L’ultima sanatoria fiscale introdotta dalla legge di bilancio 2026 rappresenta una vera e propria ultima chance per chi ha accumulato debiti con il fisco. Tuttavia, la rottamazione 5 cambia le carte in tavola rispetto alle edizioni precedenti, soprattutto quando si tratta di ciò che succede se il pagamento salta. Chi aderisce dovrà stare attento, perché una decadenza dal piano comporta l’impossibilità di ricorrere alle classiche dilazioni ordinarie che avevano salvato molti debitori in passato.
🕒 Cosa sapere in un minuto
- Ultima chance fiscale: La rottamazione quinquies è l’ultima sanatoria per debiti da omesso versamento (esclusi quelli da accertamento sostanziale)
- Decadenza rigorosa: Con 2 rate insolute (anche non consecutive) si decade dal piano e non sarà più possibile accedere alle dilazioni ordinarie (art. 19 DPR 602/73)
- Tempi lunghi: Fino a 54 rate bimestrali (9 anni), con prima rata al 31 luglio 2026 e ultima al 31 maggio 2035. Rata minima 100 euro
- Cosa si paga: Solo imposte non versate + spese di notifica ed esecuzione + interessi al 4% annuo. Cancellati: sanzioni, interessi moratori e aggio
- Sospensione esecutiva: Con la domanda si sospendono fermi amministrativi, ipoteche e procedure esecutive
- Scadenze: Domanda entro il 30 aprile 2026 all’Agenzia delle Entrate-Riscossione, che comunicherà l’importo entro il 30 giugno 2026
- Attenzione: Valutare attentamente la sostenibilità del piano per 9 anni prima di aderire. La decadenza riporta in esecuzione ordinaria senza possibilità di rinegoziazione
Il ritorno al passato: no alle dilazioni post decadenza
La decadenza dalla sanatoria significa concretamente una cosa: addio alla possibilità di rateizzare successivamente i debiti attraverso i canali ordinari. Chi perde i benefici della rottamazione 5 cartelle esattoriali non potrà fare ricorso all’articolo 19 del DPR 602/1973 per ottenere nuove dilazioni. Questo rappresenta un passo indietro rispetto a quello che era accaduto con la rottamazione quater, dove una volta decaduti era comunque ancora possibile accedere alle dilazioni normali.
La norma è contenuta nell’articolo 23, comma 13, lettera a) della legge di bilancio. Si tratta di una scelta che riporta il sistema ai tempi della rottamazione 3, quando anch’essa prevedeva il divieto assoluto di ulteriori rateizzazioni per i debiti inclusi nella dichiarazione di adesione.
Che cosa significa in termini concreti? Se un debitore sottoscrive il piano di rottamazione e poi non paga regolarmente le rate, perdendo il beneficio, si troverà di fronte a una situazione più difficile. Le cartelle torneranno in esecuzione ordinaria, senza possibilità di negoziare condizioni di pagamento alternative con l’agente di riscossione.
Due rate insolute: la soglia che fa scattare la decadenza
Qui però la legge offre un respiro di sollievo. La decadenza dal piano non scatta più al primo pagamento mancato, come accadeva in precedenza. Occorrono adesso due rate insolute, anche non consecutive, affinché il debitore perda i benefici della sanatoria. Questo è un elemento importante perché allarga il margine di tolleranza per chi si trovi in difficoltà temporanea.
Anche la mancata presentazione dell’ultima rata o dell’unica rata, nel caso di pagamento in soluzione unica entro il 31 luglio 2026, determina comunque la decadenza. Ma il fatto che servano due rate differenzia questa edizione dalla precedente e crea uno spazio di manovra maggiore per il contribuente.
Non deve trattarsi di rate consecutive. Se il debitore salta il pagamento nel terzo mese e poi di nuovo nel decimo, quella è decadenza. La prassi amministrativa dovrà comunque chiarire meglio come l’Agenzia delle Entrate-Riscossione conteggerà l’ordine temporale delle inadempienze, ma il principio è cristallino: servono due mancamenti per perdere il tutto.
Tempi lunghi per il pagamento: fino a 54 rate bimestrali
Compensando il rigore della decadenza, il legislatore ha allungato i tempi di rateizzazione in modo considerevole. Un debitore che aderisce alla rottamazione 5 può spalmare il pagamento su 54 rate bimestrali, il che corrisponde a 9 anni di tempo a disposizione. La prima rata scade il 31 luglio 2026, l’ultima il 31 maggio 2035.
Si tratta di un orizzonte temporale decisamente ampio, che consente a molti imprenditori e professionisti di distribuire il peso del debito su un periodo più lungo rispetto alle precedenti edizioni. Gli importi si dimezzano, per così dire, ma rimangono vincolati al pagamento per quasi un decennio.
Occorre però considerare il vincolo della rata minima di 100 euro. Non tutti i debiti, particolarmente quelli di importo ridotto, riusciranno a raggiungere le 54 rate. Un debito di 2.000 euro, per esempio, si dividerebbe comunque in un numero di rate inferiore, mantenendo comunque la rata minima.
Inoltre gli interessi calcolati al 4% annuo sul debito principale vengono aggiunti al totale da pagare. Quindi il debitore non deve considerare solo il debito originario, ma anche questa componente aggiuntiva quando valuta la convenienza della proposta.
Il servizio ContiTu e il rischio di esclusione dalle dilazioni
Una criticità che merita approfondimento riguarda il servizio ContiTu, uno strumento offerto dall’Agenzia della Riscossione che consente al debitore di alleggerire il carico della sanatoria escludendo dal pagamento alcune cartelle durante il corso della rateizzazione. Si pensi a chi, in carenza di liquidità, voglia concentrare le risorse su alcune posizioni debitorie e rimandare altre.
La disposizione di legge potrebbe impedire l’accesso alle dilazioni anche per i carichi tolti dal piano attraverso ContiTu nel caso di decadenza. Questo significherebbe che, oltre ai debiti rimasti nel piano di rottamazione, il debitore perderebbe ogni possibilità di dilazionare anche quelli esclusi durante la rateizzazione. Si tratta di un aspetto che deve ancora trovare chiarimenti interpretativi da parte dell’amministrazione, perché il testo normativo è alquanto ambiguo su questo punto.
I benefici della rottamazione quinquies: cosa copre e cosa no
Una precisazione importante riguarda l’ambito soggettivo della sanatoria. La rottamazione quinquies interessa esclusivamente i carichi derivanti dall’omesso versamento di imposte o contributi, non quelli risultanti da accertamento. Non rientra nella sanatoria il debito che scaturisce da un controllo sostanziale del fisco che ha accertato un imponibile diverso.
Questo significa che chi ha dichiarato e semplicemente non versato può usufruire della pace fiscale. Chi invece è stato sottoposto a verifica e gli è stato contestato un reddito differente rimane escluso. È un elemento importante che restringe l’accesso alla misura a categorie specifiche di debitori.
La domanda di adesione deve essere presentata entro il 30 aprile 2026 all’Agenzia delle Entrate-Riscossione, che comunicherà l’importo dovuto entro il 30 giugno dello stesso anno. Con la presentazione della domanda si sospendono fermi amministrativi, ipoteche e procedure esecutive, garantendo un respiro al debitore e al suo patrimonio.
Le sanzioni e gli accessori: cosa scompare dal calcolo
Un elemento particolarmente favorevole della rottamazione quinquies riguarda l’estinzione totale del debito. Il debitore pagherà solo le imposte effettivamente non versate, le spese di notifica e di esecuzione. Le sanzioni amministrative, gli interessi moratori di cui al codice civile e l’aggio di riscossione vengono completamente cancellati.
Per chi ha rimandato anni il pagamento, si tratta di uno sconto consistente. Un debito di 10.000 euro, dopo qualche anno di mancato pagamento, potrebbe raggiungere facilmente 14.000-15.000 euro con l’accumulo di sanzioni e interessi. La sanatoria consente di saldare la posizione conservando solo il dovuto originario.
Questo non vuol dire che il debitore non paghi nulla in più. L’interesse al 4% annuo si aggiunge comunque al totale, ma rappresenta un costo molto inferiore rispetto ai tassi di mora ordinaria e soprattutto consente una prevedibilità del costo finale.
Il passaggio da una a due rate insolute: mitigazione del rigore
Quando la norma stabilisce che occorrono due rate insolute per la decadenza, introduce un margine di tolleranza rispetto al sistema precedente della rottamazione 4, dove tecnicamente una sola rata non pagata poteva comunque determinare conseguenze significative.
Nella prassi questo si traduce in una maggiore elasticità. Un debitore che salti accidentalmente il pagamento di una rata, magari per semplice dimenticanza, non perderà automaticamente il diritto al piano. Avrà l’opportunità di regolarizzare, perché la decadenza scatta solo al secondo evento di morosità.
Tuttavia è bene sottolineare che l’Agenzia delle Entrate-Riscossione dovrà comunicare il mancato pagamento. Il debitore non deve aspettarsi una tolleranza implicita: ogni rate non corrisposta genera una notifica, e il rischio di finire in decadenza rimane concreto dopo due assenze.
Comparazione con le precedenti rottamazioni
Fare un raffronto veloce con le altre edizioni chiarisce ulteriormente la posizione della rottamazione quinquies. La rottamazione 3, disciplinata dal decreto legge 119/2018, già prevedeva il divieto assoluto di ulteriori dilazioni post decadenza. La rottamazione 4, invece, era stata più permissiva su questo aspetto.
Con questa quinta edizione il legislatore ha scelto di tornare a un sistema più rigido, ma contemporaneamente ha compensato con i tempi di rateizzazione più lunghi e con la soglia di due rate per la decadenza. È una sorta di equilibrio tra protezione del debitore e rigore del sistema.
Il numero massimo di rate è aumentato nel tempo. Dalle 18 rate della rottamazione 3 alle 54 della rottamazione quinquies, il trend è chiaramente orientato verso una maggiore dilazione nel tempo. Questo riflette una politica di governo che privilegia la recuperabilità dei crediti tributari attraverso piani più sostenibili economicamente per il debitore.
Implicazioni per il debitore: una valutazione ponderata
Prima di aderire alla rottamazione quinquies, un debitore dovrebbe domandarsi concretamente se è nelle condizioni di sostenere le rate per 9 anni consecutivi. Una valutazione della capacità di cassa diventa fondamentale. Il rischio di decadenza dopo 54 mesi di pagamenti regolari rappresenta una minaccia concreta per chi non pianifichi adeguatamente il flusso di cassa futuro.
Per un piccolo imprenditore, aderire potrebbe essere strategico. Il fatto di sospendere ipoteche e fermi amministrativi per quasi un decennio offre una respirazione finanziaria significativa. Però il vincolo del pagamento bimestrale non deve essere sottovalutato.
Chi ha prospettive di miglioramento economico nei prossimi anni può valutare positivamente l’accesso alla sanatoria. Chi invece vede il proprio reddito tendenzialmente in calo dovrebbe riflettere: decadere dopo due rate insolute porta direttamente in esecuzione ordinaria, senza la possibilità di rinegoziare successivamente attraverso i normali canali di dilazione.
Il ruolo cruciale della consultazione preventiva
Prima di sottoscrivere la dichiarazione di adesione, consultare un professionista esperto di materia tributaria è caldamente suggerito. Commercialisti e consulenti tributari possono simulare scenari di pagamento, valutare il peso degli interessi al 4% e, soprattutto, verificare se i carichi rientrano veramente nell’ambito della sanatoria oppure sono esclusi per natura (debiti da accertamento sostanziale).
La semplicità formale della procedura non deve ingannare circa la complessità tecnica della valutazione. Un errore nella determinazione dell’importo dovuto, o una sottovalutazione della capacità di pagamento, può esporre il debitore a un rischio significativo di decadenza.
Inoltre, chi ha beneficiato in passato di altre rottamazioni decadute può trovare in questa quinta edizione una nuova opportunità, ma solo se i debiti in questione rientrano negli specifici criteri di ammissibilità.
Aspetti ancora da chiarire con i decreti attuativi
La legge di bilancio ha fissato i principi, ma rimangono aperte alcune questioni interpretative che attendono chiarimento dalle circolari attuative dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Come verranno conteggiati gli ordini temporali delle inadempienze? Come funzionerà esattamente il sistema di sospensione di fermi e ipoteche? Quale sarà la procedura di comunicazione della decadenza?
Questi dettagli operativi sono cruciali e potranno incidere significativamente sulla pratica applicativa della norma. I professionisti attendono con particolare attenzione le prime comunicazioni ufficiali dell’amministrazione, che dovrebbero chiarire molti aspetti ancora nebulosi.
Nel frattempo, il termine per presentare la domanda di adesione è il 30 aprile 2026. I debitori interessati hanno ancora qualche mese per riflettere e consultarsi con i propri consulenti, ma il tempo stringe e una decisione ponderata deve essere presa con adeguato anticipo.
Considerazioni finali sulla strategia del debitore
La rottamazione quinquies rappresenta davvero un’ultima opportunità per chi ha debiti tributari accumulati. Non è una soluzione universale, ma per molti potrebbe essere una strada più percorribile rispetto all’esecuzione ordinaria o al concordato. Il fatto di poter sospendere fermi e procedure di pignoramento per 9 anni, estinguere sanzioni e accessori, e pagare solo il dovuto originario con interessi predeterminati, crea uno spazio di negoziazione significativo con il fisco.
Però il prezzo della rigidità sulla decadenza è reale. Una volta persi i benefici, il contribuente non potrà ricorrere alle dilazioni ordinarie e si troverà di fronte a esecuzione ordinaria con maggiori pressioni patrimoniali. La scelta di aderire deve quindi essere ben ponderata, realistica nella valutazione della capacità di pagamento, e consigliata da chi sa riconoscere quando la misura è conveniente e quando invece espone il debitore a rischi eccessivi.
La sanatoria chiude dunque una fase di pacificazione fiscale attraverso edizioni successive, ognuna con caratteristiche proprie. Per questa volta, le opportunità sono concrete, ma la strada rimane stretta e richiede attenzione nel camminarvi.
Tabella riepilogativa: Rottamazione Quinquies vs Rottamazioni precedenti
| Aspetto | Rottamazione quinquies | Rottamazione quater | Rottamazione ter |
|---|---|---|---|
| Carichi affidati fino a | 31 dicembre 2023 | 31 dicembre 2021 | 31 dicembre 2018 |
| Rate massime | 54 (bimestrali, 9 anni) | 18 (mensili, 18 mesi circa) | 18 (mensili, 18 mesi circa) |
| Decadenza da rate insolute | 2 (anche non consecutive) | Disciplina differente | 1 |
| Dilazioni post decadenza | No (art. 19 DPR 602/73 bloccato) | Sì, possibili | No (come Rottamazione 5) |
| Rata minima | 100 euro | Varia | Varia |
| Interessi | 4% annuo | Previsti | Previsti |
| Estinzione sanzioni | Sì, totale | Sì, totale | Sì, totale |
| Scadenza domanda | 30 aprile 2026 | Già scaduta | Già scaduta |


