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Cartella esattoriale

Rottamazione quinquies: esclusi gli evasori totali, spazio ai soli avvisi bonari

16 Ottobre, 2025

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La discussione sulla prossima definizione agevolata delle cartelle esattoriali entra nel vivo. Il Governo sta lavorando a un testo che potrebbe rivoluzionare l’accesso alla sanatoria, restringendo il perimetro dei beneficiari ma allungando i tempi di pagamento. L’obiettivo dichiarato è contenere l’impatto sui conti pubblici, che nelle precedenti edizioni aveva superato le aspettative in negativo, riducendo gli incassi attesi di diversi miliardi. La proposta in esame prevede un’impostazione più selettiva rispetto alle rottamazioni precedenti. Chi non ha presentato la dichiarazione dei redditi resterebbe fuori. La misura coprirebbe tutti i ruoli notificati entro il 31 dicembre 2023, ma con modalità che differiscono dalle precedenti quattro edizioni. Il costo stimato dell’operazione si aggira intorno ai 3 miliardi di euro nell’arco di tre anni, una cifra ottenuta grazie all’esclusione dal perimetro di chi risulta in regola con i pagamenti della rottamazione quater.

🕒 Cosa sapere in un minuto

  • La nuova rottamazione quinquies limita l’accesso agli avvisi bonari, escludendo evasori totali e chi non presenta la dichiarazione.
  • Debiti dilazionabili fino a 9 anni (108 rate), rata minima € 50; decadenza dopo due rate non pagate.
  • Previsto il “ripescaggio” dei decaduti dalle rottamazioni precedenti.
  • I tributi locali potrebbero essere esclusi, decisione demandata ai Comuni.
  • L’approvazione definitiva attesa con la Legge di Bilancio 2026.
  • Chi è escluso potrà solo accedere alla rateizzazione ordinaria (senza sconti su sanzioni/interessi).

L’accesso limitato agli avvisi bonari

Il punto più discusso riguarda la platea dei beneficiari. Secondo le indiscrezioni, la rottamazione quinquies potrebbe essere riservata esclusivamente ai contribuenti destinatari di avvisi bonari. Nella prassi amministrativa, questi atti riguardano situazioni in cui il contribuente ha dichiarato correttamente quanto dovuto all’Erario o all’INPS, ma poi ha omesso il versamento oppure ha commesso errori materiali.

Gli avvisi bonari si riferiscono principalmente a due fattispecie: i controlli formali e le liquidazioni. Nel primo caso il contribuente deve fornire la documentazione a sostegno di detrazioni o deduzioni indicate in dichiarazione. Se non lo fa, l’Agenzia delle Entrate revoca l’agevolazione e recupera le somme con sanzioni e interessi. Nel secondo caso si tratta di imposte già dichiarate ma non versate, identificate tramite l’incrocio dei dati dichiarativi con i pagamenti effettuati tramite F24.

Resterebbero esclusi gli accertamenti per redditi non dichiarati, multe stradali e tributi locali. Su quest’ultimo punto la questione è ancora aperta, dato che alcune fonti parlano di una facoltà riconosciuta ai Comuni di aderire o meno alla sanatoria.

Piani di rateizzazione fino a nove anni

La dilazione rappresenta il cuore della misura. Si va verso un piano che consente di spalmare il debito su 108 rate mensili, quindi nove anni complessivi. Un’estensione temporale significativa rispetto alle 60 rate della rottamazione quater. Sembra essere tramontata l’ipotesi di una maxi rata iniziale del 5% o 10% dell’importo dovuto, quella che nelle precedenti edizioni aveva rappresentato un ostacolo per molti contribuenti.

Secondo quanto emerso, per la maggior parte dei debitori con cartelle inferiori a 5.000 euro (che rappresentano circa il 93% delle posizioni) il piano sarà più breve e proporzionato all’importo. Si ipotizza una rata minima di 50 euro. Un esempio: chi deve 2.000 euro potrebbe estinguere il debito in 40 rate mensili.

Per importi più consistenti si arriverebbe alle 108 rate, tutte di pari importo. La decadenza scatterebbe dopo il mancato pagamento di due rate anche non consecutive, un criterio meno severo rispetto alla rottamazione quater dove bastava saltare una sola rata.

Il recupero dei decaduti e i controlli anti-elusione

Una novità attesa riguarda il ripescaggio di chi è decaduto dalle precedenti edizioni. Potrebbero rientrare anche i contribuenti che nelle rottamazioni precedenti hanno saltato anche solo una rata, perdendo così il beneficio. Per questi soggetti si aprirebbero nuove possibilità di regolarizzazione.

Contestualmente, per evitare adesioni strumentali che ridurrebbero gli incassi attesi (come già accaduto con la quater), si sta valutando l’introduzione di un sistema di controlli mirati. In particolare si vuole evitare che l’adesione alla rottamazione venga utilizzata solo per ottenere il DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva), senza reale intenzione di rispettare il piano di pagamento.

La posizione della Lega e il dibattito politico

Il braccio di ferro tra le forze di maggioranza continua. La Lega, tramite il deputato Alberto Bagnai, ha chiarito che la rottamazione sarà “un grande aiuto per le persone oneste che realmente non hanno potuto pagare perché in difficoltà economiche. Non certo per chi pensava di evadere le tasse e farla franca”. La proposta leghista parte dal disegno di legge sulla cosiddetta “rottamazione lunga” (AS 1375), presentato dal presidente della commissione Finanze del Senato Alberto Gusmeroli e attualmente all’esame di Palazzo Madama.

Forza Italia spinge invece per un intervento più selettivo, con paletti stringenti per i “recidivi” e per l’ambito di applicazione. La mediazione in corso potrebbe portare a una soluzione intermedia, con l’esclusione di chi non ha dichiarato i redditi ma l’inclusione di tutti i ruoli notificati entro la fine del 2023.

Tributi locali e facoltà dei Comuni

Sul fronte degli enti locali la questione resta aperta. Nelle precedenti rottamazioni i tributi comunali erano stati inclusi, sia pure con modalità differenziate. Ora si valuta se lasciare ai Comuni la facoltà di aderire alla sanatoria oppure escludere tout court le entrate locali dal perimetro della misura. L’esclusione totale eviterebbe discussioni in sede locale sull’opportunità di aderire, ma priverebbe molti contribuenti della possibilità di sanare anche questi debiti.

Alcune amministrazioni locali hanno già manifestato perplessità, temendo una riduzione degli incassi proprio in un momento di difficoltà per i bilanci comunali.

I numeri delle precedenti rottamazioni

Le quattro edizioni precedenti non hanno garantito i risultati attesi. In particolare la rottamazione quater, introdotta con la Legge di Bilancio 2023 e riferita ai carichi affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022, ha evidenziato un divario significativo tra le somme ipotizzate e quelle effettivamente riscosse. Su 300 milioni di euro stimati sono stati incassati solo 100 milioni nei primi mesi.

Questo dato ha spinto il Governo a rivedere l’impianto della nuova misura, cercando di renderla più sostenibile dal punto di vista finanziario. L’esclusione di chi è già in regola con i pagamenti della quater rappresenta proprio il tentativo di contenere l’onerosità della quinquies.

Il calendario e le prossime tappe

L’assetto definitivo della rottamazione quinquies dovrebbe essere definito con l’approvazione della Legge di Bilancio 2026, attesa per i prossimi mesi. Il Consiglio dei Ministri del 14 ottobre 2025 ha avviato i lavori sul DL Anticipi o Collegato Fiscale, ma molti fronti restano aperti.

Le prime adesioni potrebbero aprirsi tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026. Chi ha pendenze con il fisco dovrebbe quindi iniziare a valutare le proprie opzioni, senza attendere l’ultimo momento. Nel frattempo prosegue l’iter della rottamazione quater, con la sesta rata in scadenza il 30 novembre 2025 (con i cinque giorni di tolleranza che portano la scadenza effettiva al 5 dicembre).

Cosa rischiano i contribuenti esclusi

L’eventuale restrizione del perimetro ai soli avvisi bonari lascerebbe fuori una platea consistente di contribuenti. Chi non ha presentato la dichiarazione, chi ha subito accertamenti per redditi non dichiarati, chi ha cartelle relative a multe o sanzioni amministrative non potrebbe beneficiare della sanatoria.

Per questi soggetti resterebbero aperte le ordinarie procedure di rateizzazione presso l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, ma senza gli sconti su sanzioni e interessi previsti dalla rottamazione. Occorre valutare caso per caso la convenienza delle diverse soluzioni disponibili.

Le criticità ancora da sciogliere

Diversi nodi restano da sciogliere prima dell’approvazione definitiva. La questione dei tributi locali, l’entità della rata minima, le modalità di accesso per i decaduti dalle precedenti edizioni, i controlli anti-elusione. Tutto deve ancora trovare una sistemazione nel testo normativo.

C’è poi il tema delle coperture finanziarie. Senza fondi adeguati la misura rischia di restare un annuncio. Il tetto di 3 miliardi nell’arco di tre anni dovrà essere rispettato, pena l’impossibilità di dare seguito alla sanatoria.

Sul fronte politico la trattativa prosegue. La Lega insiste per una misura più ampia, capace di abbracciare il maggior numero possibile di contribuenti in difficoltà. Forza Italia chiede invece paletti più stringenti per evitare che la rottamazione si trasformi in un premio per chi ha deliberatamente evaso. La sintesi dovrebbe arrivare nelle prossime settimane.

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