Il rifinanziamento della Nuova Sabatini per il biennio 2026-2027 conferma la centralità di questo strumento agevolativo per le piccole e medie imprese italiane. La Legge di Bilancio ha stanziato 200 milioni di euro per il 2026 e 450 milioni per il 2027, destinati a sostenere investimenti in beni strumentali, con particolare attenzione alla transizione digitale ed ecologica. La procedura di accesso, però, mantiene un vincolo operativo: le imprese devono presentare la richiesta esclusivamente tramite banca o intermediario finanziario, senza possibilità di accesso diretto al Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
🕒 Cosa sapere in un minuto
- Nuova Sabatini 2026-2027: stanziati 200 milioni per il 2026 e 450 milioni per il 2027 a sostegno di investimenti in beni strumentali e transizione digitale/ecologica.
- Procedura: obbligo di domanda tramite banca/intermediario, senza accesso diretto al Ministero.
- Agevolazione: tasso 2,75% per finanziamenti bancari e contributo ministeriale fino a 4 milioni per programma.
- Tipologie bandi: investimenti ordinari, 4.0 (con maggiorazione contributo 30%) e green.
- Cumulabilità: compatibile con crediti d’imposta 4.0 e altre agevolazioni ma nei limiti del “de minimis” (max 300.000 € in tre anni).
- Tempistiche: domanda entro il 31/12 dell’anno di completamento investimento; avviare per tempo le pratiche bancarie.
- Documentazione: obbligo conservazione per 10 anni dopo erogazione contributo; verifiche ministeriali possibili anche anni dopo.
- Settori esclusi: solo finanza e assicurazioni. Prevista versione potenziata per società di capitali con aumento di capitale.
La struttura dell’agevolazione Sabatini beni strumentali
La misura si articola attraverso un meccanismo di duplice sostegno alle PMI. Da un lato, l’impresa ottiene un finanziamento bancario a condizioni agevolate, con tasso d’interesse convenzionato fissato al 2,75%. Dall’altro, il Ministero eroga un contributo in conto impianti che abbatte il costo effettivo del credito.
Gli investimenti ammissibili spaziano dall’acquisto diretto all’acquisizione in leasing finanziario di macchinari, impianti, attrezzature e beni strumentali ad uso produttivo. Sono compresi anche hardware, software e tecnologie digitali. La soglia minima d’investimento è fissata a 20.000 euro, mentre il massimale raggiunge i 4 milioni di euro per singolo programma.
Secondo quanto previsto dall’articolo 2 della circolare direttoriale n. 410823 del 6 dicembre 2022, il finanziamento può avere durata massima di 5 anni. In questo lasso temporale l’impresa beneficia sia della riduzione del tasso applicato sia del contributo ministeriale, che viene erogato in quote annuali.
Investimenti ordinari, 4.0 e green: le tre anime della misura
Il decreto interministeriale 19 gennaio 2024, n. 43 ha articolato l’agevolazione su tre linee distinte. Gli investimenti ordinari comprendono l’acquisto di beni strumentali nuovi di fabbrica, classificabili nelle voci di bilancio B.II.2, B.II.3 e B.II.4 dello stato patrimoniale. Si tratta, nella prassi applicativa, di impianti, macchinari, attrezzature industriali e commerciali.
La seconda linea riguarda gli investimenti 4.0, che includono tecnologie avanzate come robotica, cybersecurity, manifattura additiva, realtà aumentata e sistemi di cloud computing. L’allegato 6/A alla circolare n. 14036 del 15 febbraio 2017 elenca in modo puntuale i beni materiali ammissibili, mentre l’allegato 6/B individua quelli immateriali. Per questa tipologia, il contributo ministeriale viene maggiorato del 30%, riconoscendo il maggior impatto sulla competitività aziendale.
Gli investimenti green rappresentano la terza direttrice. Si considerano tali gli acquisti di macchinari e impianti a basso impatto ambientale, finalizzati a migliorare l’ecosostenibilità dei processi produttivi. La circolare n. 50031 ha introdotto alcune precisazioni sui requisiti di certificazione ambientale necessari per accedere a questa linea di finanziamento.
Il ruolo dell’intermediario finanziario nella procedura
L’elemento distintivo della Sabatini resta la mediazione bancaria. L’impresa non può presentare domanda direttamente al Ministero. Deve rivolgersi a una banca o a un intermediario finanziario abilitato, che svolge funzioni di istruttoria e garanzia.
In concreto, l’imprenditore presenta alla banca il programma di investimento, completo di preventivi e documentazione tecnica. L’istituto di credito valuta la sostenibilità finanziaria dell’operazione e, se positiva, delibera il finanziamento. A quel punto trasmette al Ministero la richiesta di prenotazione delle risorse per il contributo.
La banca verifica la regolarità formale della domanda, la completezza della documentazione e la sussistenza dei requisiti soggettivi dell’impresa (iscrizione al Registro delle imprese, assenza di procedure concorsuali, rispetto dei parametri dimensionali delle PMI). Questa fase preliminare rappresenta spesso un collo di bottiglia procedurale, perché le risorse sono assegnate secondo l’ordine cronologico di trasmissione delle richieste.
Il Ministero, ricevuta la prenotazione, riserva le somme disponibili. Se le risorse si esauriscono prima della presentazione della domanda da parte della banca, l’impresa perde il diritto al contributo, pur potendo comunque ottenere il finanziamento bancario alle condizioni di mercato.
Cumulo con Transizione 4.0 e altre agevolazioni fiscali
Un aspetto rilevante, spesso trascurato nella fase di pianificazione degli investimenti, riguarda la cumulabilità della Sabatini con altri incentivi. Il contributo ministeriale è compatibile con il credito d’imposta previsto per gli investimenti in beni strumentali nuovi 4.0, disciplinato dall’articolo 1, commi da 1051 a 1063, della Legge 30 dicembre 2020, n. 178.
Occorre però rispettare i massimali previsti dai regolamenti europei in materia di aiuti di Stato. Per le imprese operanti nei settori generale, si applica il regime “de minimis” (Regolamento UE 2023/2831), che fissa un tetto massimo di 300.000 euro di aiuti nell’arco di tre esercizi finanziari.
Nella casistica comune, un’impresa manifatturiera che investe 500.000 euro in un macchinario 4.0 può:
- Ottenere il finanziamento Sabatini per l’intero importo, con contributo ministeriale calcolato sul tasso convenzionato
- Applicare il credito d’imposta 4.0 nella misura del 20% (se l’investimento rientra nei limiti previsti)
- Dedurre fiscalmente i canoni di leasing o le quote di ammortamento
La sovrapposizione di questi strumenti richiede una pianificazione fiscale accurata, per evitare il superamento dei massimali e la conseguente decadenza dalle agevolazioni.
Il vincolo temporale e i rischi di decadenza
La domanda di accesso al contributo deve essere presentata entro il 31 dicembre dell’anno di conclusione del programma di investimento. Questo termine rappresenta un punto critico. Se l’impresa completa l’acquisto dei beni strumentali a ottobre 2026, ha tempo fino al 31 dicembre 2026 per far presentare la domanda alla banca.
Nella pratica professionale si osserva che molte imprese sottovalutano i tempi tecnici necessari alla banca per l’istruttoria. Tra la richiesta dell’imprenditore e la trasmissione della domanda al Ministero possono trascorrere settimane. È quindi necessario avviare le interlocuzioni con l’istituto di credito con congruo anticipo rispetto alla scadenza.
La giurisprudenza amministrativa ha talvolta interpretato in modo rigoroso i termini di presentazione. L’impresa che non rispetta la scadenza perde definitivamente il diritto al contributo, anche se ha già ottenuto il finanziamento bancario. In questi casi, l’operazione si trasforma in un ordinario prestito alle condizioni di mercato, con aggravio dei costi finanziari per l’impresa.
Le verifiche post-erogazione e gli obblighi documentali
Una volta completato l’investimento e pagato il saldo, l’impresa deve presentare alla banca la richiesta di erogazione della prima quota del contributo ministeriale (modulo RU). Questa documentazione va trasmessa in formato digitale attraverso la piattaforma telematica benistrumentali.dgiai.gov.it.
Il Ministero procede con verifiche a campione sull’effettiva realizzazione degli investimenti dichiarati. Controlla che i beni acquistati corrispondano a quelli indicati nella domanda iniziale, che siano effettivamente entrati in funzione presso l’unità produttiva dell’impresa e che siano regolarmente contabilizzati.
Le ispezioni possono avvenire anche a distanza di anni dall’erogazione del contributo. L’impresa è obbligata a conservare tutta la documentazione (fatture, documenti di trasporto, contratti di leasing, estratti conto bancari) per almeno 10 anni dalla ricezione dell’ultima quota di contributo. La mancata esibizione dei documenti o l’accertamento di irregolarità comporta la revoca del beneficio e il recupero delle somme erogate, maggiorate di interessi e sanzioni.
Settori ammessi e cause di esclusione
Sono ammesse alle agevolazioni le PMI operanti in tutti i settori produttivi, inclusi agricoltura e pesca. L’unica esclusione riguarda il settore finanziario e assicurativo (sezione K della classificazione ATECO 2007, ora sezione L della classificazione ATECO 2025).
Le imprese devono possedere, alla data di presentazione della domanda, specifici requisiti: regolare iscrizione al Registro delle imprese, pieno esercizio dei diritti, assenza di liquidazione volontaria o procedure concorsuali in corso. Non possono accedere all’agevolazione le imprese che hanno ricevuto aiuti dichiarati illegali dalla Commissione Europea e non li hanno rimborsati.
Un ulteriore vincolo riguarda le imprese in difficoltà, secondo la definizione contenuta nel Regolamento GBER (Regolamento UE 651/2014, articolo 2, punto 18). Si considerano tali le società che presentano perdite accumulate superiori al 50% del capitale sociale, o che hanno patrimonio netto negativo, o che rientrano in procedure di allerta o composizione della crisi.
La Sabatini Capitalizzazione: versione potenziata per società di capitali
Il decreto interministeriale 19 gennaio 2024, n. 43 ha introdotto una variante della Sabatini dedicata alle società di capitali che deliberano un aumento di capitale sociale contestualmente all’investimento in beni strumentali. Si tratta della cosiddetta Nuova Sabatini Capitalizzazione.
Questa misura prevede un contributo maggiorato rispetto alla versione ordinaria. L’aumento di capitale deve essere deliberato e versato secondo modalità e tempistiche specifiche, disciplinate dal punto 5.4 della circolare n. 410823 del 6 dicembre 2022.
La ratio della norma è chiara: incentivare il rafforzamento patrimoniale delle PMI, riducendone la dipendenza dal credito bancario e migliorandone la solidità finanziaria. L’impresa che opta per questa linea deve dimostrare che l’incremento del capitale sociale non sia finalizzato esclusivamente all’ottenimento dell’agevolazione, ma si inserisca in una strategia di crescita aziendale.
Prospettive operative per il biennio 2026-2027
Il rifinanziamento della Sabatini con risorse asimmetriche (200 milioni nel 2026, 450 nel 2027) riflette una scelta di politica economica che privilegia il secondo anno. Questo potrebbe creare una concentrazione delle domande verso la fine del 2026, con esaurimento anticipato delle risorse disponibili.
Le imprese che intendono accedere all’agevolazione dovrebbero muoversi anticipatamente, valutando la convenienza della misura rispetto ad altri strumenti disponibili (super-ammortamento, credito d’imposta ZES). La comparazione non è sempre agevole, perché dipende da variabili specifiche: localizzazione dell’investimento, dimensione aziendale, tipologia di beni acquistati, disponibilità di risorse proprie.
Un esempio concreto può chiarire le alternative. Un’impresa con sede in Puglia che investe 1 milione di euro in un nuovo impianto di automazione può:
- Accedere alla Sabatini con finanziamento bancario a 2,75% e contributo ministeriale
- Optare per il credito d’imposta ZES Unica (fino al 40% per le medie imprese)
- Utilizzare il super-ammortamento previsto dalla Manovra 2026 (maggiorazione del 180% fino a 2,5 milioni)
La scelta ottimale richiede un’analisi finanziaria comparata, considerando il costo del debito, l’incidenza fiscale, la tempistica di recupero dei benefici.
Tabella riepilogativa: caratteristiche principali Nuova Sabatini 2026-2027
| Elemento | Dettaglio |
|---|---|
| Risorse disponibili | 200 milioni (2026), 450 milioni (2027) |
| Beneficiari | Micro, piccole e medie imprese |
| Investimento minimo | 20.000 euro |
| Investimento massimo | 4.000.000 euro |
| Tasso convenzionato | 2,75% |
| Durata finanziamento | Massimo 5 anni |
| Tipologie investimento | Ordinari, 4.0, Green |
| Modalità presentazione | Tramite banca o intermediario finanziario |
| Scadenza domanda | 31 dicembre anno conclusione investimento |
| Cumulabilità | Compatibile con credito d’imposta 4.0 (nei limiti de minimis) |
| Settori esclusi | Attività finanziarie e assicurative |


