Il trattamento di fine mandato degli amministratori continua a sollevare questioni interpretative nella pratica professionale. La disciplina fiscale prevede ora che la deducibilità sia subordinata a requisiti specifici, legati principalmente alla tempistica e alle modalità di versamento del compenso.
🕒 Cosa sapere in un minuto
- Deducibilità TFM: ammessa solo se prevista da atto scritto con data certa anteriore all’inizio del rapporto.
- Principio di competenza: quote deducibili nell’esercizio di accantonamento, se i requisiti formali sono rispettati.
- Limiti: deducibilità non riconosciuta se mancano i presupposti documentali o temporali (atto tempestivo).
- Documentazione: fondamentale avere tutti gli adempimenti formali corretti già in fase di nomina dell’amministratore.
- Controlli fiscali: rilievo più frequente: assenza di data certa sull’accordo TFM.
- Approccio prudenziale: meglio formalizzare in eccesso che rischiare il disconoscimento successivo.
Il quadro normativo di riferimento
La normativa tributaria ha chiarito alcuni aspetti cruciali attraverso il combinato disposto degli articoli 17, comma 1, lettera c), e 105 del Tuir. Secondo quanto stabilito dal principio di competenza, le quote accantonate per il trattamento di fine mandato degli amministratori sociali risultano deducibili solo quando la previsione deriva da un atto scritto con data certa anteriore all’inizio del rapporto. Un aspetto che nella prassi genera spesso incertezze.
L’Importo del TFM – e qui sta il punto centrale della questione – non va comunicato alle regole per le TFR dei lavoratori dipendenti. Si tratta infatti di un secondo luogo TFM degli amministratori, che possono essere dedotte in ciascun esercizio secondo il principio di competenza. Ma c’è un “ma”: la deducibilità incontra limiti precisi che occorre valutare caso per caso.
Competenza temporale e limiti alla deducibilità
Il principio di competenza assume qui una valenza particolare. Come spesso accade nella casistica tributaria, la deducibilità delle quote accantonate richiede che il trattamento sia previsto in favore degli amministratori della società. La previsione deve risultare da un atto scritto avente data certa anteriore all’inizio del rapporto, requisito che specifichi anche l’importo del compenso.
Nella prassi professionale si osserva tuttavia una criticità ricorrente: molte società non rispettano questo requisito temporale. Il risultato? Le somme accantonate non trovano riconoscimento fiscale pieno, creando disallineamenti tra contabilità civilistica e dichiarazione fiscale.
La giurisprudenza sulla questione
La Commissione tributaria provinciale di Torino, con un orientamento consolidato, ha affrontato la problematiche legate all’operato dell’ufficio. Il principio emergente dalla società viene rispecchiato dal secondo grado di merito. La giurisprudenza ha talvolta interpretato il requisito della data certa in modo rigoroso, non accettando interpretazioni estensive.
Si consideri che la fattispecie dell’art. 2389 del codice civile disciplina aspetti diversi da quelli fiscali. La normativa civilistica indeed consente maggiore flessibilità nell’individuazione e quantificazione del trattamento, mentre quella tributaria richiede maggiore formalismo.
Aspetti applicativi e criticità ricorrenti
Il limite di deducibilità trova applicazione nell’esercizio in cui viene effettuato il versamento. Questa regola, apparentemente semplice, nasconde insidie applicative non sempre evidenti. L’articolo 2120 del codice civile prevede meccanismi che spesso si rivelano inadeguati quando trasferiti al contesto degli amministratori.
La giurisprudenza sul TFM ha evidenziato come non sempre risulti agevole l’applicazione analogica delle norme sul TFR. Le specificità del mandato amministrativo richiedono valutazioni ad hoc, che tengano conto della natura fiduciaria del rapporto.
È opportuno notare che il riconoscimento della deducibilità presuppone anche il rispetto di ulteriori adempimenti formali. La documentazione deve essere completa e conforme ai requisiti previsti dalla normativa di settore.
Implicazioni pratiche per le società
Nell’esperienza applicativa emerge chiaramente l’importanza di una pianificazione accurata. Le società che intendono beneficiare della deducibilità devono predisporre la documentazione necessaria già in fase di nomina degli amministratori. Un aspetto spesso trascurato, che può comportare significativi aggravi fiscali.
La prassi amministrativa suggerisce inoltre di verificare periodicamente la coerenza tra accantonamenti effettuati e requisiti normativi. Come spesso accade in ambito tributario, la retroattività delle correzioni risulta limitata o del tutto preclusa.
Si deve inoltre considerare che le verifiche dell’Agenzia delle Entrate si concentrano proprio su questi aspetti formali. La mancanza della data certa rappresenta uno dei rilievi più frequenti in sede di controllo fiscale.
Prospettive future e considerazioni operative
L’evoluzione normativa in materia di TFM deducibilità lascia presagire ulteriori chiarimenti da parte dell’amministrazione finanziaria. La crescente attenzione verso la trasparenza dei compensi degli amministratori potrebbe portare a modifiche del quadro applicativo.
Nella pratica professionale si raccomanda quindi un approccio prudenziale. È preferibile eccedere nella formalizzazione piuttosto che rischiare il disconoscimento della deducibilità. I costi di regolarizzazione ex post superano infatti quasi sempre i benefici dell’accantonamento originario.
La materia resta complessa e richiede competenze specifiche. L’assistenza di consulenti specializzati risulta spesso determinante per evitare errori che potrebbero compromettere la posizione fiscale della società.



