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Legge di Bilancio 2026

Approvato il Disegno di Legge di Bilancio 2026: ecco le novità su fisco, lavoro e pensioni

18 Ottobre, 2025

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Il 17 ottobre 2025 segna un passaggio chiave per la finanza pubblica italiana. Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al Disegno di Legge di Bilancio che traccerà le coordinate economiche del prossimo anno. Parliamo di una manovra da 18,7 miliardi di euro che tocca stipendi, tasse, previdenza e agevolazioni alle imprese. Il testo ora passa al Parlamento per l’iter di approvazione che dovrà concludersi entro il 31 dicembre. Le due misure che hanno monopolizzato il dibattito pubblico – anche all’interno della maggioranza di governo – restano senza dubbio la riduzione dell’aliquota IRPEF per il ceto medio e la nuova definizione agevolata delle cartelle esattoriali, nota come rottamazione quinquies. Ma c’è molto altro sul tavolo. Dai bonus per le famiglie agli incentivi per chi assume, dalle pensioni ai crediti d’imposta per le zone economiche speciali.

🕒 Cosa sapere in un minuto

  • Approvato dal Governo il disegno di Legge di Bilancio 2026: manovra da 18,7 miliardi, ora all’esame del Parlamento.
  • Riduzione seconda aliquota IRPEF: dal 35% al 33% per redditi tra 28.001 e 50.000 €.
  • Nuova rottamazione quinquies per cartelle: rate in 9 anni, senza sanzioni o interessi.
  • Premi produttività: imposta ridotta all’1%, soglia aumentata a 5.000 €. Detassazione per turni gravosi.
  • Pensioni: incremento minime (+20 €), blocco selettivo aumento età. Confermate Quota 103, Ape sociale, Opzione donna.
  • Famiglie: Carta dedicata a te rifinanziata, bonus mamme potenziato, revisione ISEE.
  • Bonus casa prorogati: 50% prima casa, 36% altre.
  • Imprese: credito di imposta ZES, ZLS, Nuova Sabatini, super/iperammortamento. IRES premiale al 20% se utili reinvestiti.
  • Congedo parentale: 3 mesi indennizzati all’80% da usare entro i 6 mesi del figlio.

Aliquote IRPEF: cosa cambia per i redditi medi

La novità più discussa riguarda la fiscalità diretta. Il Governo punta a ridurre il carico tributario sui lavoratori dipendenti e autonomi che si collocano nella fascia intermedia di reddito. In particolare, la seconda aliquota IRPEF scenderà dal 35% al 33%, con un intervento che secondo le stime dovrebbe valere circa 2,8 miliardi di euro annui.

Chi ne beneficia? I contribuenti con redditi compresi tra 28.001 e 50.000 euro. Si tratta di una platea ampia che include professionisti, quadri aziendali, lavoratori autonomi e dipendenti con inquadramenti intermedi. Tuttavia – e questo è un punto da non trascurare – per i redditi superiori a 200.000 euro è prevista una sterilizzazione dei benefici. In altre parole, chi supera questa soglia non vedrà alcun vantaggio dalla riduzione dell’aliquota.

La misura si inserisce nel percorso di riforma fiscale avviato con la delega tributaria (legge 9 agosto 2023, n. 111) e proseguito con le precedenti leggi di bilancio. L’obiettivo dichiarato è quello di sostenere il potere d’acquisto delle famiglie in un contesto economico ancora caratterizzato da pressioni inflazionistiche.

Rottamazione quinquies: come funziona la nuova pace fiscale

Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha parlato di “ossigeno e speranza” per 16 milioni di italiani. La rottamazione quinquies permetterà infatti di sanare i debiti contenuti nelle cartelle esattoriali emesse fino al 31 dicembre 2023. Si tratta della quinta edizione di questo strumento, dopo quelle del 2016, 2018, 2019 e 2023.

Le caratteristiche della nuova definizione agevolata sono piuttosto chiare. Il piano di rientro si svilupperà su 9 anni con rate tutte di uguale importo. Niente sanzioni, niente interessi di mora. E – altro elemento rilevante – nessun ticket d’ingresso e nessuna rata minima obbligatoria. La decadenza scatta però dopo due mancati pagamenti consecutivi.

C’è un requisito di accesso che vale la pena sottolineare: potranno aderire solo i contribuenti che hanno presentato regolarmente la dichiarazione dei redditi. Nella prassi questo significa che chi ha evaso completamente gli obblighi dichiarativi non potrà beneficiare della sanatoria. La misura punta quindi a favorire chi ha avuto difficoltà nel pagamento ma è rimasto comunque nel perimetro della legalità fiscale.

Lavoratori dipendenti: premi di produttività e turni agevolati

Sul fronte del lavoro dipendente si registrano alcune novità che meritano attenzione. La detassazione dei premi di produttività viene rafforzata con una riduzione dell’imposta sostitutiva che passa dal 5% all’1%. La soglia per l’applicazione di questo regime favorevole sale da 3.000 a 5.000 euro.

Per chi lavora su turni notturni e festivi arriva invece una specifica forma di detassazione della retribuzione. Si tratta di una misura pensata per riconoscere il maggior disagio di chi presta servizio in orari particolarmente gravosi. I dettagli tecnici verranno definiti nel testo definitivo della legge.

Un’altra agevolazione riguarda gli aumenti retributivi derivanti dai rinnovi contrattuali del 2025 e del 2026. Per i lavoratori con reddito fino a 28.000 euro si applicherà una flat tax al 5% sulla parte di incremento. Questo meccanismo dovrebbe incentivare i datori di lavoro a procedere rapidamente con i rinnovi, riducendo al contempo il cuneo fiscale sugli aumenti salariali.

Si consideri che questa misura si sovrappone parzialmente al taglio del cuneo contributivo già in vigore. L’effetto combinato potrebbe quindi essere significativo per chi rientra nelle fasce di reddito più basse.

Sistema pensionistico: blocco selettivo dei requisiti

Sul capitolo previdenza, il pacchetto vale complessivamente 3,6 miliardi di euro nel triennio 2026-2028. La questione più delicata riguarda l’adeguamento dei requisiti alla speranza di vita. Dal 2027 l’età per la pensione di vecchiaia dovrebbe salire a 67 anni e 3 mesi. Bloccare completamente questo meccanismo costerebbe circa 3 miliardi, risorse che nella manovra non ci sono.

Il Governo ha quindi optato per una soluzione graduale e selettiva. Nel 2027 l’aumento sarà di un mese, per poi passare a due mesi dal 2028. Vengono esclusi da questo incremento i lavoratori che svolgono mansioni gravose e usuranti. Per queste categorie – che la normativa vigente già tutela con percorsi agevolati – resta fermo il requisito attuale.

Confermata anche la proroga di Quota 103, Ape sociale e Opzione donna. Si tratta di canali di uscita anticipata che negli ultimi anni hanno rappresentato un’alternativa alla pensione di vecchiaia ordinaria, pur con requisiti e penalizzazioni specifiche.

Le pensioni minime dovrebbero registrare un incremento di 20 euro mensili. Un aumento che nella pratica professionale si osserva spesso come insufficiente rispetto alle reali esigenze dei pensionati, ma che comunque rappresenta un segnale di attenzione verso la fascia più fragile.

Famiglie: bonus e revisione ISEE

Per le famiglie sono in arrivo conferme e qualche novità. La Carta dedicata a te – il buono spesa da 500 euro destinato ai nuclei in difficoltà economica – viene rifinanziata. Si tratta di una misura già sperimentata nel 2024 e nel 2025, ora prorogata anche per l’anno prossimo.

Il bonus mamme per le lavoratrici con almeno due figli viene potenziato. Il tetto di reddito per accedere all’agevolazione si attesta a 40.000 euro. Secondo quanto emerge dalle prime indiscrezioni, il contributo mensile potrebbe passare da 40 a 60 euro (da 480 a 720 euro all’anno). La durata del beneficio arriverebbe fino ai 10 anni di età del figlio più piccolo per le mamme con due figli, e fino ai 18 anni per quelle con tre o più figli.

I bonus casa vengono prorogati alle stesse condizioni del 2025. Questo significa che per gli interventi sull’abitazione principale resta la detrazione al 50%, mentre per le seconde case si applica il 36%. Una scelta annunciata già nel Documento Programmatico di Bilancio e che ora trova conferma.

Particolarmente interessante è la revisione del calcolo ISEE. L’obiettivo è agevolare le famiglie più numerose e innalzare il tetto di esclusione della prima casa. Nella prassi amministrativa l’ISEE rappresenta il principale strumento di accesso alle prestazioni sociali agevolate. Una modifica dei criteri di calcolo potrebbe quindi avere effetti significativi sull’accesso a bonus, agevolazioni universitarie, tariffe ridotte per i servizi pubblici.

Imprese: crediti d’imposta e ammortamenti

Sul versante delle agevolazioni alle imprese si registrano diverse conferme e qualche novità. Il credito d’imposta per le zone economiche speciali (ZES) viene rifinanziato con uno stanziamento di 2,3 miliardi di euro. Le ZES sono aree territoriali (attualmente concentrate nel Mezzogiorno) dove le imprese possono beneficiare di particolari vantaggi fiscali per incentivare gli investimenti e l’occupazione.

Alle zone logistiche semplificate (ZLS) vanno invece 100 milioni di euro. Si tratta di un’agevolazione più recente, pensata per favorire lo sviluppo di infrastrutture e attività logistiche in determinate aree portuali e retroportuali.

Confermata anche la Nuova Sabatini, lo strumento che finanzia l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature da parte delle piccole e medie imprese. Il meccanismo prevede un contributo in conto interessi sui finanziamenti bancari e leasing.

Sul fronte delle imposte indirette, viene prorogato per tutto il 2026 il blocco della plastic tax e della sugar tax. Due tributi che avrebbero dovuto entrare in vigore già da tempo ma che continuano a essere rinviati di anno in anno. La plastic tax riguarda i manufatti in plastica con singolo impiego (MACSI), mentre la sugar tax colpisce le bevande edulcorate.

Torna poi il meccanismo di super e iperammortamento. Si tratta della maggiorazione del costo fiscale dei beni strumentali acquistati, che permette alle imprese di dedurre un importo superiore al prezzo effettivamente pagato. Secondo le prime indicazioni, gli investimenti ammessi dovrebbero valere complessivamente 4 miliardi di euro.

Viene inoltre confermata l’IRES premiale, introdotta dalla legge di bilancio 2024. L’aliquota scende dal 24% al 20% per le imprese che reinvestono gli utili (senza distribuirli) in acquisti di beni strumentali e assunzioni di personale. Si tratta di un’agevolazione che premia chi decide di far crescere l’azienda piuttosto che distribuire dividendi.

Congedo parentale: conferma dell’indennizzo all’80%

Per quanto riguarda i congedi, anche nel 2026 i genitori potranno contare su tre mesi di congedo parentale facoltativo indennizzati all’80%. Questi mesi devono essere utilizzati entro il compimento dei sei mesi di età del bambino (o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento). I restanti mesi disponibili rimangono indennizzati al 30%.

La misura rappresenta un incentivo per i padri a utilizzare maggiormente il congedo, vista l’indennità più elevata rispetto alla percentuale ordinaria. Nella casistica comune si osserva però ancora una prevalenza delle madri nell’utilizzo di questi strumenti.

Il percorso parlamentare della Legge di Bilancio 2026

Il testo approvato dal Consiglio dei Ministri non è definitivo. Rappresenta il punto di partenza per l’iter parlamentare che dovrà concludersi entro la scadenza del 31 dicembre 2025. Quest’anno la prima lettura spetterà al Senato, mentre la Camera procederà all’approvazione finale.

Durante l’esame parlamentare il testo potrà subire modifiche anche significative attraverso l’approvazione di emendamenti. La maggioranza e le opposizioni presenteranno proposte di modifica, alcune delle quali potrebbero essere accolte in base agli equilibri politici e alle disponibilità di copertura finanziaria.

È opportuno notare che le coperture della manovra provengono in parte da un contributo richiesto a banche e assicurazioni. Si tratta di un mix di misure strutturali e congiunturali che comprende la possibilità di liberare le riserve accantonate nel 2023, l’aumento dell’IRAP, un nuovo regime di deducibilità dei crediti dubbi e limitazioni al riporto delle perdite fiscali.

La trasmissione del testo rispetta la tempistica europea. Il Documento Programmatico di Bilancio era stato infatti inviato alla Commissione europea il 15 ottobre, due giorni prima dell’approvazione in Consiglio dei Ministri.

Tabella riepilogativa: le principali misure della Legge di Bilancio 2026

Area di intervento Misura Stanziamento/Dettagli
IRPEF Riduzione seconda aliquota Dal 35% al 33% (scaglione 28.001-50.000€) – 2,8 mld€/anno
Rottamazione Definizione agevolata cartelle Debiti fino al 31/12/2023 – Piano 9 anni senza sanzioni
Lavoro Imposta sostitutiva premi produttività Dall’1% al 5% (soglia da 3.000 a 5.000€)
Lavoro Flat tax aumenti contrattuali 5% per redditi fino a 28.000€ (rinnovi 2025-2026)
Pensioni Aumento requisiti Graduale: +1 mese nel 2027, +2 dal 2028
Pensioni Incremento pensioni minime +20€ mensili
Famiglie Carta dedicata a te 500€ – Rifinanziamento
Famiglie Bonus mamme Potenziato per 2 figli (reddito max 40.000€)
Famiglie Bonus casa Proroga condizioni 2025 (50% prima casa, 36% altre)
Imprese Credito d’imposta ZES 2,3 miliardi€
Imprese Zone logistiche semplificate 100 milioni€
Imprese Super/iperammortamento Investimenti ammessi 4 miliardi€
Imposte indirette Plastic e sugar tax Blocco per tutto il 2026

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