La Commissione europea ha pubblicato il 24 settembre scorso la strategia operativa che trasforma in realtà concreta il pacchetto “VAT in the Digital Age”, meglio noto come ViDA. Dal primo luglio 2030 la fatturazione elettronica europea diventerà obbligatoria per tutte le transazioni commerciali transfrontaliere tra imprese nell’Unione.
Si tratta di una svolta che segnerà profondamente il panorama fiscale continentale. La roadmap presentata da Bruxelles non lascia spazio a interpretazioni: date precise, scadenze vincolanti e una tabella di marcia che porterà all’armonizzazione completa dei sistemi nazionali entro il 2035.
🕒 Cosa sapere in un minuto
- Dal 1° luglio 2030 la fatturazione elettronica europea sarà obbligatoria per tutte le operazioni B2B transfrontaliere nell’UE.
- La strategia ViDA prevede tappe e scadenze precise per armonizzare i sistemi nazionali entro il 2035.
- Tre pilastri: obbligo di e-fattura, maggiori responsabilità IVA per le piattaforme digitali, espansione del modello unico di registrazione IVA.
- Benefici attesi: riduzione delle frodi fiscali, diminuzione dei costi di compliance, semplificazione delle procedure per le imprese.
- Stati membri chiamati ad aggiornare infrastrutture informatiche e favorire coordinamento operativo.
Tre pilastri per modernizzare l’Iva continentale
Il progetto si articola su tre direttrici principali, ciascuna con obiettivi specifici e tempistiche ben definite.
La fatturazione elettronica obbligatoria rappresenta il primo e più visibile elemento della riforma. Secondo le proiezioni della Commissione, questo passaggio dovrebbe ridurre le frodi fiscali fino a 11 miliardi di euro annui. Non solo: le imprese potrebbero beneficiare di risparmi stimati in 51 miliardi grazie alla diminuzione dei costi di conformità normativa.
Il secondo pilastro riguarda l’economia delle piattaforme digitali. Un tema cruciale, questo. Le marketplace che facilitano vendite di servizi – si pensi agli affitti brevi o ai trasporti – si troveranno investite di responsabilità diretta nella raccolta dell’Iva. Quando i fornitori operano come privati o microimprese sotto soglia (e quindi non applicano l’imposta), sarà la piattaforma stessa a doversi far carico dell’adempimento.
La registrazione unica Iva completa il quadro. Con l’estensione del modello dello sportello unico, le aziende che operano in più Stati membri potranno semplificare notevolmente le procedure amministrative.
Il calendario delle implementazioni
La strategia delineata dalla Commissione traduce il quadro normativo in una serie di passaggi concreti.
Il 14 aprile 2025 ha rappresentato già il primo snodo: da quella data gli Stati membri sono autorizzati a introdurre l’e-fattura obbligatoria anche per le operazioni domestiche. È opportuno notare come alcuni Paesi, l’Italia in particolare, si siano mossi in anticipo grazie a specifiche deroghe del Consiglio UE.
Dal primo gennaio 2027 entreranno in vigore le prime modifiche ai regimi OSS e IOSS, insieme ad alcune migliorie del sistema di registrazione unica. Due anni dopo, il primo luglio 2028, si verificheranno due cambiamenti significativi: l’estensione della responsabilità diretta dell’Iva alle piattaforme che intermediano trasporti passeggeri e locazioni brevi, e l’attuazione delle principali riforme della registrazione unica.
Il 2030 segnerà la vera svolta. La rendicontazione digitale in tempo reale basata sulla fatturazione elettronica europea diventerà obbligatoria per tutte le operazioni B2B transfrontaliere.
Infrastrutture e coordinamento: il ruolo cruciale degli Stati
La Commissione non nasconde le sfide che attendono i governi nazionali. Il successo dell’intera operazione dipenderà dalla capacità di adeguare tempestivamente le infrastrutture informatiche e di coordinarsi per un’applicazione uniforme.
Al centro del sistema si collocherà il nuovo VIES centrale, la piattaforma europea destinata allo scambio dei dati sulle operazioni Iva. Le specifiche tecniche dovranno essere definite entro il 2026, seguite dallo sviluppo nel 2027, dai test a partire dal 2029 e dall’avvio operativo a luglio 2030.
Bruxelles ha previsto un sistema di monitoraggio costante. Incontri periodici con governi e imprese, note esplicative e campagne informative accompagneranno ciascuna scadenza. Nei prossimi anni saranno adottati almeno sei regolamenti di esecuzione per dettagliare gli aspetti tecnici e giuridici più delicati.
Benefici economici e prospettive
Le stime della Commissione parlano chiaro: l’attuazione completa del pacchetto ViDA dovrebbe generare benefici economici compresi tra 172 e 214 miliardi di euro nell’arco di un decennio.
Si consideri l’impatto sulla riduzione delle frodi, tema particolarmente sentito dalle autorità fiscali continentali. Il passaggio alla digitalizzazione obbligatoria dovrebbe rendere molto più complesso aggirare gli obblighi tributari, creando una tracciabilità completa delle transazioni commerciali.
La fase finale del processo si chiuderà entro il primo gennaio 2035, quando anche i sistemi domestici dovranno risultare completamente armonizzati con il modello comune europeo. Una trasformazione che, nella prassi operativa, richiederà adattamenti tecnologici e organizzativi non indifferenti per le imprese di ogni dimensione.