, nemmeno in caso di difficoltà economiche sopravvenute. L’unica alternativa è utilizzare il servizio ContiTu per escludere alcune cartelle e ridurre l’importo complessivo del piano, ma questa operazione deve essere effettuata prima della scadenza. Una volta scaduta la rata, non c’è più modo di intervenire.

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