Dalle dichiarazioni di Maurizio Leo emerge un’indicazione che cambia il quadro della riscossione: la rottamazione quinquies, con le sue 54 rate bimestrali e gli interessi ridotti al 3%, potrebbe aprirsi non solo a chi è perfettamente in regola, ma anche a chi oggi ha una rottamazione quater in bilico, magari già a rischio decadenza. Una possibilità che nasce per alleggerire il contenzioso e riportare dentro il perimetro migliaia di contribuenti rimasti sospesi.
🕒 Cosa sapere in un minuto
- La rottamazione quinquies offrirà 54 rate bimestrali e interessi al 3%.
- Saranno ammessi anche i contribuenti oggi in regola con la rottamazione quater.
- Il Governo valuta di includere, in casi specifici, anche chi non ha pagato tutto.
- L’obiettivo è ridurre decadenze, recuperare crediti e alleggerire il contenzioso.
- La misura non è un condono, ma un piano più sostenibile di riscossione.
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Il passaggio chiave: la transizione possibile dalla quater alla quinquies
Nelle parole del viceministro si trova un punto che, nella prassi, potrebbe diventare decisivo: secondo quanto riferito, il Governo sta valutando la possibilità di far transitare le posizioni attive nella rottamazione quater verso la nuova rottamazione quinquies anche “senza il pagamento integrale dei carichi” già previsti nel vecchio piano. Un’ipotesi che esce dalla logica tradizionale delle definizioni agevolate e che, in un certo senso, rimette in gioco soggetti che finora erano considerati perduti.
Si consideri il meccanismo attuale: con la quater un ritardo anche minimo può far decadere l’intero beneficio. Nella quinquies, invece, le condizioni sono molto più sostenibili grazie alle 54 rate bimestrali. È opportuno notare come questa transizione avrebbe una funzione più finanziaria che premiale, perché punta a recuperare crediti ormai difficili da incassare.
Come cambierebbe lo scenario per chi ha piani quater attivi
Nella prassi, molti contribuenti hanno rispettato le scadenze iniziali della quater e poi si sono trovati in difficoltà con la cadenza trimestrale. Se la quinquies aprisse realmente le porte anche a loro, si configurerebbe una sorta di “seconda chance” istituzionale, più vicina a un riequilibrio dei piani di riscossione che a un nuovo condono.
D’altronde, chi sta sostenendo le rate quater è comunque in un percorso di regolarizzazione. Un funzionario della riscossione, guardando gli incassi, direbbe che è più razionale accompagnare questi soggetti in un piano di lungo periodo piuttosto che farli decadere e rimettere a ruolo importi che non verranno mai recuperati.
Le ragioni politiche della possibile apertura
Secondo quanto previsto dall’intervento pubblico, la rottamazione quinquies non nasce per premiare nessuno, bensì per sbloccare un equilibrio che si sta logorando. Le decadenze della quater sono state più alte del previsto, e il MEF deve scegliere tra due strade: lasciare che migliaia di contribuenti saltino completamente il banco oppure offrire un piano diverso, più diluito e coerente con la capacità finanziaria reale.
In questa logica, la keyword rottamazione quinquies diventa la chiave di una strategia che unisce il recupero crediti alla stabilità del sistema. Un’estensione anche ai non perfettamente in regola non sarebbe una contraddizione, ma una scelta di convenienza.
Una nuova lettura per chi ha posizioni “a rischio”
Chi ha già un piano quater e teme la decadenza potrebbe trovarsi davanti a un’opportunità non scontata. Le parole del viceministro non garantiscono una riapertura generalizzata, però lasciano intendere scenari selettivi, orientati soprattutto alle situazioni più fragili o esposte. È una prospettiva diversa, meno rigida rispetto alle definizioni precedenti e più attenta alla sostenibilità dei piani rateali.



