Da gennaio prossimo i dottori commercialisti potranno pagare i versamenti alla propria cassa previdenziale attraverso il modello F24. Dopo mesi di lavoro tecnico tra istituzioni e amministrazioni, il percorso normativo ha raggiunto il traguardo: la delibera n. 96/25/DI del consiglio di amministrazione (28 maggio 2025) ha ottenuto il via libera da parte del Ministero del Lavoro e del Ministero dell’Economia e delle Finanze, con pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 15 settembre scorso.
🕒 Cosa sapere in un minuto
- Quando: A partire dal primo trimestre 2026, il modello F24 diventerà una modalità di versamento ufficiale per i contributi della Cassa dei dottori commercialisti.
- Chi è interessato: Tutti gli iscritti alla CDC che pagano contributi obbligatori e integrativi.
- Cosa cambia: Dal 2026 sarà possibile versare tramite F24 e compensare i contributi con eventuali crediti d’imposta maturati, diversamente da quanto avviene oggi con MAV, PagoPA e addebito diretto.
- Fino al 2025: Restano valide le modalità attuali (MAV, PagoPA, addebito); nessuna variazione negli attuali metodi di pagamento.
- Base normativa: Delibera n. 96/25/DI del Consiglio di amministrazione CDC (28 maggio 2025), approvata da Ministero Lavoro e MEF, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 15 settembre 2025.
Una svolta verso l’automatizzazione dei processi
La scelta di allargare i canali di versamento risponde a una strategia ormai consolidata nelle casse professionali: snellire le procedure burocratiche e ridurre i tempi di gestione amministrativa. La nuova modalità di pagamento rientra, di fatto, nel programma più ampio di digitalizzazione che la Cassa dei dottori commercialisti ha portato avanti negli ultimi anni. L’introduzione del modello F24 non rappresenta solo un cambio tecnico. Consente una maggiore integrazione con i sistemi dell’Agenzia delle Entrate, favorendo quell’automazione che sempre più casse professionali richiedono per stare al passo con le esigenze dei professionisti moderni.
Tutto ciò comporta vantaggi significativi sul fronte della trasparenza e della tracciabilità. Versare attraverso il modello F24 significa uniformarsi a quello che accade già con i tributi ordinari: un canale unico, riconoscibile, dove confluiscono pagamenti di diversa natura.
Come funzionerà dal 2026 in avanti
La piena operatività della procedura è fissata dal primo trimestre 2026. Gli iscritti potranno versare attraverso F24 tutti i contributi contemplati dal Capo III del decreto legislativo n. 241/1997, dunque sia quelli obbligatori sia quelli integrativi. Ma c’è di più: il versamento tramite F24 consente operazioni di compensazione. In altre parole, chi dispone di crediti d’imposta maturati durante l’anno potrà utilizzarli per compensare i contributi dovuti. Un meccanismo che snellisce notevolmente la gestione della tesoreria professionale, riducendo flussi di cassa non necessari.
I tecnici della Cassa, insieme all’Agenzia delle Entrate e a Sogei (la società informatica del Ministero dell’Economia), stanno già definendo i codici tributo specifici. Questi codici sono essenziali per far “riconoscere” al sistema quale tipologia di contributo viene versato. La loro determinazione passa attraverso analisi dettagliate delle singole categorie di versamento, proprio per garantire che nessun importo vada a finire in rubrica sbagliata.
Le modalità transitorie fino al 31 dicembre
Per chi si chiede se già da fine 2025 possa utilizzare il nuovo strumento, la risposta è no. Il 2025 rimane governato dalle modalità attuali: il MAV (Modello Avviso di Versamento), la piattaforma PagoPA, e l’addebito diretto su conto corrente bancario restano le uniche opzioni praticabili. Non è una rigidità forzata, ma piuttosto una scelta organizzativa saggia. Permette alle amministrazioni di portare a termine tutti gli assestamenti tecnici senza correre il rischio di sovraccarichi nel sistema nel periodo di transizione.
Chi versa i contributi durante quest’anno non deve quindi temere sorprese. Le procedure abituali funzioneranno esattamente come sempre, almeno fino al 31 dicembre 2025. La transizione verso il nuovo modello, quando arriverà, avverrà secondo uno schema ordinato e graduale già dal primo trimestre dell’anno successivo.
Vantaggi operativi della nuova procedura
La possibilità di operare attraverso il modello F24 porta con sé riflessi pratici non trascurabili. Innanzitutto, riduce la moltiplicazione dei fronti amministrativi. Un professionista, sia esso libero professionista o associato, dovrà gestire un numero minore di piattaforme diverse. Concentrare i pagamenti in un’unica interfaccia facilita la pianificazione tributaria e la tenuta della documentazione contabile.
In secondo luogo, accedere alla compensazione di crediti rappresenta una leva finanziaria reale. Immaginiamo il caso di un commercialista che, durante l’anno, ha accumula crediti per versamenti in eccedenza oppure per crediti d’imposta derivanti dalla dichiarazione dei redditi. Con il nuovo sistema, potrà utilizzare tali crediti direttamente per i versamenti contributivi, evitando di anticipare denaro che potrebbe risultare eccedentario.
Il ruolo delle amministrazioni coinvolte
Dietro questa operazione vi è il lavoro coordinato di tre attori principali. La Cassa dei dottori commercialisti ha promosso il progetto, raccogliendo le istanze dei professionisti iscritti. Il Ministero del Lavoro ha dato il nulla osta normativo, operando in concerto con le finanze. L’Agenzia delle Entrate mette a disposizione la propria infrastruttura informatica, garantendo che il modello F24 possa ricevere i versamenti con la stessa precisione con cui gestisce i tributi ordinari.
Sogei, l’ente che cura la dimensione tecnologica dei sistemi del Ministero dell’Economia, ha il compito di garantire la compatibilità dei sistemi CDC con quelli già esistenti. Non è un dettaglio marginale. Assicurare che due architetture informatiche diverse comunicano senza errori e senza perdita di dati è cruciale per il buon esito dell’operazione.
I contributi coinvolti nella nuova disciplina
La delibera che ha regolamentato l’accesso al versamento tramite F24 tocca tutti i contributi previsti dal Capo III del D.Lgs. 241/1997. Ciò significa sia le quote destinate al fondo pensione (elemento obbligatorio per chi esercita la professione), sia i contributi integrativi che arricchiscono la posizione assicurativa del professionista durante il corso della carriera. Rientrano altresì gli accessori, cioè gli interessi e le sanzioni che scaturiscono da pagamenti tardivi o omessi.
Una volta che i codici tributo saranno definiti e operativi, il professionista potrà distinguere in modo chiaro, proprio attraverso il modello F24, quale importo è destinato alla previdenza obbligatoria e quale invece va verso le forme supplementari. Questo livello di granularità amministrativa serve a mantenere trasparenza nei flussi contributivi e a facilitare eventuali controlli successivi.
Sviluppi attesi e implicazioni sulla gestione tributaria
L’implementazione della nuova procedura di versamento rispecchia una tendenza generale del sistema tributario italiano verso la semplificazione digitale. Le casse professionali, come d’altronde le amministrazioni fiscali, cercano di razionalizzare i flussi amministrativi per contenere i costi gestionali e ridurre i margini di errore.
Per i professionisti, questo significa un graduale consolidamento di un ecosistema tributario più coeso. Invece di operare su piattaforme separate (una per i tributi ordinari, altre per i contributi professionali), si assiste a una convergenza verso strumenti unici e integrati. Nel medio termine, questa evoluzione potrebbe generare benefici anche in termini di pianificazione fiscale complessiva, poiché tutti i flussi di pagamento confluiscono in un’unica prospettiva amministrativa.
Cosa resta valido fino a fine anno
Chi non può aspettare il 2026 e ha versamenti da effettuare nel corso del 2025 ricordi che le modalità attuali continuano a funzionare senza variazioni. Il MAV rimane il sistema tradizionale più diffuso, richiedendo semplicemente il pagamento della somma dovuta secondo le istruzioni ricevute dalla Cassa. PagoPA, per chi preferisce i pagamenti digitali, offre l’accesso tramite portale ed è ormai uno standard nel panorama della pubblica amministrazione italiana.
L’addebito diretto su conto corrente, infine, rappresenta la soluzione più automatizzata per chi desidera evitare passaggi ulteriori: la Cassa, una volta autorizzata, provvede a prelevare gli importi secondo i calendari stabiliti. Anche questo canale resterà attivo durante tutto il 2025, garantendo continuità nei processi di versamento.


