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Rottamazione quinquies rinviata alla legge di bilancio 2026?

12 Maggio, 2025

L’analisi approfondita dei recenti sviluppi in materia di definizione agevolata delle cartelle esattoriali evidenzia un quadro normativo in evoluzione che merita particolare attenzione. Il percorso della cosiddetta Rottamazione quinquies si trova attualmente in una fase di stallo, nonostante l’ampio dibattito che ha caratterizzato gli ultimi mesi. Si osserva come il recente provvedimento di ripescaggio per i contribuenti decaduti dalla Rottamazione quater abbia interessato circa 250mila soggetti. L’operazione ha visto una significativa partecipazione – infatti, all’originaria adesione alla quater risultavano pervenute circa 3,8 milioni di domande entro il termine del 30 giugno 2023. L’importo complessivo oggetto di definizione si attestava intorno ai 18 miliardi di euro lordi, ridotti a 13 miliardi al netto delle componenti sanzionatorie.

Le dinamiche del ripescaggio straordinario

Nella prassi applicativa si è registrato un fenomeno ricorrente: circa 500mila contribuenti risultavano decaduti dai benefici della rottamazione per mancato rispetto delle prime scadenze. Il legislatore ha quindi introdotto – ed è fondamentale sottolinearlo – una finestra temporale straordinaria che si è conclusa il 30 aprile 2025.

È interessante notare come l’Agenzia delle Entrate-Riscossione dovrà procedere, entro il 30 giugno 2025, all’invio dei nuovi piani di pagamento rateizzati (articolati in un massimo di 10 rate) con prima scadenza fissata al 31 luglio 2025.

Il quadro normativo della quinquies: criticità e prospettive

Nonostante le aspettative del settore, il percorso della Rottamazione quinquies presenta elementi di complessità che ne hanno determinato l’attuale fase di sospensione. Il disegno di legge n. 1375, presentato in Senato all’inizio dell’anno, contemplava un’articolata proposta normativa che prevedeva:

  • L’inclusione dei debiti fiscali dal 2000 al 2023;
  • Un piano di pagamento esteso a 120 rate mensili;
  • Una maggiore tolleranza nei casi di inadempimento (fino a otto rate).

Occorre evidenziare come le tempistiche inizialmente ipotizzate – adesioni entro aprile 2025, risposta dell’Agenzia entro giugno – si siano rivelate, nella pratica operativa, non percorribili.

Le ragioni del rallentamento legislativo

L’analisi delle motivazioni sottese al mancato avanzamento del provvedimento rivela diversi profili di criticità. In primo luogo, emerge la questione delle tempistiche tecniche, come evidenziato dallo stesso direttore dell’Agenzia delle Entrate, Vincenzo Carbone. La necessità di adeguamento dei sistemi informativi – aspetto spesso trascurato ma determinante – costituisce un elemento non trascurabile nel processo implementativo.

Dal punto di vista delle coperture finanziarie, le stime indicano un impatto sulle casse erariali quantificabile in oltre 5 miliardi per il 2025 e circa 3 miliardi per il 2026. Il Ministro Giorgetti ha manifestato apertura alla proposta, subordinandola tuttavia alla presenza di adeguate garanzie finanziarie.

Alternative operative in assenza della quinquies

Nell’attuale contesto normativo, i contribuenti interessati dispongono di strumenti ordinari per la gestione del proprio debito tributario. Si consideri che:

  • I soggetti aderenti alla rottamazione quater devono proseguire con il pagamento puntuale delle rate 2025-2027;
  • Per i debitori non inclusi nelle precedenti definizioni agevolate restano disponibili i piani di rateizzazione ordinaria (estensibili fino a 72 o 120 mesi secondo i casi);
  • Permangono gli ordinari strumenti di tutela giurisdizionale.

È opportuno notare come i Centri di Assistenza Fiscale registrino un costante afflusso di richieste informative, sintomo di un’esigenza diffusa di chiarimenti operativi.

Scenari evolutivi e prospettive future

Le valutazioni prospettiche sulla possibile introduzione della Rottamazione quinquies – e questo rappresenta un aspetto particolarmente rilevante per gli operatori del settore – sembrano orientarsi verso la seconda metà dell’anno. Fonti qualificate non escludono che tale misura possa trovare collocazione nell’ambito della prossima legge di Bilancio 2026.

Tale ipotesi, per quanto al momento confinata nell’ambito delle valutazioni politico-economiche, meriterebbe un’attenta considerazione anche alla luce del significativo interesse manifestato da una vasta platea di contribuenti. La questione rimane pertanto aperta, in attesa di sviluppi che potrebbero manifestarsi nel corso del prossimo autunno, periodo tradizionalmente dedicato alla predisposizione della manovra finanziaria.

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