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Come rimediare all’omesso versamento del saldo Iva 2024: guida e procedure

24 Marzo, 2025

Il 17 marzo 2025 è scaduto il termine per il versamento del saldo Iva 2024 risultante dal modello Iva 2025. Quali sono le conseguenze per chi non ha rispettato tale scadenza? Analizziamo le modalità di regolarizzazione disponibili, le sanzioni applicabili e come beneficiare delle riduzioni previste dal ravvedimento operoso, alla luce delle recenti modifiche normative introdotte dalla Riforma fiscale.

Le opzioni di versamento del saldo Iva

Il saldo Iva 2024 poteva essere legittimamente versato secondo diverse modalità:

  • In un’unica soluzione entro il 17 marzo 2025;
  • In forma rateizzata, con l’ultima rata da versare entro il 16 dicembre 2025;
  • Differito al termine previsto per il saldo delle imposte sui redditi, applicando una maggiorazione dell’1,60% se pagato entro il 30 giugno 2025, oppure con un’ulteriore maggiorazione dello 0,40% se versato entro il 30 luglio 2025.

Le conseguenze dell’omesso versamento

Il contribuente che non ha effettuato il versamento entro la scadenza ordinaria incorre in una sanzione amministrativa pari al 25% dell’importo non pagato, come previsto dall’articolo 13 del D.Lgs. 471/1997, modificato dal D.Lgs. 87/2024 in attuazione della Riforma fiscale. Tali modifiche si applicano alle violazioni commesse dal 1° settembre 2024.

La normativa prevede tuttavia alcune riduzioni automatiche della sanzione base in relazione alla tempestività del versamento tardivo:

  • Per versamenti effettuati entro il 14° giorno dalla scadenza: riduzione della sanzione allo 0,833% per ogni giorno di ritardo (12,50%/15);
  • Per versamenti con ritardo non superiore a 90 giorni: sanzione ridotta al 12,50% dell’imposta non versata.24

Rimediare con il ravvedimento operoso

L’istituto del ravvedimento operoso rappresenta la via principale per regolarizzare spontaneamente l’omesso versamento del saldo Iva, beneficiando di sostanziali riduzioni delle sanzioni. La disciplina è contenuta nell’articolo 13 del D.Lgs. 472/1997, anch’esso oggetto di modifica da parte del D.Lgs. 87/2024.

È fondamentale sottolineare che questa possibilità viene meno qualora il contribuente riceva una comunicazione di irregolarità (avviso bonario) dall’Agenzia delle Entrate. In tal caso, sarà possibile beneficiare esclusivamente della riduzione a 1/3 delle sanzioni prevista in caso di acquiescenza.

Le fasce temporali del ravvedimento

Il ravvedimento operoso garantisce diversi livelli di riduzione delle sanzioni in base alla tempestività dell’adempimento spontaneo:

  • Riduzione a 1/10 per regolarizzazioni entro 30 giorni dalla scadenza:
    • 0,0833% per ogni giorno di ritardo fino al 14° giorno
    • 1,25% dal 15° al 30° giorno (12,50%/10)
  • Riduzione a 1/9 per regolarizzazioni dal 30° al 90° giorno dalla scadenza: sanzione pari all’1,3889% (12,50%/9)
  • Riduzione a 1/8 per regolarizzazioni effettuate dal 91° giorno, ma entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa all’anno della violazione: sanzione pari al 3,125% (25%/8)
  • Riduzione a 1/7 per regolarizzazioni oltre il termine di presentazione della dichiarazione relativa all’anno della violazione: sanzione pari al 3,5714% (25%/7)

Il perfezionamento del ravvedimento

Per perfezionare il ravvedimento operoso non è sufficiente versare l’imposta omessa e le sanzioni ridotte, ma è necessario corrispondere anche gli interessi legali, calcolati con maturazione giorno per giorno dal momento in cui il tributo avrebbe dovuto essere versato fino al giorno in cui viene effettivamente pagato.

Dal 1° gennaio 2025, come stabilito dal Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 10 dicembre 2024 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 294 del 16 dicembre 2024), il tasso di interesse legale annuo è fissato al 2%, in diminuzione rispetto al precedente 2,50%.

Esempio pratico di ravvedimento

Immaginiamo un contribuente con un saldo Iva 2024 di 10.000 euro non versato alla scadenza del 17 marzo 2025, che decide di regolarizzare la propria posizione il 10 aprile 2025 (24 giorni di ritardo).

Il calcolo sarà il seguente:

  • Imposta da versare: 10.000 euro.
  • Sanzione ridotta a 1/10: 125 euro (10.000 × 1,25%).
  • Interessi legali: 10.000 × 2% × 24/365 = 13,15 euro.
  • Totale da versare: 10.138,15 euro.

La procedura di versamento per la regolarizzazione

Per effettuare il ravvedimento, il contribuente deve utilizzare il modello F24, indicando separatamente:

  • L’imposta omessa con il codice tributo originario.
  • La sanzione ridotta con il codice tributo 8904.
  • Gli interessi con il codice tributo 1991.

Per ciascun importo dovranno essere indicati come periodo di riferimento l’anno 2024 e, nel campo “rateazione”, il codice “0101”.

Attenzione ai controlli dell’Agenzia delle Entrate

È bene ricordare che l’omesso versamento del saldo Iva può attivare i controlli automatizzati dell’Agenzia delle Entrate. Per evitare comunicazioni di irregolarità e conseguenti limitazioni al ravvedimento operoso, è consigliabile provvedere alla regolarizzazione nel più breve tempo possibile.

In sintesi

IN SINTESI


Cosa succede se non si è versato il saldo Iva 2024 entro il 17 marzo 2025? Si incorre in una sanzione amministrativa pari al 25% dell’importo non pagato, salvo si regolarizzi spontaneamente con il ravvedimento operoso. La sanzione può essere ridotta in base ai tempi di pagamento.


Quali sono le modalità per regolarizzare il mancato versamento? Il contribuente può usufruire del ravvedimento operoso, che prevede riduzioni crescenti della sanzione a seconda del ritardo: entro 14 giorni (0,833% al giorno), entro 30 giorni (1,25%), entro 90 giorni (1,3889%), fino alla dichiarazione (3,125%) o oltre (3,5714%).


Cosa serve per perfezionare il ravvedimento operoso? È necessario versare l’imposta omessa, la sanzione ridotta e gli interessi legali maturati, calcolati giorno per giorno. Dal 1° gennaio 2025 il tasso legale è del 2%.


Come si effettua il versamento per il ravvedimento? Si utilizza il modello F24 indicando: l’imposta con il codice originario, la sanzione con il codice 8904, gli interessi con il codice 1991. Il periodo di riferimento è il 2024 e va inserito il codice rateazione “0101”.


Cosa succede se arriva un avviso dell’Agenzia delle Entrate prima della regolarizzazione? In tal caso non si può più accedere al ravvedimento operoso e si può solo ottenere la riduzione a un terzo della sanzione tramite acquiescenza.


Perché è importante agire in fretta? Perché i controlli automatizzati dell’Agenzia delle Entrate possono attivarsi presto: per non perdere il diritto al ravvedimento e ridurre l’esborso, è essenziale regolarizzare il prima possibile.

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