info@studiopizzano.it

La deducibilità fiscale compenso amministratore : le regole di fine anno

23 Dicembre, 2024

La fase di fine anno è cruciale per le società che devono assicurarsi di aver predisposto in modo regolare i compensi degli amministratori, affinché tali importi possano essere interamente deducibili. Una configurazione non conforme alle disposizioni fiscali comporta il rischio di perdere la deducibilità delle somme elargite, con effetti penalizzanti per la società. Il quadro di riferimento normativo è disciplinato in primis dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), che stabilisce come base di partenza il principio di cassa.

Delibera assembleare e vincoli statutari

Prima ancora di affrontare il tema della deducibilità, la società deve verificare che l’assemblea abbia effettivamente deliberato i compensi a favore degli amministratori o che tali compensi siano previsti in modo inequivocabile dallo statuto. Se manca una delibera assembleare o se lo statuto non contempla alcuna remunerazione, l’importo corrisposto all’amministratore rischia di non essere deducibile dal reddito d’impresa.

Questo passaggio risulta determinante anche in sede di eventuale controllo da parte dell’Amministrazione finanziaria, poiché costituisce la prima evidenza documentale della legittimità dell’erogazione.

Principio di cassa e cassa allargata

L’art. 95, comma 5 del TUIR sancisce la deducibilità dei compensi corrisposti agli amministratori nell’esercizio in cui avviene il pagamento effettivo, indipendentemente dal momento di competenza contabile. In sostanza, è necessario che la società abbia corrisposto materialmente la somma, affinché il costo sia deducibile.

Esiste però un’eccezione, conosciuta come “cassa allargata”: se la corresponsione avviene entro il 12 gennaio dell’anno successivo e l’esercizio sociale coincide con l’anno solare, il pagamento si considera avvenuto per il periodo d’imposta precedente (circolare 18 giugno 2001, n. 57/E). Va tuttavia ricordato che tale regola non può essere applicata dalle società che adottano un periodo d’imposta non coincidente con l’anno solare, rendendo ancora più stringenti i tempi di erogazione del compenso.

Compenso fisso e deducibilità

Quando l’amministratore riceve un compenso fisso, questo rientra pienamente nelle disposizioni che prevedono la deducibilità nell’esercizio del pagamento, sempreché la corresponsione sia supportata dalla delibera assembleare o dalle previsioni statutarie.

Se tuttavia l’amministratore esercita un’attività professionale coincidente o affine a quella svolta per la società (ad esempio, un consulente dotato di partita IVA), i compensi maturati si configurano come redditi di lavoro autonomo. In tal caso, la deducibilità si realizza soltanto se il pagamento avviene entro la chiusura dell’esercizio in corso, senza possibilità di avvalersi della cassa allargata.

Compensi a partecipazione agli utili

Un ulteriore metodo di remunerazione è costituito dalla partecipazione agli utili di bilancio, disciplinata dall’art. 2432 del codice civile, che la società può riconoscere ai propri amministratori.

A livello civilistico, tale importo non è annoverato come costo, poiché rappresenta una modalità di distribuzione del risultato d’esercizio. Sul versante fiscale, l’art. 95 del TUIR chiarisce che simili compensi sono deducibili anche se non imputati in conto economico, con l’obbligo per la società di operare poi una variazione in diminuzione in sede di dichiarazione.

In ogni caso, la corresponsione in parola è soggetta a contribuzione previdenziale, aspetto da considerare per evitare omissioni o sanzioni.

Aspetti previdenziali 

Oltre agli obblighi fiscali, la società deve ricordare che i compensi liquidati agli amministratori comportano anche oneri contributivi. Si tratta di un passaggio spesso trascurato, ma di particolare rilievo per non incorrere in contestazioni da parte degli enti di previdenza.

Conclusione

In definitiva, per massimizzare la deducibilità fiscale dei compensi degli amministratori e assicurare una piena regolarità, è necessario: adottare una delibera assembleare o un riferimento statutario specifico, rispettare le tempistiche di pagamento secondo il principio di cassa (o cassa allargata, se applicabile) e, in caso di partecipazione agli utili, predisporre correttamente la documentazione necessaria. Seguire con attenzione tali indicazioni significa scongiurare il rischio di non poter dedurre i compensi e garantire una gestione societaria in linea con le normative vigenti.

Articoli correlati