Martedì 18 novembre 2025 alle 7 del mattino scatta ufficialmente il momento decisivo per chi ha intenzione di sfruttare il contributo statale sugli elettrodomestici. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con decreto direttoriale del 12 novembre, ha finalmente fissato data e orario – mettendo nero su bianco quello che nelle ultime settimane era rimasto sul terreno delle ipotesi e delle anticipazioni. Si tratta, nella sostanza, di un classico meccanismo a sportello: chi prima arriva, meglio alloggia. E considerando che le risorse totali ammontano a 48,1 milioni di euro, la corsa si preannuncia serrata. L’agevolazione rientra nel pacchetto di misure previste dalla Legge di Bilancio 2024, all’articolo 1 commi da 107 a 111 (Legge 207/2024), e ha subìto diverse modifiche prima di diventare operativa. Il decreto interministeriale MIMIT-MEF del 3 settembre 2025 aveva tracciato la cornice generale, ma solo con il provvedimento di ottobre – seguito dal decreto del 22 ottobre e dall’ultimo del 12 novembre – si sono definiti i passaggi tecnici che servivano per far partire tutto. Adesso manca solo l’accesso alla piattaforma, e occorre prepararsi per tempo perché il sistema potrebbe andare sotto pressione nelle prime ore.
🕒 Cosa sapere in un minuto
🗓️ Date e orari cruciali
- Click day: martedì 18 novembre 2025 alle ore 7:00
- Validità voucher: 15 giorni dalla data di emissione
- Termine ultimo utilizzo: 31 dicembre 2025
- Fondi disponibili fino a esaurimento (ordine cronologico)
💰 Importi del contributo
- Sconto del 30% sul prezzo d’acquisto
- Massimale standard: 100 euro per nucleo familiare
- Massimale maggiorato: 200 euro con ISEE inferiore a 25.000 euro
- Dotazione complessiva: 48,1 milioni di euro
📱 Come presentare domanda
- App IO (con SPID o Carta d’Identità Elettronica)
- Sito web bonuselettrodomestici.it (con SPID o CIE)
- Piattaforma gestita da PagoPA con verifica automatica requisiti
- Necessaria maggiore età e residenza in Italia
🏠 Elettrodomestici ammessi (7 categorie)
- Lavatrici e lavasciuga (classe A o superiore)
- Forni elettrici e a gas (classe A o superiore)
- Cappe da cucina (classe B o superiore)
- Lavastoviglie (classe C o superiore)
- Asciugabiancheria (classe C o superiore)
- Frigoriferi e congelatori (classe D o superiore)
- Piani cottura (conformi al Regolamento UE 2019/2016)
⚠️ Requisiti obbligatori
- Rottamazione elettrodomestico obsoleto (stessa categoria, classe energetica inferiore)
- Produzione in stabilimenti UE obbligatoria
- Acquisto presso venditori accreditati sulla piattaforma
- Smaltimento RAEE gestito dal venditore gratuitamente
- Un solo voucher per famiglia anagrafica
🚫 Non cumulabilità
- Non cumulabile con detrazione IRPEF 50% per ristrutturazioni
- Non cumulabile con bonus mobili ed elettrodomestici
- Dati comunicati all’Agenzia delle Entrate per controlli incrociati
✅ Preparazione consigliata
- Verificare validità SPID o CIE prima del 18 novembre
- Richiedere ISEE 2025 se necessario (per massimale da 200 euro)
- Scegliere in anticipo quale elettrodomestico sostituire
- Controllare che il modello desiderato sia nell’elenco MIMIT
- Verificare l’elenco venditori accreditati sulla piattaforma
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Come funziona il voucher e quanto vale
L’incentivo copre fino al 30% del prezzo d’acquisto dell’elettrodomestico. Non si tratta però di un rimborso che arriva dopo: è uno sconto diretto applicato dal venditore al momento della transazione, grazie a un voucher digitale che il cittadino riceve dopo aver fatto domanda. Il tetto massimo dello sconto è fissato a 100 euro per ciascun nucleo familiare, ma sale a 200 euro per chi presenta un ISEE 2025 in corso di validità inferiore a 25.000 euro annui.
Attenzione: l’ISEE va indicato solo se si vuole accedere al massimale più alto. Chi non lo comunica riceverà comunque il voucher da 100 euro, sempre che ci siano ancora fondi disponibili. La piattaforma gestita da PagoPA S.p.A. si occupa di verificare automaticamente i dati attraverso l’interrogazione delle banche dati INPS e dell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente. Questo significa che bisogna avere già tutto pronto, ISEE compreso – non c’è margine per recuperare la documentazione a sportello aperto.
Una volta ottenuto, il voucher ha una validità di 15 giorni solari dalla data di emissione. Quindi se arriva il 18 novembre alle 8 del mattino, scade il 2 dicembre alle 23:59. Dopo questa deadline, se non viene utilizzato, le somme prenotate tornano nella disponibilità del fondo e vengono riassegnate ad altri richiedenti secondo l’ordine cronologico originario. Chi perde il proprio turno può ripresentare domanda, ma perde la priorità acquisita con la prima richiesta.
Le modalità per presentare la domanda
Dal 18 novembre, ore 7:00, si può accedere alla piattaforma in due modi: tramite l’app IO (che molti già conoscono per altri servizi della Pubblica Amministrazione) oppure direttamente sul sito bonuselettrodomestici.it. In entrambi i casi serve autenticarsi con SPID o Carta d’Identità Elettronica. Non sono previste altre forme di accesso – quindi chi non ha ancora attivato una di queste due identità digitali deve provvedere prima del 18.
La procedura, almeno sulla carta, dovrebbe essere abbastanza lineare. Si accede, si seguono le indicazioni della guida online, si dichiarano alcuni requisiti fondamentali: possedere un elettrodomestico obsoleto da sostituire con un modello della stessa categoria commerciale ma di classe energetica superiore; indicare eventualmente il proprio ISEE 2025 valido. Completati questi passaggi, la piattaforma controlla tutto in automatico e, se va bene, rilascia il voucher sotto forma di codice univoco alfanumerico.
Questo codice andrà poi utilizzato presso un venditore accreditato – quindi non in un negozio qualsiasi, ma solo tra quelli che si sono registrati sulla piattaforma nelle settimane precedenti. I rivenditori e i produttori hanno infatti dovuto aderire all’iniziativa entro scadenze precise: i produttori dal 23 ottobre, i venditori dal 27 ottobre. Chi non si è iscritto per tempo resta fuori dal circuito.
Quali elettrodomestici si possono acquistare
Il decreto interministeriale del 3 settembre 2025 ha individuato sette categorie di prodotti ammissibili, ciascuna con requisiti di efficienza energetica ben precisi. Le categorie sono state definite secondo il Regolamento UE 2017/1369 e successive normative settoriali, e ogni tipologia ha una classe minima richiesta.
Le lavatrici e le lavasciuga devono avere almeno classe energetica A. Per i forni elettrici o a gas serve sempre classe A o superiore. Le cappe da cucina entrano nel bonus dalla classe B in su. Lavastoviglie e asciugabiancheria possono essere ammesse anche in classe C – un compromesso tecnico che tiene conto delle caratteristiche costruttive di questi apparecchi. Frigoriferi e congelatori rientrano dall’etichetta D in avanti. Infine ci sono i piani cottura, che devono rispettare i limiti fissati dal Regolamento UE 2019/2016.
Questa stratificazione delle classi minime riflette le differenze tecnologiche tra le varie famiglie di prodotti – ma complica un po’ le cose per chi deve scegliere cosa comprare. Non basta più dire “prendo un elettrodomestico a basso consumo”: bisogna verificare esattamente quale etichetta energetica ha il modello specifico che interessa, controllare in quale categoria rientra secondo la classificazione ministeriale, e infine accertarsi che il produttore l’abbia caricato nell’elenco informatico consultabile sulla piattaforma.
C’è poi un vincolo aggiuntivo che può generare qualche grattacapo: gli elettrodomestici devono essere prodotti in stabilimenti collocati nel territorio dell’Unione Europea. Una clausola pensata per sostenere il Made in Italy e il manifatturiero europeo, ma che nella pratica potrebbe dare origine a contestazioni. Non sempre è facile risalire al luogo di assemblaggio finale di un prodotto, soprattutto quando si tratta di filiere produttive distribuite su più Paesi o con componentistica mista. In teoria dovrebbe essere il produttore a certificare questa informazione nel momento in cui carica il modello sulla piattaforma MIMIT, ma in caso di dubbi o verifiche a posteriori potrebbero nascere contenziosi.
L’obbligo della rottamazione
Per ottenere il voucher non basta acquistare un elettrodomestico nuovo e performante: occorre anche consegnare al venditore un apparecchio vecchio, della stessa tipologia e di classe energetica inferiore rispetto a quello che si sta comprando. Quindi se compro una lavatrice in classe A, devo rottamarne una in classe B, C, D o peggio. Se compro un frigorifero in classe D, devo averne uno da smaltire in classe E, F o G.
La responsabilità di gestire il ritiro e l’avvio a smaltimento secondo le norme RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) ricade sul venditore. È lui che deve documentare l’operazione sulla piattaforma informatica, caricare la fattura, trasmettere la dichiarazione di ritiro del vecchio apparecchio. Solo dopo che Invitalia – che è il soggetto attuatore per la parte economica – effettua i controlli, il rivenditore ottiene il rimborso dello sconto applicato al cliente.
Questo passaggio potrebbe creare qualche resistenza da parte degli esercenti più piccoli, non sempre attrezzati per gestire con efficienza il flusso di smaltimento. Le FAQ pubblicate dal MIMIT il 7 novembre 2025 precisano che il servizio di ritiro deve essere gratuito per l’acquirente – quindi non possono essere addebitate spese aggiuntive. E se l’acquisto avviene online, tramite e-commerce abilitato? In quel caso il venditore deve comunque organizzarsi per il ritiro del vecchio apparecchio, con modalità che variano a seconda degli accordi logistici.
Un caso particolare riguarda la situazione in cui il consumatore non dispone di un elettrodomestico da rottamare – magari perché è la prima volta che acquista quel tipo di prodotto, oppure perché il vecchio apparecchio è già stato smaltito in precedenza. Le istruzioni operative chiariscono che in questi casi non si può accedere al bonus: l’obbligo di rottamazione è condizione essenziale per l’agevolazione, senza eccezioni.
Coordinamento con altre misure fiscali
Il decreto stabilisce in modo espresso che il bonus elettrodomestici non è cumulabile con altri incentivi statali riferiti alla medesima spesa. La norma mira a evitare sovrapposizioni con la detrazione IRPEF del 50% prevista per le ristrutturazioni edilizie – quella che comunemente si chiama “bonus mobili ed elettrodomestici”, disciplinata dall’articolo 16-bis del TUIR.
Questa disposizione può generare qualche incertezza interpretativa nelle situazioni di confine. Prendiamo il caso di un contribuente che acquista una cucina componibile nell’ambito di una ristrutturazione straordinaria dell’abitazione. Gli elettrodomestici da incasso – forno, piano cottura, lavastoviglie – fanno parte dell’arredo fisso e potrebbero rientrare nella detrazione per ristrutturazione. Se però lo stesso contribuente ha già usato il voucher ministeriale per uno di questi apparecchi, tecnicamente non potrebbe poi inserirlo nella dichiarazione dei redditi tra le spese detraibili.
Il MIMIT ha previsto la comunicazione dei dati all’Agenzia delle Entrate proprio per permettere controlli incrociati. Resta da vedere come verrà gestita operativamente questa verifica, soprattutto nella fase di elaborazione del 730 precompilato. Siccome il bonus elettrodomestici è un contributo diretto e non una detrazione fiscale, potrebbe non apparire direttamente nei campi compilati dall’Agenzia – ma dovrebbe comunque impedire l’utilizzo di altre agevolazioni sulla stessa spesa.
Un esempio pratico: Marco sostituisce il suo vecchio frigorifero in classe E con un modello nuovo in classe C, ottenendo il voucher da 100 euro. L’anno successivo decide di rifare completamente la cucina nell’ambito di una ristrutturazione straordinaria del suo appartamento. Inserisce nella dichiarazione dei redditi le spese per i mobili e per un nuovo forno a incasso acquistato contestualmente ai lavori. Il frigorifero acquistato l’anno precedente con il bonus non può essere inserito tra le spese detraibili, anche se tecnicamente fa parte dell’arredo della cucina rinnovata.
Le criticità del sistema a tempo limitato
Il meccanismo del voucher temporaneo è stato pensato per evitare accumuli speculativi e per garantire un turnover delle risorse disponibili. Se un cittadino riceve un voucher da 150 euro ma poi acquista un elettrodomestico da 280 euro – quindi utilizza solo 84 euro di sconto effettivo (il 30% di 280) – i 66 euro di differenza non vanno persi ma tornano subito nel fondo, disponibili per altre domande.
Sulla carta il sistema funziona, ma presenta alcuni lati critici. Prima di tutto, i 15 giorni di validità possono essere pochi per chi deve valutare con calma le opzioni sul mercato o aspettare una promozione commerciale vantaggiosa. Alcuni hanno sperato di far coincidere l’uso del voucher con gli sconti del Black Friday (29 novembre), e in effetti con i 15 giorni di tempo dall’emissione del voucher il 18 novembre si riesce a centrare quella finestra. Ma bisogna anche considerare che molti negozi potrebbero esaurire le scorte dei modelli più richiesti proprio in occasione del Black Friday, lasciando chi ha il voucher con poca scelta effettiva.
In secondo luogo, il sistema di restituzione automatica delle somme non utilizzate potrebbe generare ondate successive di domande, complicando la gestione della piattaforma. Se nei primi giorni si esauriscono i fondi, una parte di voucher scadrà dopo 15 giorni liberando nuove risorse. A quel punto si forma una nuova coda di richiedenti, che a loro volta devono utilizzare il voucher entro 15 giorni, e così via. Questo effetto a cascata potrebbe prolungare l’operatività del bonus ben oltre le aspettative iniziali – almeno fino al 31 dicembre 2025, che è il termine ultimo previsto per legge.
Quante domande si potranno soddisfare
Con 48,1 milioni di euro di dotazione effettiva (50 milioni al lordo dei costi di gestione riconosciuti a PagoPA e Invitalia), il numero di domande accoglibili dipende dall’importo medio del voucher. Se ipotizziamo che metà delle domande provengano da nuclei con ISEE sotto i 25.000 euro (quindi voucher da 200 euro) e l’altra metà da famiglie senza ISEE o con ISEE superiore (voucher da 100 euro), l’importo medio si aggira sui 150 euro. Con questa stima, si potrebbero coprire circa 320.000 domande.
Se invece la maggioranza delle richieste venisse da famiglie con ISEE basso – scenario plausibile considerando che l’incentivo è più interessante per chi ha un reddito contenuto – l’importo medio salirebbe e il numero di domande accoglibili scenderebbe. Diciamo che in uno scenario pessimistico si potrebbero soddisfare 240.000 richieste, in uno ottimistico si potrebbe arrivare a 480.000.
Il mercato italiano degli elettrodomestici vale oltre 15 milioni di pezzi venduti all’anno secondo i dati di settore. Anche nello scenario più favorevole, quindi, il bonus coprirebbe meno del 4% delle vendite totali. Una percentuale marginale, che però potrebbe avere un effetto concentrato su alcune categorie di prodotti – in particolare lavatrici e frigoriferi, che sono gli apparecchi con maggiore diffusione nelle famiglie e con cicli di sostituzione più frequenti.
I dati del settore mostrano che nel 2024 le vendite di grandi elettrodomestici hanno registrato una contrazione del 7,8% rispetto all’anno precedente. Una flessione attribuita in parte proprio all’attesa per l’attivazione del bonus: molti consumatori hanno rimandato l’acquisto sperando di poter usufruire dell’incentivo. Adesso che il meccanismo diventa operativo, è lecito aspettarsi un recupero delle vendite – almeno fino a esaurimento dei fondi disponibili.
Cosa fare per prepararsi al click day
Vista la natura del meccanismo – ordine cronologico rigoroso, fondi limitati, possibili rallentamenti della piattaforma nelle prime ore – conviene organizzarsi con anticipo. Per chi assiste clienti o familiari nella procedura, meglio predisporre tutto il necessario nei giorni precedenti al 18 novembre.
La checklist minima comprende:
- SPID o CIE attivi e funzionanti (verificare che le credenziali non siano scadute);
- ISEE 2025 già richiesto e presente nelle banche dati INPS (la piattaforma interroga l’archivio, non accetta documentazione caricata manualmente);
- documento d’identità valido;
- elenco dei venditori accreditati disponibile sulla piattaforma (al momento della stesura di questo articolo non risulta ancora pubblicato, ma dovrebbe esserlo entro il 18 novembre).
Sul fronte della scelta del prodotto, è strategico decidere in anticipo quale elettrodomestico sostituire. Ogni nucleo familiare può beneficiare di un solo voucher – quindi se in casa ci sono più apparecchi da cambiare, bisogna valutare quale conviene prioritizzare. In un’ottica di massimizzazione del beneficio economico, può avere senso orientarsi su prodotti di fascia medio-alta, dove lo sconto del 30% ha maggiore impatto in valore assoluto.
Facciamo un esempio concreto: Giulia deve sostituire sia la lavatrice che il frigorifero. La lavatrice vecchia è in classe D, quella nuova che vorrebbe costa 450 euro ed è in classe A. Il frigorifero attuale è in classe F, quello nuovo costa 680 euro ed è in classe B. Con un ISEE di 22.000 euro, Giulia può ottenere un voucher da 200 euro. Se applica il voucher alla lavatrice, ottiene uno sconto di 135 euro (30% di 450), quindi “spreca” 65 euro del massimale. Se invece lo applica al frigorifero, ottiene lo sconto pieno di 200 euro (perché il 30% di 680 è 204 euro, ma il tetto massimo è 200). Conviene quindi usare il voucher sul frigorifero, acquistare quello subito, e comprare la lavatrice successivamente senza incentivo – oppure attendere una promozione commerciale che compensi parzialmente la mancanza del bonus.
Ultima raccomandazione: verificare sempre che il modello scelto sia presente nell’elenco informatico degli elettrodomestici ammissibili pubblicato dal MIMIT. Non tutti i prodotti in commercio sono inclusi – dipende dalla volontà del produttore di aderire all’iniziativa e dalla verifica dei requisiti tecnici da parte del Ministero. Meglio controllare prima di arrivare al negozio con il voucher in mano e scoprire che il modello desiderato non è nel sistema.
Quando ci si può aspettare l’esaurimento dei fondi
È difficile fare previsioni precise, ma qualche elemento di riflessione c’è. Le esperienze passate con altri bonus a sportello – dal bonus TV al bonus idrico – mostrano che nelle prime ore si concentra sempre un picco di domande. È probabile che già nella giornata del 18 novembre si consumi una parte significativa dello stanziamento, forse tra il 80% e il 90%.
Se ipotizziamo che il 30% delle risorse venga assorbito nei primi due giorni, restano ancora 33-34 milioni di euro per le settimane successive. Con una media di 2-3 milioni di euro al giorno, i fondi potrebbero reggere fino ai primi giorni di dicembre. Ma molto dipende da come si distribuiranno le richieste: se c’è un afflusso concentrato nelle prime 72 ore, l’esaurimento potrebbe arrivare già entro fine novembre.
Il meccanismo dei voucher scaduti che liberano nuove risorse introduce una variabile ulteriore. Se il 10-15% dei voucher emessi non viene utilizzato entro i 15 giorni, quelle somme tornano disponibili e permettono di accogliere nuove domande. In questo modo il bonus potrebbe avere una coda lunga, con piccole riaperture a scadenze regolari fino al 31 dicembre.
Per chi non riesce a entrare nella prima finestra, l’alternativa è monitorare costantemente la piattaforma e tentare di agganciare le finestre successive. Non è un sistema comodissimo, ma è l’unico modo per non perdere completamente l’opportunità.
Prospettive e limiti strutturali della misura
Il bonus elettrodomestici 2025 rappresenta un tentativo di coniugare sostegno ai consumi, efficienza energetica e sostegno all’industria europea. Sul piano teorico l’impianto è solido: si incentiva la sostituzione di apparecchi obsoleti con modelli più performanti, si riduce il consumo elettrico delle famiglie, si promuove il corretto smaltimento dei RAEE, si dà un impulso al settore manifatturiero in difficoltà.
Sul piano pratico, però, la misura sconta alcuni limiti strutturali. Il primo è la dotazione finanziaria troppo contenuta rispetto alla platea potenziale: con circa 25 milioni di famiglie in Italia e uno stanziamento che basta per meno di 400.000 domande, la portata dell’intervento resta marginale. Il secondo limite riguarda la complessità procedurale: tra requisiti energetici differenziati, obbligo di produzione UE, necessità di rottamazione certificata, la misura non brilla per semplicità operativa.
Un terzo aspetto critico riguarda la tempistica. L’incentivo è stato annunciato nella Legge di Bilancio 2024 approvata a fine 2023, ma diventa operativo solo a metà novembre 2025 – quasi un anno dopo. Questo lungo lasso di tempo ha prodotto un effetto di attesa che ha depresso le vendite nel corso del 2024, come attestano i dati di settore. Si potrebbe dire che in parte il bonus serve a recuperare vendite che sarebbero comunque avvenute, più che a generare domanda aggiuntiva netta.
Sul versante ambientale, l’impatto potenziale è positivo ma difficile da quantificare. Sostituire un frigorifero in classe F con uno in classe A può generare un risparmio energetico di circa 100-150 kWh all’anno per un apparecchio di medie dimensioni. Moltiplicato per 300.000 sostituzioni, si arriverebbe a un risparmio teorico di 30-45 GWh annui – una quantità non trascurabile, ma che rappresenta comunque una frazione minima dei consumi elettrici residenziali nazionali.



