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Incentivi alle imprese 2026

Il nuovo Codice degli incentivi 2026 ridisegna i contributi alle imprese

18 Dicembre, 2025

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Il sistema degli aiuti pubblici alle imprese entra in una fase completamente diversa. Dal 2026, con l’avvio del nuovo Codice degli incentivi, ogni contributo verrà gestito con un percorso unitario, programmato e controllato da un’unica cabina di regia nazionale. Una scelta che chiude quasi definitivamente la stagione dei sostegni frammentati e dei bandi isolati, e che apre a un modello di pianificazione triennale, valutazione centralizzata e monitoraggio continuo dei risultati.

🕒 Cosa sapere in un minuto

  • Dal 2026 entra in vigore il nuovo Codice degli incentivi;
  • Finisce la stagione dei contributi frammentati;
  • Tutte le agevolazioni saranno pianificate e valutate da una cabina di regia unica;
  • Ogni incentivo seguirà un ciclo di vita obbligatorio con controlli ex ante ed ex post;
  • Accesso facilitato per imprese con rating di legalità e politiche inclusive;
  • Restano fuori dal sistema di valutazione alcuni crediti d’imposta automatici.

Fine della logica a pioggia

Per chi osserva il panorama degli aiuti pubblici, il Codice degli incentivi 2026 rappresenta un cambio di passo che da anni veniva auspicato. Non sarà più possibile distribuire contributi senza un quadro sistemico o senza una misurazione dell’effetto economico. L’intero meccanismo verrà orchestrato dal Ministero delle imprese e del made in Italy attraverso il Tavolo permanente degli incentivi, struttura che diventerà l’unico punto di valutazione e programmazione.

Nella prassi amministrativa ciò implica l’avvio di una pianificazione triennale delle risorse e una classificazione degli interventi sulla base dei risultati attesi e delle reali condizioni dei territori. Sarà un’impostazione più severa, in cui la disponibilità finanziaria non basterà da sola: ogni incentivo dovrà dimostrare utilità socioeconomica e occupazionale.

La struttura del Codice degli incentivi 2026

Il nuovo Codice, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, definisce come verranno erogati finanziamenti agevolati, contributi a fondo perduto e strumenti di sostegno già oggi frammentati in centinaia di misure regionali e nazionali. Tutto ruoterà attorno al cosiddetto ciclo di vita dell’incentivo, che prevede tre fasi obbligatorie:

  1. monitoraggio degli aiuti in ingresso, per verificarne la coerenza con la normativa e con le risorse disponibili;
  2. valutazione intermedia sugli impatti attesi, con la possibilità di intervenire per correggere strumenti inefficaci;
  3. analisi ex post dei risultati economici, occupazionali e territoriali.

Un procedimento più rigido, certo, però necessario per evitare sovrapposizioni, confusione normativa e dispersione delle risorse pubbliche.

Rating di legalità e criteri aggiuntivi

Il Codice introduce alcuni elementi destinati ad allargare l’accesso agli incentivi, ma sempre in un quadro di selezione. Si considerano requisiti rilevanti il possesso del rating di legalità, la presenza di sistemi aziendali orientati alla parità di genere, il sostegno alla natalità e l’inserimento lavorativo di soggetti vulnerabili o con disabilità.

Nel ciclo degli aiuti rientrano anche gli incentivi legati alle filiere strategiche nazionali, agli investimenti ad alto contenuto tecnologico e ai progetti di innovazione che mostrano un impatto significativo sui territori.

Controlli, valutazioni ex ante ed ex post

Il meccanismo di verifica sarà più articolato. La fase ex ante servirà a misurare rischi e potenzialità di un investimento. Quella ex post, invece, dovrà rispondere a un quesito che negli anni passati è rimasto spesso irrisolto: l’incentivo ha realmente migliorato la condizione dell’impresa e del territorio?

L’attività istruttoria, quindi, non si limiterà a controllare requisiti e documentazione. Avrà il compito di garantire che le risorse non finanzino interventi incoerenti con la normativa europea o nazionale, e che l’impatto sia misurabile con indicatori chiari.

Incentivi che restano fuori dall’istruttoria valutativa

Il Codice distingue gli aiuti veri e propri dalle misure che non rientrano nella valutazione centralizzata. Restano fuori, ad esempio:

  • crediti d’imposta automatici;
  • agevolazioni fiscali previste direttamente da leggi speciali;
  • contributi legati a norme settoriali con criteri già definiti dal legislatore.

È un punto che riduce i timori delle imprese abituate a determinati regimi agevolativi, poiché alcune misure continueranno a seguire le procedure attuali.

Un nuovo equilibrio tra Stato, Regioni e imprese

L’assetto del Codice degli incentivi 2026 tende anche a ricomporre un rapporto spesso conflittuale tra amministrazioni centrali e autonomie territoriali. Le Regioni, per anni, hanno creato sistemi propri di finanziamento, spesso paralleli e non coordinati. Ora, la valutazione sarà unica, mentre l’erogazione potrà rimanere in capo agli enti locali, purché coerente con le linee nazionali.

Si consideri che proprio la sovrapposizione degli strumenti è stata una delle cause della frammentazione attuale. Il legislatore ha scelto, quindi, di privilegiare un modello unitario che sfrutti tutte le banche dati nazionali per incrociare informazioni, ridurre gli abusi e verificare la corretta destinazione dei fondi.

Durata e decadenza degli incentivi

Il Codice interviene anche su temi pratici, come la durata dei vincoli e l’obbligo di restituzione nei casi di irregolarità. Le imprese che non rispettano l’obiettivo occupazionale o che non completano l’investimento rischiano la revoca. In alcune situazioni, sono previsti meccanismi lenitivi con riduzione della restituzione in caso di eventi non imputabili all’impresa.

Ci sarà anche una maggiore attenzione alle micro e piccole imprese, spesso penalizzate da una burocrazia troppo pesante. La semplificazione delle procedure, unita alla trasparenza dei criteri, dovrebbe agevolare l’accesso agli strumenti più rilevanti.

Tema Contenuto
Struttura del Codice • Programmazione triennale;
• Tavolo permanente degli incentivi;
• Monitoraggio centralizzato.
Ciclo di vita dell’incentivo • Valutazione ex ante;
• Verifica intermedia;
• Controllo ex post.
Criteri per l’accesso • Rating di legalità;
• Parità di genere;
• Inclusione lavorativa.

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