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Rottamazione quinquies

Rottamazione quinquies con nuovi criteri selettivi: esclusi i debitori seriali

20 Agosto, 2025

L’esecutivo punta a tagliare il magazzino della riscossione da 1.280 miliardi distinguendo contribuenti virtuosi da chi ha abusato delle passate sanatorie. La quinta edizione introduce meccanismi più rigidi di accesso e dilazioni fino a dieci anni con tolleranza per otto rate mancate.

🕒 Cosa sapere in 1 minuto

  • La rottamazione quinquies sarà più selettiva: esclusi i “debitori seriali” e chi è decaduto nelle precedenti sanatorie.
  • Aumentano i controlli: per chi ha già aderito serve il pagamento prima delle vecchie rate non saldate.
  • Agevolazioni con dilazione fino a 120 rate e tolleranza per otto scadenze mancate.
  • Obbligatorio anticipo 5% per debiti oltre 50.000 euro.
  • Debiti fino a mille euro verso possibile annullamento automatico.
  • La misura sarà inserita nella Legge di Bilancio 2026.

Rottamazione quinquies

Rottamazione quinquies in dirittura d’arrivo

Rottamazione quinquies

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Rottamazione quinquies

La partita della rottamazione quinquies entra in una fase decisiva. Dopo mesi di attesa – e le porte chiuse del decreto Milleproroghe – il governo Meloni studia un approccio completamente diverso rispetto alle precedenti definizioni agevolate. Non più una sanatoria generalizzata, ma un meccanismo selettivo pensato per premiare chi davvero intende saldare i conti con il fisco.

Nella prassi applicativa delle precedenti rottamazioni si è verificato un fenomeno ricorrente: molti contribuenti hanno utilizzato questi strumenti come mero escamotage per congelare l’azione esecutiva, salvo poi lasciare inevase le rate stabilite. È opportuno notare come questo comportamento abbia prodotto effetti distorsivi significativi sul sistema della riscossione.

La lezione delle precedenti sanatorie

I numeri certificati dalla Corte dei Conti restituiscono un quadro impietoso della gestione passata. Il tasso di decadenza del 60% registrato nelle quattro precedenti edizioni – dalla rottamazione ter del 2017 alla quater conclusasi nel 2023 – ha comportato mancati incassi per circa 48 miliardi di euro. Una cifra che evidenzia come molti abbiano considerato queste misure alla stregua di moratorie temporanee piuttosto che veri percorsi di regolarizzazione.

Vincenzo Carbone, direttore dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, ha fornito dati ancora più allarmanti al 31 gennaio 2025: il magazzino della riscossione ammonta a 1.280 miliardi, con il 60% dei soggetti iscritti a ruolo da almeno dieci annualità. Oltre il 77% dei contribuenti destinatari di cartelle negli ultimi tre anni risultava già interessato da precedenti iscrizioni.

I meccanismi anti-elusione allo studio

La rottamazione quinquies si propone di spezzare questo circolo vizioso attraverso filtri più stringenti. Chi è decaduto da precedenti definizioni agevolate dovrà necessariamente rimettersi in pari con le rate arretrate prima di poter accedere al nuovo beneficio. Una clausola che, nell’esperienza applicativa, dovrebbe scoraggiare comportamenti opportunistici.

Il governo valuta inoltre l’introduzione di un anticipo obbligatorio del 5% per debiti superiori ai 50.000 euro, quale garanzia della reale volontà di regolarizzazione. Si tratta di una soglia significativa – basti considerare che molte posizioni pendenti riguardano micro-importi – ma che potrebbe fungere da efficace deterrente per chi intende speculare sulla misura.

Flessibilità nei pagamenti ma controlli rafforzati

Sul versante delle agevolazioni, la rottamazione quinquies mantiene margini di attrattività considerevoli. La rateizzazione fino a 120 mesi rappresenta un deciso passo avanti rispetto alle 18 rate della precedente edizione. Anche la possibilità di saltare fino a otto scadenze, anche non consecutive, introduce un elemento di flessibilità assente nelle passate sanatorie.

Come spesso accade nella prassi, però, dietro queste aperture si celano meccanismi di controllo più sofisticati. L’esclusione dei rottamatori seriali – termine che nell’ambito tecnico indica chi ha aderito ripetutamente senza mai completare i versamenti – dovrebbe garantire che i benefici raggiungano effettivamente chi si trova in reale difficoltà economica.

Il perimetro dei debiti ammessi

L’ambito temporale della misura dovrebbe coprire i carichi affidati alla riscossione dal 2000 al 2023, con possibile estensione al 2024. È opportuno notare come restino confermati i consueti limiti soggettivi: aiuti di Stato da restituire per decisione UE, danni erariali accertati dalla Corte dei Conti, sanzioni penali.

Per i debiti inferiori a mille euro si valuta invece un annullamento automatico. L’Ufficio parlamentare di bilancio ha evidenziato come gran parte delle posizioni pendenti riguardi micro-importi che risultano antieconomici da gestire. Una cancellazione definitiva potrebbe liberare risorse amministrative significative.

Tempistiche e percorso normativo

L’avvio della rottamazione quinquies non è imminente. La misura dovrebbe trovare spazio nella Legge di Bilancio 2026, con decorrenza prevista dalla metà dell’anno prossimo. Il disegno di legge presentato dalla Lega (atto Senato 1375) ha completato i primi passaggi formali ma deve ancora superare l’approvazione definitiva.

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