Il Ministero del Lavoro ha stanziato risorse significative per sostenere l’imprenditorialità giovanile attraverso due programmi distinti che potrebbero rappresentare una svolta per migliaia di giovani under 35. Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 193 del 21 agosto 2025 del decreto ministeriale dell’11 luglio 2025, prendono forma concreta le misure agevolative previste dagli articoli 17 e 18 del decreto Coesione. La dotazione finanziaria complessiva ammonta a 800 milioni di euro, di cui 700 milioni dal Fondo Sociale Europeo Plus e 100 milioni dal PNRR. Tra questi, 219.600.000 euro sono destinati ai contributi per la misura Autoimpiego Centro-Nord (ACN) e 356.400.000 euro sono destinati ai contributi per la misura Resto al SUD 2.0 (RSUD); Oltre ai contributi diretti per le due misure, una parte dei 700 milioni è così destinata: 75.000.000 euro per le agevolazioni in forma di servizi di tutoring per entrambe le misure e 49.000.000 euro per coprire gli oneri di gestione degli incentivi. Inoltre, dei totali 800 milioni, 100 milioni sono finanziati con risorse del PNRR e sono destinati alle attività di formazione e accompagnamento. Una cifra che testimonia – senza enfasi eccessiva – l’attenzione del legislatore verso l’occupazione giovanile e l’autoimprenditorialità come strumenti di rilancio economico.
🕒 Cosa sapere in un minuto
- Due nuovi programmi per under 35: “Resto al Sud 2.0” (Sud e Isole) e “Autoimpiego Centro-Nord” (Centro-Nord Italia), dotazione totale 800 milioni € (700 dal FSE+, 100 dal PNRR).
- Beneficiari: giovani tra 18 e 35 anni non occupati (o inoccupati/inattivi/disoccupati), attenzione alle esclusioni per ex imprenditori con codice ATECO simile negli ultimi 6 mesi.
- Due modalità di accesso:
- Voucher a fondo perduto fino a 30.000 € (Centro-Nord) o 40.000 € (Sud, incrementabile a 50.000 per investimenti qualificati).
- Contributi percentuali per investimenti più consistenti (fino al 75% Sud, 65% Centro-Nord, decrescenti oltre 120.000 €).
- Spese ammissibili: beni nuovi, servizi IT, immobilizzazioni immateriali, consulenze da enti no-profit (max 30%), opere edili solo per investimenti strutturati (max 50%).
- Procedura: domanda esclusivamente online su Invitalia, istruttoria entro 90 giorni, valutazione cronologica (“a sportello”).
- Vincoli: contributi non cumulabili, obbligo di mantenimento attività e sede per 3 anni.
- Servizi collegati: tutoring e formazione gratuiti per ogni iniziativa (valore 5.000 €).
- Operatività: apertura domande subordinata a provvedimento del Direttore Generale da emanarsi entro 90 giorni dall’entrata in vigore del decreto.
Criteri di accesso e requisiti soggettivi
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I potenziali beneficiari devono avere un’età compresa tra i 18 anni compiuti e i 35 non ancora raggiunti. Ma non basta l’età. È necessario trovarsi in una di queste condizioni: essere inoccupati, inattivi o disoccupati.
Particolare attenzione viene riservata a coloro che si trovano in condizioni di marginalità sociale secondo quanto definito dal Programma Nazionale Giovani, Donne e Lavoro 2021-2027. Rientrano inoltre tra i destinatari i beneficiari del programma GOL (Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori).
Tuttavia – e qui emerge un aspetto spesso trascurato nella prassi applicativa – sussiste una clausola di esclusione piuttosto rigida. Non possono accedere alle agevolazioni coloro che sono stati titolari o soci di imprese cessate nei sei mesi precedenti, purché il codice ATECO coincida fino alla terza cifra con quello della nuova iniziativa.
Tale disposizione mira evidentemente a evitare operazioni elusive, ma nella pratica professionale si osserva come possa penalizzare chi ha vissuto fallimenti imprenditoriali e intende ripartire con progetti diversi ma affini.
Geografia degli incentivi: Nord e Sud a confronto
Il territorio nazionale viene suddiviso in due macro-aree con discipline agevolative differenziate. L’Autoimpiego Centro-Nord Italia (ACN) abbraccia dodici regioni: Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Umbria e Marche.
Il programma Resto al Sud 2.0 (RSUD) si estende invece su otto regioni meridionali e insulari: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Questa distinzione territoriale non è meramente geografica ma rispecchia – secondo quanto previsto dalla disciplina degli aiuti di Stato per aree svantaggiate – diverse intensità agevolative che tengono conto dei differenti livelli di sviluppo economico.
Meccanismi di finanziamento: voucher e contributi strutturati
Il decreto prevede due modalità alternative di accesso ai fondi, ciascuna con caratteristiche specifiche che meritano un’analisi dettagliata.
Prima opzione: voucher a fondo perduto
La formula più immediata consiste in contributi al 100% dell’investimento. Per l’ACN il limite è fissato a 30.000 euro, che salgono a 40.000 per investimenti qualificati. Il RSUD offre invece fino a 40.000 euro, incrementabili a 50.000 per investimenti con caratteristiche particolari.
Gli investimenti qualificati – termine che nella prassi genera frequenti richieste di chiarimento – comprendono beni e servizi innovativi, tecnologici, digitali o finalizzati alla sostenibilità ambientale.
Seconda opzione: programmi di investimento strutturati
Per iniziative più ambiziose, il decreto contempla contributi percentuali su investimenti più consistenti. Si consideri la seguente articolazione:
- Investimenti fino a 120.000 euro: ACN riconosce contributi fino al 65%, RSUD fino al 75%
- Programmi da 120.001 a 200.000 euro: ACN al 60%, RSUD al 70%
Questa progressività verso il basso nelle percentuali, all’aumentare degli importi, segue logiche di ottimizzazione delle risorse pubbliche consolidate nell’esperienza applicativa degli incentivi alle imprese.
Tipologie di spese ammissibili
Il decreto delinea con precisione quali investimenti possono beneficiare delle agevolazioni. Sono finanziabili macchinari, impianti, attrezzature ed arredi rigorosamente nuovi di fabbrica, programmi informatici e servizi IT.
Particolare interesse rivestono le immobilizzazioni immateriali per lo sviluppo di prodotti ad alto contenuto tecnologico e la realizzazione di marchi. Le consulenze tecnico-specialistiche risultano ammesse – secondo quanto previsto dalla normativa – se erogate da Enti del Terzo Settore, nel limite del 30% del programma complessivo.
Esclusivamente per i programmi di investimento strutturati, trovano spazio anche le opere edili di ristrutturazione e manutenzione straordinaria, nel limite del 50% dell’investimento totale. È opportuno notare come questa possibilità non si estenda ai voucher a fondo perduto.
Procedura di valutazione e criteri di selezione
La valutazione seguirà il collaudato modello “a sportello” secondo il criterio dell’ordine cronologico di arrivo. Le domande dovranno essere presentate esclusivamente attraverso la piattaforma online gestita da Invitalia.
L’istruttoria, che Invitalia dovrà concludere entro 90 giorni, si articola su tre livelli:
- Verifica formale della documentazione
- Controllo dei requisiti soggettivi
- Valutazione del merito progettuale
Quest’ultimo aspetto – nella casistica comune – rappresenta spesso l’elemento più critico, richiedendo la presentazione di un piano d’impresa che dimostri la sostenibilità economico-finanziaria dell’iniziativa.
Modalità di erogazione e vincoli temporali
L’erogazione avviene secondo una logica bifasica. L’acconto (Stato Avanzamento Lavori) può essere richiesto dopo tre mesi dalla concessione per spese sostenute comprese tra il 30% e il 70% del totale. Il saldo viene erogato al completamento del programma, previa verifica della presenza e funzionalità dei beni acquistati.
I contributi non sono cumulabili con altri incentivi per le medesime spese. Tale clausola, benché comprensibile dal punto di vista della ragionevolezza dell’intervento pubblico, limita nella pratica le strategie di ottimizzazione finanziaria dei progetti.
Il beneficiario assume impegni di non poco conto: non può cessare volontariamente l’attività né alienare i beni agevolati prima del decorso di tre anni dall’ultimo titolo di spesa. Analogamente, la sede operativa deve rimanere nei territori previsti per l’intera durata del vincolo.
Servizi di accompagnamento: tutoring e formazione
Ogni iniziativa beneficia automaticamente di servizi di tutoring del valore di 5.000 euro, articolati in due componenti. Il tutoring tecnico (4.000 euro) viene gestito direttamente da Invitalia e si concentra su adempimenti amministrativi e rendicontazione. Il tutoring gestionale (1.000 euro) è erogato in collaborazione con ENM (Ente Nazionale per il Microcredito) per il supporto strategico.
L’ENM coordina inoltre percorsi formativi preliminari facoltativi che attribuiscono punteggio premiale nella valutazione. Tale meccanismo, nella pratica professionale, si rivela spesso determinante per il successo delle domande.
Tempi di attivazione e prospettive operative
Un elemento di incertezza riguarda l’effettiva operatività delle misure. La data di apertura per la presentazione delle domande sarà stabilita con un successivo provvedimento del Direttore Generale delle politiche attive del lavoro, da emanarsi entro novanta giorni dall’entrata in vigore del decreto attuale.
Come spesso accade in questi casi, l’iter burocratico prevede ancora un passaggio formale prima dell’effettiva operatività. Questo secondo provvedimento conterrà tutti i dettagli operativi e la modulistica necessaria per la presentazione delle istanze.
Considerazioni applicative e criticità ricorrenti
L’architettura normativa del decreto presenta alcuni aspetti che, nell’esperienza applicativa di misure analoghe, possono generare difficoltà interpretative.
La definizione di “investimenti qualificati” richiederà probabilmente chiarimenti attraverso circolari o FAQ, considerato che la giurisprudenza amministrativa ha talvolta interpretato in modo restrittivo concetti simili in altri contesti agevolativi.
La clausola di esclusione per ex imprenditori, per quanto comprensibile nelle finalità, potrebbe creare situazioni borderline di difficile gestione, specialmente in caso di diversificazione settoriale con codici ATECO apparentemente simili ma sostanzialmente differenti.
Infine, la procedura “a sportello” – benché più equa rispetto ai click day – rischia di penalizzare i progetti più strutturati che necessitano di tempi di preparazione più lunghi rispetto a iniziative semplici.
Le misure Resto al Sud 2.0 e Autoimpiego Centro-Nord rappresentano comunque un’opportunità concreta per l’autoimprenditorialità giovanile, con una dotazione finanziaria significativa e un sistema di accompagnamento che va oltre il mero sostegno economico. La loro efficacia dipenderà principalmente dalla capacità di semplificazione delle procedure attuative e dalla tempestività nell’emanazione dei provvedimenti operativi ancora mancanti.