L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato il provvedimento che fissa il coefficiente di fruibilità del credito d’imposta per gli investimenti nella Zona economica speciale del Mezzogiorno. Le richieste hanno superato di gran lunga le risorse disponibili e il taglio, per molte imprese, sarà piuttosto pesante.
Il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate
Con il provvedimento n. 570046 del 12 dicembre 2025, firmato dal direttore Vincenzo Carbone, l’Agenzia delle Entrate ha reso nota la percentuale di fruibilità del credito d’imposta ZES unica per l’anno 2025. Il coefficiente si attesta al 60,3811%. Un dato che va capito bene: non si tratta dell’aliquota del bonus, ma della quota effettivamente utilizzabile rispetto a quanto richiesto nella comunicazione integrativa.
In pratica, se un’impresa aveva maturato un credito teorico di 100.000 euro, potrà utilizzarne soltanto 60.381 euro. Il resto? Tagliato. E non c’è modo di recuperarlo.
La sproporzione tra domande e risorse
Il meccanismo era noto fin dall’inizio. La legge di Bilancio 2025 aveva stanziato 2,2 miliardi di euro per finanziare l’agevolazione. Ma le comunicazioni integrative pervenute tra il 18 novembre e il 2 dicembre 2025 hanno evidenziato una domanda complessiva di circa 3,64 miliardi di euro. Quasi il 66% in più delle risorse disponibili.
Il calcolo è presto fatto: 2.200.000.000 euro diviso 3.643.520.511 euro dà esattamente 60,3811%. Ogni impresa vedrà il proprio credito ridotto in questa proporzione, con il risultato troncato all’unità di euro.
Cosa cambia per le aliquote effettive
Qui serve fare un po’ di chiarezza, perché il tema può generare confusione. Le aliquote del credito d’imposta ZES unica, quelle stabilite dalla Carta degli aiuti a finalità regionale, restano formalmente invariate. Quello che cambia è il beneficio reale.
Facciamo un esempio concreto. Una piccola impresa campana che investe 500.000 euro avrebbe diritto, sulla carta, a un credito del 60%, cioè 300.000 euro. Applicando però il coefficiente del 60,38%, il credito effettivamente fruibile scende a circa 181.143 euro. L’aliquota reale, in sostanza, si riduce al 36,23%.
| Regione | Dimensione impresa | Aliquota teorica | Aliquota effettiva |
|---|---|---|---|
| Campania, Calabria, Puglia, Sicilia | Piccola impresa | 60% | 36,23% |
| Campania, Calabria, Puglia, Sicilia | Media impresa | 50% | 30,19% |
| Campania, Calabria, Puglia, Sicilia | Grande impresa | 40% | 24,15% |
| Basilicata, Molise, Sardegna | Piccola impresa | 50% | 30,19% |
| Basilicata, Molise, Sardegna | Media impresa | 40% | 24,15% |
| Basilicata, Molise, Sardegna | Grande impresa | 30% | 18,11% |
I numeri delle comunicazioni inviate
Il provvedimento contiene anche un dettaglio interessante: la ripartizione regionale delle richieste. Complessivamente sono state inviate 10.493 comunicazioni (alcune imprese con più sedi in regioni diverse vengono conteggiate più volte, quindi il totale dei righi arriva a 10.677).
La Campania fa la parte del leone con oltre 3.700 comunicazioni tra micro, piccole, medie e grandi imprese. La Sicilia segue con circa 2.350 comunicazioni, poi la Puglia con quasi 1.800. Sul fronte degli investimenti, il totale supera i 7,3 miliardi di euro, distribuiti tra impianti, macchinari, attrezzature e immobili.
Il dato più rilevante, però, resta quello del credito richiesto: oltre 3,6 miliardi a fronte di 2,2 miliardi disponibili. Una forbice che era prevedibile, a dire il vero, visto l’interesse crescente delle imprese meridionali verso questa misura.
Come verificare il credito d’imposta fruibile
L’Agenzia delle Entrate ha predisposto un sistema di consultazione piuttosto semplice. Ogni beneficiario può accedere al proprio cassetto fiscale, nell’area riservata del sito istituzionale, e verificare l’importo del credito effettivamente spendibile.
Il calcolo viene fatto in automatico: il credito indicato nell’ultima comunicazione integrativa validamente presentata (quella del periodo 18 novembre – 2 dicembre 2025), moltiplicato per 60,3811%, con troncamento all’unità di euro. Chi ha rinunciato all’agevolazione, ovviamente, non troverà nulla.
Le modalità di utilizzo del bonus
Il credito d’imposta ZES unica si utilizza esclusivamente in compensazione, secondo le regole dell’articolo 17 del D.Lgs. 241/1997. Il codice tributo da indicare nel modello F24 è il “7034”. Un aspetto da non sottovalutare: la compensazione può avvenire solo tramite i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate. L’home banking, per intenderci, non è ammesso.
Per quanto riguarda i tempi, il credito diventa fruibile dal giorno lavorativo successivo alla pubblicazione del provvedimento (quindi dal 13 dicembre 2025), ma comunque non prima del rilascio della seconda ricevuta da parte dell’Agenzia. Si tratta della ricevuta che comunica al richiedente l’autorizzazione all’utilizzo del credito.
Una riflessione sulla misura
Il credito d’imposta ZES unica nasce con l’obiettivo di stimolare gli investimenti nel Mezzogiorno. L’articolo 16 del D.L. 124/2023, modificato dalla legge di Bilancio 2025, prevede un’agevolazione per l’acquisto di beni strumentali destinati a strutture produttive nelle otto regioni meridionali: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Il successo della misura, in termini di adesioni, è innegabile. Ma il taglio del 40% circa rispetto al credito richiesto pone qualche interrogativo. Le imprese che hanno pianificato investimenti contando su un certo ritorno fiscale si trovano ora con un beneficio ridotto. Certo, era un’eventualità nota (il meccanismo del click day con riparto proporzionale era chiaro fin dall’inizio), ma il peso del taglio resta comunque rilevante.


