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Rottamazione quater

Decima rata Rottamazione quater in scadenza: il mancato pagamento non fa rientrare nelle quinquies

17 Novembre, 2025

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La rata del 30 novembre 2025 (con i soliti cinque giorni di “tolleranza” che spostano la vera dead line al 9 dicembre) è la linea di confine per chi ha aderito alla rottamazione quater. Per molti contribuenti non è solo l’ennesima scadenza da rispettare, ma un vero bivio: pagare significa restare dentro il perimetro della definizione agevolata, non pagare vuol dire non solo decadere, ma anche precludersi l’accesso alla futura rottamazione quinquies. Il messaggio che arriva dal combinato disposto della legge di bilancio 2023, del decreto “milleproroghe” 2024 e del disegno di legge di bilancio 2026 è meno intuitivo di quanto sembri. Chi è in regola con la rottamazione quater non potrà traslare il debito residuo nella nuova definizione; al contrario, l’apertura alla rottamazione quinquies scatterà proprio per chi, entro un certo momento, sarà decaduto dalla quater o dalla relativa riammissione. Un paradosso apparente che, se non viene spiegato bene ai contribuenti, rischia di generare scelte azzardate.

🕒 Cosa sapere in un minuto

  • La rata di rottamazione quater in scadenza il 30 novembre 2025 (con tolleranza fino al 9 dicembre) è decisiva: il mancato pagamento porta alla decadenza dalla definizione.
  • La decadenza fa venir meno gli effetti agevolativi: tornano sanzioni e interessi pieni e riprendono prescrizione e decadenza dei carichi originari.
  • Secondo il Ddl bilancio 2026, la rottamazione quinquies esclude i carichi già in regolare rottamazione quater o riammissione con rate pagate alla data del 30 settembre 2025.
  • Potranno accedere alla rottamazione quinquies solo i decaduti da quater o riammissione entro il 30 settembre 2025, e solo per carichi rientranti in imposte e contributi dichiarati e non versati o multe stradali.
  • La decadenza non preclude, in generale, l’accesso a nuove dilazioni ordinarie, salvo il caso di precedenti piani di rateazione ordinaria post 16 luglio 2022 già decaduti.
  • “Non pagare apposta” per entrare nella quinquies è una scelta rischiosa: la nuova rottamazione è ancora in fase di disegno di legge e ha un perimetro più limitato rispetto alla quater.

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Scadenza di novembre: cosa prevede la disciplina della rottamazione quater

Secondo quanto previsto dall’art. 1, comma 235 e seguenti, della legge 197/2022, la rottamazione quater ha consentito di estinguere i carichi affidati all’agente della riscossione con uno sconto su sanzioni e interessi, a fronte del pagamento integrale di imposta e contributi. La stessa norma, al comma 244, ha introdotto il meccanismo del “lieve inadempimento”.

In pratica, la decadenza non scatta subito al primo euro non versato il giorno esatto della scadenza. Si considera ancora efficace la definizione se il pagamento avviene con un lieve ritardo, cioè entro 5 giorni dalla data prevista, oppure se la differenza tra quanto dovuto e quanto versato è minima. Nel caso della rata di novembre 2025, per effetto dei giorni di grazia e dell’interferenza di sabati e domeniche, il termine operativo scivola al 9 dicembre 2025.

Superato questo margine, però, il quadro cambia. Se la rata non viene pagata, o viene pagata in modo insufficiente oltre i cinque giorni di tolleranza, il contribuente decadrà dalla rottamazione quater: la definizione agevolata cessa di produrre effetti e tornano a decorrere prescrizione e decadenza dei carichi originari, con il ripristino integrale di sanzioni e interessi ordinari.

Riammissione alla quater: cosa ha previsto il milleproroghe

Un capitolo a parte riguarda la cosiddetta riammissione. Il decreto-legge 202/2024 (milleproroghe), all’art. 3-bis poi convertito nella legge 15/2025, ha riaperto le porte alla rottamazione quater per i contribuenti che erano decaduti per mancato pagamento delle prime rate. In sostanza, si è offerta una seconda chance a chi, per varie ragioni, non era riuscito a rispettare le scadenze, purché rientrasse in una nuova tabella di pagamenti.

Anche per questi “riammessi” la scadenza del 30 novembre 2025 (seconda rata del nuovo piano) è cruciale. Il meccanismo è identico: lieve ritardo consentito, ma solo entro i cinque giorni; oltre, scatta la decadenza dalla riammissione. E qui si innesta il passaggio più delicato: il mancato pagamento di questa rata non comporta solo la perdita dei benefici della definizione, ma incide anche sulla possibilità di accedere alla rottamazione quinquies.

Nella prassi, molti contribuenti immaginano che ogni nuova definizione agevolata “assorba” automaticamente quella precedente. In questo caso, invece, la normativa va esattamente nella direzione opposta.

Rottamazione quinquies: come funziona il perimetro delle esclusioni

Il disegno di legge di bilancio 2026 introduce, all’art. 23, la rottamazione quinquies, una nuova definizione delle cartelle focalizzata sui carichi derivanti da imposte e contributi dichiarati ma non versati, oltre alle sanzioni per violazioni al Codice della strada. Si tratta, quindi, di un perimetro più selettivo rispetto alla quater: non tutti i debiti che potevano rientrare nella precedente rottamazione avranno automaticamente accesso alla nuova.

Secondo il comma 19 dello stesso articolo, i carichi già inclusi in una rottamazione quater in corso di regolare esecuzione non sono estinguibili con la quinquies. In altre parole, chi è in regola con i pagamenti della quater (o della relativa riammissione) non potrà “spostare” il debito residuo nella nuova definizione.

Una seconda categoria di esclusi è rappresentata da chi, alla data del 30 settembre 2025, risulta aver corrisposto tutte le rate scadute della quater o della riammissione. In questo caso, anche se ci fossero ulteriori rate future, il testo del disegno di legge considera quei carichi non definibili con la quinquies. Il legislatore ha voluto evitare una sovrapposizione tra strumenti agevolativi che riguardano le stesse partite.

E’ opportuno precisare che il viceministro Leo recentemente ha dichiarato che il governo sta valutando la possibilità di far rientrare nella rottamazione quinques anche chi è in regola con la quater.

Chi potrà davvero accedere alla rottamazione quinquies

Proprio questa regola crea una linea di demarcazione che, a prima lettura, può disorientare. L’accesso alla rottamazione quinquies, per i carichi già entrati in rottamazione quater, sarà possibile solo per chi risulterà decaduto dalla quater (o dalla riammissione) entro il 30 settembre 2025. Per questi contribuenti, i medesimi carichi potranno essere nuovamente oggetto di definizione, a certe condizioni e se rientreranno nel perimetro oggettivo della quinquies.

Ciò significa che, alla stessa data, si troveranno in situazioni molto diverse:

  • chi è regolare con la rottamazione quater resterà vincolato a quel piano;
  • chi sarà decaduto prima del 30 settembre 2025 potrà tentare il “rientro” tramite la quinquies, se i debiti rientrano tra imposte e contributi dichiarati e non pagati o multe stradali;
  • chi è decaduto da precedenti dilazioni ordinarie successive al 16 luglio 2022 e ha poi aderito alla quater potrebbe avere margini di manovra più ridotti, perché la normativa limita la possibilità di nuove dilazioni ordinarie sui medesimi carichi.

A questo si aggiunge un altro elemento: la rottamazione quinquies non ricalca il perimetro temporale della quater. È “aperta” solo a determinate tipologie di carichi, e dunque un contribuente che decada dalla quater non ha la garanzia automatica di rientrare nella quinquies. Serve sempre una verifica fine del tipo di debito affidato a riscossione.

Rottamazione quater e quinquies a confronto: chi è dentro e chi è fuori

Per visualizzare meglio gli effetti combinati delle due definizioni, è utile schematizzare le principali situazioni possibili, assumendo come riferimento la data chiave del 30 settembre 2025 e lo stato dei pagamenti alla rata di novembre (con termine effettivo al 9 dicembre).

Situazione alla data chiave Stato rottamazione quater/riammissione Accesso potenziale alla rottamazione quinquies Note operative
Rata del 30 novembre 2025 pagata nei termini (compresi 5 giorni di tolleranza) Piano in regolare corso No, carichi esclusi dal comma 19 art. 23 Ddl bilancio 2026 Il contribuente prosegue con il vecchio piano quater
Rata del 30 novembre 2025 non pagata o pagata in ritardo oltre i 5 giorni Decadenza da quater o riammissione Sì, solo se la decadenza interviene entro il 30/09/2025 e i carichi rientrano nel perimetro oggettivo della quinquies La perdita dei benefici quater è condizione, non vantaggio
Decadenza dalla quater intervenuta prima del 30/09/2025, già cristallizzata Nessun piano agevolato in corso Sì, se si tratta di imposte/contributi dichiarati e non versati o multe stradali Va verificata la natura di ciascun carico
Carichi già oggetto di dilazione ordinaria post 16/07/2022, poi decaduta Possibile limite alla nuova rateazione ordinaria Valutazione caso per caso La norma sulla dilazione ordinaria resta applicabile anche dopo la decadenza da quater

Nella prassi, il rischio è che chi oggi è in regola con la rottamazione quater venga indotto a “giocare” sulla decadenza per tentare di agganciare la quinquies. Strategia che, però, può rivelarsi molto rischiosa: la quinquies, ad oggi, è solo in un disegno di legge e il suo perimetro oggettivo non coincide con quello della quater. Non è affatto detto che lo scenario reale, a conversione avvenuta, sia esattamente quello previsto ora.

Le alternative in caso di decadenza: dilazioni ordinarie ancora possibili

Secondo quanto previsto dalle norme sul ruolo e sulla riscossione, la decadenza dalla rottamazione quater non preclude il ricorso alle dilazioni “ordinarie” con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Il contribuente potrà, in linea generale, chiedere di nuovo una rateazione standard dei carichi residui.

L’unico limite, come già accennato, riguarda i piani di dilazione ordinaria concessi dopo il 16 luglio 2022, per i quali sia già intervenuta una decadenza per inadempienza. In queste ipotesi, la possibilità di attivare un ulteriore piano ordinario può essere in concreto preclusa dal quadro normativo, e la rottamazione quater è stata spesso l’ultima vera finestra agevolativa.

In assenza di rottamazione e senza accesso a nuove dilazioni, il rischio è di trovarsi con l’intero debito immediatamente esigibile, con ripresa delle azioni cautelari ed esecutive. Valutare una scelta “tattica” di decadenza per accedere alla quinquies, quindi, richiede una diagnosi molto accurata del singolo estratto di ruolo.

Rottamazione quinquies: un’interpretazione da maneggiare con prudenza

La rottamazione quinquies, per come è disegnata nel Ddl di bilancio 2026, appare come uno strumento costruito su una logica diversa rispetto alla quater. Il baricentro si sposta sui debiti “da dichiarazione”, cioè imposte e contributi che il contribuente ha auto-dichiarato ma non ha pagato, affiancati alle sanzioni per violazioni stradali.

Questo comporta due conseguenze pratiche. La prima: non tutti i carichi in quater, anche se decaduti nei tempi utili, potranno accedere alla nuova definizione; ad esempio, una parte delle sanzioni tributarie “pure” o di alcune tipologie di entrate patrimoniali potrebbero restare fuori. La seconda: chi è in regola con la quater, e magari sta già sostenendo un piano molto lungo, non ha margini per “ottimizzare” il debito residuo con la quinquies, almeno allo stato attuale del testo.

Si consideri, inoltre, che il disegno di legge potrebbe subire modifiche in sede parlamentare. L’idea di fondo – premiare in qualche misura chi ha subito interruzioni nei pagamenti, ma allo stesso tempo non penalizzare del tutto chi ha rispettato gli impegni – potrebbe essere ricalibrata. Tuttavia, fino a quando non si avrà il testo definitivo, chi assiste i contribuenti deve ragionare sui dispositivi attualmente scritti, non su ipotesi.

Un esempio pratico per capire l’effetto combinato quater–quinquies

Si immagini un contribuente che ha aderito alla rottamazione quater per carichi relativi a IVA, IRPEF e contributi previdenziali dichiarati e non versati, con un piano in 18 rate. Ha pagato regolarmente fino alla rata di luglio 2025, ma per problemi di liquidità non riesce a pagare quella di novembre, nemmeno entro il 9 dicembre.

In questo scenario, la rottamazione quater decade. Se la decadenza si colloca entro il 30 settembre 2025, e se i carichi rientrano tutti nel perimetro oggettivo della quinquies, il contribuente potrà, in linea teorica, accedere alla nuova definizione. Se invece la decadenza matura dopo quella data, oppure una parte dei carichi riguarda voci escluse (per esempio, certe entrate diverse da imposte e contributi), la porta della quinquies si restringe sensibilmente.

Ora si prenda un secondo contribuente, con analogo debito, che invece paga con fatica ma riesce a rispettare anche la scadenza di novembre. Alla data del 30 settembre 2025 risulta perfettamente in regola con le rate scadute. Nonostante lo sforzo, non potrà spostare il residuo nella quinquies e dovrà limitarsi a portare a termine il piano quater. La differenza è lampante: chi ha mantenuto fede al piano si trova, sotto questo profilo, con meno opzioni di chi è decaduto nel periodo considerato.

Ed è proprio questo “rovesciamento” a dover essere spiegato bene, perché altrimenti il rischio di scelte irrazionali – sospendo i pagamenti per poter entrare nella quinquies – è tutt’altro che teorico. Scelte che, se la quinquies dovesse cambiare perimetro o non vedere mai la luce, lascerebbero il contribuente con un debito pieno, privo di qualunque copertura agevolativa.

Il vero nodo: la tentazione di non pagare la rata di novembre

Alla luce di queste regole, molti si stanno chiedendo se non convenisse, almeno “sulla carta”, evitare di pagare la rata di novembre della rottamazione quater per creare le condizioni di accesso alla rottamazione quinquies. È qui che la logica va testata con freddezza.

Da un lato, è vero che solo i decaduti entro il 30 settembre 2025 potranno utilizzare la quinquies per gli stessi carichi già entrati in quater. Dall’altro, però, non si può ignorare che:

  • la quinquies è ancora contenuta in un disegno di legge;

  • il perimetro oggettivo è più stretto e non copre tutte le situazioni già “coperte” dalla quater;

  • la decadenza riattiva l’intero debito con sanzioni e interessi pieni, almeno fino all’eventuale nuova definizione;

  • non è garantito l’accesso a nuove dilazioni ordinarie, specie nei casi in cui sia già intervenuta una precedente decadenza da rateazione.

In sintesi, chi oggi è in rottamazione quater e sta faticosamente tenendo il passo non ha in mano una leva neutra. “Mollare” la rata di novembre per inseguire la rottamazione quinquies significa esporsi a un rischio normativo, procedurale e finanziario che, nella maggior parte dei casi, non appare giustificato. E questo, al netto di qualsiasi valutazione politica sulle scelte del legislatore.

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