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Investimenti Sostenibili 4.0 PMI Sud: incremento risorse di 286 milioni per le PMI

10 Ottobre, 2025

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Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, attraverso il decreto direttoriale del 4 settembre 2025 pubblicato il 9 ottobre 2025, ha disposto un incremento sostanziale delle risorse destinate all’intervento agevolativo denominato “Investimenti Sostenibili 4.0 PMI SUD”. L’integrazione finanziaria, quantificata in 286,5 milioni di euro, si configura come risposta all’elevato numero di istanze pervenute nell’ambito del bando disciplinato dal decreto ministeriale 22 novembre 2024, il cui sportello è stato chiuso il 21 maggio 2025 per esaurimento delle risorse iniziali.

L’intervento si rivolge alle micro, piccole e medie imprese localizzate nelle regioni meno sviluppate (Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna) e persegue obiettivi di rafforzamento della competitività attraverso la duplice transizione ecologica e digitale, in coerenza con gli indirizzi della politica di coesione europea 2021-2027.

Quadro normativo di riferimento

L’assetto normativo dell’intervento si fonda sul Programma Nazionale “Ricerca, Innovazione e Competitività per la transizione verde e digitale 2021-2027” (PN RIC), approvato con decisione di esecuzione della Commissione europea C(2022) 8821 final del 29 novembre 2022 e modificato con successiva decisione C(2024) 7214 final del 14 ottobre 2024. Il programma è cofinanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) ai sensi del regolamento (UE) 2021/1060 del Parlamento europeo e del Consiglio del 24 giugno 2021.

Occorre rilevare che l’intervento rientra nell’ambito della Priorità 1 “Ricerca, innovazione, digitalizzazione, investimenti e competenze per la transizione ecologica e digitale” del PN RIC 2021-2027, relativa all’obiettivo strategico 1 di cui all’articolo 5, paragrafo 1, lettera a), del regolamento (UE) 2021/1060. Tale priorità risponde all’obiettivo specifico di promuovere “un’Europa più competitiva e intelligente attraverso la promozione di una trasformazione economica innovativa e intelligente e della connettività regionale alle TIC”, come previsto dall’articolo 3 del regolamento (UE) 2021/1058 del 24 giugno 2021, relativo al FESR e al Fondo di coesione.

La disciplina trova ulteriore fondamento nel regolamento (UE) 2024/795 del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 febbraio 2024, che istituisce la piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa (STEP). Tale regolamento modifica, tra l’altro, i regolamenti (UE) 2021/1058 e 2021/1060, introducendo specifiche disposizioni volte a sostenere investimenti in tecnologie critiche per la sovranità tecnologica europea.

Articolazione delle risorse finanziarie aggiuntive

L’articolo 1 del decreto direttoriale 4 settembre 2025 stabilisce che le risorse integrative ammontano complessivamente a euro 286.543.908,36, articolate secondo una configurazione a quattro componenti di diversa provenienza.

La prima quota, pari a 100 milioni di euro, deriva dalla chiusura dello sportello del decreto direttoriale 20 dicembre 2024 e si colloca a valere sulla Priorità 1 del PN RIC 2021-2027. Tale sportello era stato istituito in attuazione del decreto ministeriale 12 agosto 2024, che disciplinava un intervento distinto rivolto anche alle grandi imprese per programmi di investimento compresi tra 5 e 20 milioni di euro. La graduatoria formata ai sensi dell’articolo 8 del citato decreto ministeriale ha evidenziato una richiesta di agevolazioni pari a 163.017.750,02 euro, determinando una disponibilità residua di 136.982.249,98 euro.

La seconda componente, quantificata in 30.751.185,54 euro, attinge a risorse della medesima Priorità 1 del PN RIC 2021-2027 libere da impegni programmatici. Si consideri che tale disponibilità si configura come esito della programmazione finanziaria del programma e della capacità di ottimizzazione delle risorse allocate.

La terza quota, pari a 72.703.270,90 euro, proviene dalla restituzione delle rate di sovvenzioni parzialmente rimborsabili concesse ai sensi del decreto del Ministro dello sviluppo economico 29 luglio 2013 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 236 dell’8 ottobre 2013). Tale meccanismo di restituzione rateale costituisce una forma di ingegneria finanziaria che consente il riutilizzo dei fondi pubblici per nuove iniziative di sviluppo imprenditoriale.

La quarta ed ultima componente, ammontante a 83.089.452,46 euro, deriva dai fondi rientrati relativi ai finanziamenti agevolati erogati nell’ambito del Programma Operativo Nazionale “Ricerca e Competitività” 2007-2013. Secondo quanto comunicato dall’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa S.p.A. (Invitalia) con nota acquisita al protocollo n. 264885 del 4 agosto 2021, alla data del 31 dicembre 2020 risultavano disponibili tali risorse derivanti dalla restituzione delle rate dei finanziamenti concessi nel precedente ciclo di programmazione.

Meccanismo di revolving dei fondi europei

È opportuno notare che le ultime due componenti (per un totale di circa 155,8 milioni di euro) si configurano come applicazione dell’articolo 78, paragrafo 7, ultimo periodo, del regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006. Tale disposizione stabilisce che le risorse restituite all’operazione a partire da investimenti avviati dai fondi di cui all’articolo 44, o ancora disponibili dopo che tutte le garanzie sono state soddisfatte, vengono riutilizzate dalle autorità competenti degli Stati membri interessati a favore di progetti di sviluppo urbano o delle piccole e medie imprese.

Nella prassi applicativa dei fondi strutturali, questo meccanismo di “revolving” consente di massimizzare l’efficacia delle risorse europee attraverso un ciclo virtuoso di erogazione, restituzione e riallocazione. Tale approccio risulta particolarmente significativo nell’ottica di sostenibilità finanziaria degli strumenti di ingegneria finanziaria e di ottimizzazione dell’impatto degli interventi pubblici sul tessuto economico territoriale.

Destinatari e requisiti di ammissibilità

Secondo quanto previsto dal secondo comma dell’articolo 1 del decreto direttoriale 4 settembre 2025, le risorse aggiuntive sono destinate allo scorrimento della graduatoria di ammissione alla fase istruttoria approvata con decreto del Direttore generale per gli incentivi alle imprese del 10 giugno 2025. Tale graduatoria è stata formata ai sensi dell’articolo 9, comma 5, del decreto ministeriale 22 novembre 2024 e dell’articolo 4, comma 5, del decreto direttoriale 31 marzo 2025.

I destinatari dell’intervento agevolativo sono le micro, piccole e medie imprese, come definite dall’allegato I del regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione del 17 giugno 2014, localizzate nelle “regioni meno sviluppate” ai sensi della classificazione della politica di coesione europea. Tali regioni, caratterizzate da un PIL pro capite inferiore al 75% della media dell’UE-27, comprendono nel contesto italiano: Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.

I requisiti soggettivi per l’accesso alle agevolazioni, come disciplinati dal decreto ministeriale 22 novembre 2024, prevedono che le imprese, alla data di presentazione della domanda, debbano:

  • essere regolarmente costituite, iscritte e “attive” nel Registro delle imprese
  • trovarsi nel pieno e libero esercizio dei propri diritti
  • non essere in liquidazione volontaria né sottoposte a procedure concorsuali
  • adottare il regime di contabilità ordinaria
  • disporre di almeno due bilanci approvati e depositati presso il Registro delle imprese

Analisi quantitativa della graduatoria

Il decreto direttoriale 10 giugno 2025 ha approvato una graduatoria comprendente complessivamente 424 domande di agevolazione. L’analisi della distribuzione delle risorse evidenzia elementi significativi per la comprensione dell’impatto dell’incremento finanziario disposto con il decreto del 4 settembre 2025.

Con la dotazione iniziale di 300.488.426,61 euro (come stabilito dall’articolo 3, comma 1, del decreto ministeriale 22 novembre 2024), sono state ammesse alla fase istruttoria le imprese collocate nelle posizioni da 1 a 147 della graduatoria. Tale segmento copre un ammontare di agevolazioni richieste pari alla quasi totalità dei fondi originariamente stanziati.

L’incremento di 286.543.908,36 euro consente lo scorrimento, salvo conferma ministeriale, della graduatoria fino alla posizione 301 inclusa (dato da confermare). Ciò significa che le imprese collocate nelle posizioni dalla 148 alla 301 vengono ammesse alla fase istruttoria con le risorse aggiuntive. L’analisi quantitativa mostra che la somma cumulata delle agevolazioni richieste fino alla posizione 301 ammonta a circa 285,76 milioni di euro, determinando un quasi esatto esaurimento della nuova dotazione finanziaria.

Si consideri che tale distribuzione testimonia una gestione calibrata delle risorse, in cui l’Amministrazione ha quantificato con precisione l’incremento necessario per soddisfare un segmento significativo delle domande pervenute. Permangono tuttavia in graduatoria ulteriori 123 istanze (dalla posizione 302 alla 424) per le quali, allo stato attuale, non risultano disponibili risorse finanziarie.

Caratteristiche dei programmi di investimento ammissibili

Il decreto ministeriale 22 novembre 2024 definisce i requisiti oggettivi dei programmi di investimento ammissibili alle agevolazioni. Le spese ritenute ammissibili devono presentare un importo complessivo non inferiore a 750.000 euro e riguardare le seguenti tipologie:

  • acquisto, o acquisizione mediante contratti di locazione finanziaria, di macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica
  • opere murarie strettamente necessarie alla realizzazione del programma di investimento
  • programmi informatici, licenze, brevetti e conoscenze tecniche non brevettate concernenti nuove tecnologie di prodotti e processi produttivi
  • certificazioni ambientali
  • servizi di consulenza specialistica connessi alla realizzazione del programma di investimento

Occorre rilevare che i programmi devono prevedere l’utilizzo delle tecnologie abilitanti afferenti al piano Transizione 4.0, il cui ammontare deve risultare preponderante rispetto al totale dei costi ammissibili. Le tecnologie riconosciute comprendono: advanced manufacturing solutions, additive manufacturing, realtà aumentata, simulazione tra macchine interconnesse, integrazione orizzontale e verticale, Internet of Things e Industrial Internet, cloud computing, cyber-security, big data e analytics, intelligenza artificiale, blockchain.

Gli investimenti devono essere diretti a uno dei seguenti obiettivi: ampliamento della capacità di un’unità produttiva esistente; diversificazione della produzione di un’unità produttiva mediante prodotti mai fabbricati in precedenza; cambiamento fondamentale del processo di produzione complessivo di un’unità produttiva esistente; realizzazione di una nuova unità produttiva.

Criteri di priorità e valutazione

Il sistema di valutazione delle domande prevede criteri di priorità volti a valorizzare i programmi caratterizzati da un particolare contenuto di sostenibilità ambientale. Ai sensi del decreto ministeriale 22 novembre 2024, vengono privilegiate le iniziative che contribuiscono in modo significativo agli obiettivi di sostenibilità stabiliti dall’Unione europea e quelle finalizzate a supportare la transizione dell’impresa verso un modello di economia circolare o a migliorare l’efficienza energetica aziendale.

Nella pratica professionale si osserva che sono previsti punteggi aggiuntivi per le imprese che abbiano aderito a sistemi di gestione ambientale certificati (quali EMAS o ISO 14001) o a sistemi di gestione dell’energia (ISO 50001), ovvero che siano in possesso di certificazioni ambientali di prodotto (quali Ecolabel UE, EPD, Carbon Footprint). Tali elementi premiali si iscrivono nella logica di incentivare comportamenti virtuosi delle imprese in materia di tutela ambientale e uso efficiente delle risorse.

Il decreto fa riferimento agli obiettivi di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici individuati dall’articolo 9 del regolamento (UE) 2020/852 del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 giugno 2020 (c.d. “Regolamento Tassonomia”). Tale collegamento evidenzia la volontà del legislatore nazionale di allineare gli strumenti di politica industriale agli standard europei in materia di finanza sostenibile e investimenti verdi.

Aspetti procedurali e temporali

Il procedimento di accesso alle agevolazioni è stato disciplinato dal decreto direttoriale 31 marzo 2025, che ha definito termini e modalità di presentazione delle istanze. La compilazione delle domande è stata avviata a partire dalle ore 10.00 del 30 aprile 2025, mentre l’invio telematico è stato possibile dal 20 maggio 2025 attraverso la procedura informatica accessibile sul sito web di Invitalia (soggetto gestore dell’intervento per conto del Ministero).

Con decreto direttoriale 20 maggio 2025, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 121 del 27 maggio 2025, è stata disposta la chiusura dello sportello con effetto dal 21 maggio 2025, a seguito dell’avvenuto esaurimento delle risorse finanziarie disponibili. Si consideri che tale chiusura è intervenuta a distanza di un solo giorno dall’apertura dello sportello per l’invio delle domande, testimoniando l’elevata attrattività dell’intervento presso il tessuto imprenditoriale delle regioni meridionali.

Ai sensi dell’articolo 9, comma 3, del decreto ministeriale 22 novembre 2024, ciascuna impresa proponente può presentare una sola domanda di agevolazione, fatta salva la possibilità di presentarne una nuova in caso di rigetto dell’istanza in fase di verifica dell’ammissibilità o in fase istruttoria. Tale limitazione si iscrive nella logica di assicurare un’equa distribuzione delle risorse tra il maggior numero possibile di beneficiari.

Tempistiche di realizzazione e decadenza

Gli investimenti oggetto di agevolazione devono essere avviati successivamente alla data di presentazione della domanda. Il termine di ultimazione è fissato in 18 mesi dalla data di adozione del provvedimento di concessione delle agevolazioni. Tale periodo si configura come congruo per la realizzazione di programmi di investimento di entità significativa, tenuto conto della necessità di espletare procedure di gara per l’acquisizione di beni strumentali, ottenere autorizzazioni amministrative e realizzare opere edili necessarie.

È opportuno notare che il decreto ministeriale 22 novembre 2024 prevede specifiche cause di revoca delle agevolazioni concesse, tra cui: il mancato rispetto dei termini di realizzazione del programma; la cessione, l’alienazione o la destinazione ad usi diversi dei beni oggetto delle agevolazioni per un periodo di tre anni dall’ultimazione del programma; la cessazione o la delocalizzazione dell’attività produttiva nei territori delle regioni meno sviluppate entro cinque anni dall’ultimazione del programma.

Tali vincoli si iscrivono nella disciplina degli aiuti di Stato prevista dal regolamento (UE) n. 651/2014 (c.d. “Regolamento generale di esenzione per categoria”), che subordina la compatibilità con il mercato interno degli aiuti agli investimenti regionali al rispetto di determinati obblighi di mantenimento dell’attività produttiva nei territori beneficiari.

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