info@studiopizzano.it

Rottamazione quater

Rottamazione quinquies: addio ai 5 giorni di tolleranza, serve puntualità

24 Novembre, 2025

[print_posts pdf="yes" word="no" print="yes"]

L’arrivo della rottamazione quinquies all’interno della manovra di bilancio 2026 segna un passaggio delicato per chi deve sistemare pendenze con il fisco. La possibilità di azzerare sanzioni e interessi di mora resta il cuore dell’operazione, è vero. Ma stavolta c’è un dettaglio che cambia tutto nella gestione pratica dei versamenti: sono spariti quei cinque giorni in più che, nelle versioni precedenti, funzionavano da cuscinetto di sicurezza. E questa non è una sfumatura da poco. Si parla di debiti affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione dal primo gennaio 2000 fino al 31 dicembre 2023, una platea ampia che coinvolge milioni di posizioni. La formula prevede il pagamento del solo capitale, senza aggravi di sanzioni né interessi. Chi vuole può saldare tutto in una volta entro luglio 2026, oppure scegliere una rateizzazione che può estendersi fino a 54 versamenti bimestrali, quindi nove anni complessivi di impegno economico. Sul piano rateale grava però un interesse del 4% annuo, sensibilmente più alto rispetto al 2% applicato nella rottamazione quater.

🕒 Cosa sapere in un minuto

Cos’è la rottamazione quinquies

  • Nuova definizione agevolata prevista nel disegno di legge di bilancio 2026
  • Permette di pagare solo il capitale dei debiti, senza sanzioni né interessi di mora
  • Riguarda carichi affidati all’Agenzia Entrate-Riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2023
  • Limitata ai debiti da omessi versamenti e irregolarità formali, esclusi gli avvisi di accertamento

Modalità di pagamento

  • Soluzione unica entro il 31 luglio 2026, oppure rateizzazione fino a 54 rate bimestrali (9 anni)
  • Sul piano rateale si applica un interesse del 4% annuo
  • Domanda di adesione da presentare entro il 30 aprile 2026 in modalità telematica

Cause di decadenza

  • Pagamento unico: mancato versamento dell’intera somma
  • Pagamento rateale: omissione di due rate anche non consecutive, oppure dell’ultima rata
  • Novità critica: assenza dei 5 giorni di tolleranza previsti nella rottamazione quater
  • Ogni ritardo viene immediatamente conteggiato come rata mancata

Conseguenze della decadenza

  • Ripristino integrale del debito originario con sanzioni e interessi
  • Ripresa immediata delle procedure esecutive (pignoramenti, fermi, ipoteche)
  • Le somme già versate vengono scalate, ma il residuo può risultare molto più alto

Differenze principali con la rottamazione quater

  • Vantaggi: più rate disponibili (54 contro 18), decadenza dopo due rate mancate invece di una
  • Svantaggi: interesse più alto (4% contro 2%), assenza della tolleranza di 5 giorni, perimetro più ristretto di debiti definibili
  • Necessaria puntualità assoluta nei versamenti

1

Cosa prevedeva la rottamazione quater

La precedente edizione, quella ancora in corso per chi ha scelto il pagamento rateale, aveva stabilito regole ferree sul rispetto delle scadenze. Bastava saltare anche una sola rata – o versarla in modo insufficiente oppure fuori tempo – per perdere tutti i vantaggi ottenuti con l’adesione alla definizione agevolata. Un meccanismo severo, questo è indubbio, ma che lasciava aperto uno spiraglio: quei cinque giorni di margine oltre la data ufficiale del versamento.

Nella prassi, questo correttivo temporale ha salvato tantissimi contribuenti da situazioni che sarebbero potute diventare irreversibili. Un problema tecnico con l’home banking, un contrattempo dell’ultimo momento, un malinteso sulla scadenza esatta: bastava rientrare entro i cinque giorni per non vedere riattivato l’intero debito originario con tutte le sue componenti sanzionatorie. La legge n. 197/2022 aveva costruito attorno a questo margine una sorta di rete di protezione, riconoscendo implicitamente che gli imprevisti fanno parte della vita quotidiana.

Se però si superava anche questo breve lasso temporale supplementare, le conseguenze erano immediate e pesanti. Il carico tornava per intero sul groppone del debitore, compresi gli interessi che erano stati stralciati, e riprendevano le procedure esecutive sospese.

Il nuovo regime di decadenza nella quinquies

La versione numero cinque della definizione agevolata sembra inizialmente offrire condizioni più morbide. L’ampliamento dei carichi definibili fino alla fine del 2023 e la possibilità di spalmare il debito su un arco temporale esteso danno l’impressione di una misura pensata per venire incontro a chi fatica a rispettare tempi stretti. E in effetti c’è una novità sostanziale che riduce il rischio di perdere tutto: adesso occorre mancare il pagamento di due rate, anche distanziate nel tempo, prima che scatti la decadenza.

Non basta più un singolo errore per vanificare l’intera operazione. Questo cambio di prospettiva allinea la rottamazione quinquies al regime delle rateizzazioni ordinarie e concede ai contribuenti maggiore spazio di manovra. Chi paga in un’unica soluzione deve ovviamente rispettare quell’unico appuntamento, mentre chi sceglie il piano dilazionato può teoricamente permettersi uno scivolone senza che tutto crolli. Anche l’ultima rata, però, non ammette errori: se quella finale non arriva, decade tutto.

Fin qui sembrerebbe tutto più elastico rispetto al passato. Il problema – e qui sta il nodo centrale dell’intera questione – è che il testo del disegno di legge di bilancio 2026 non fa alcun cenno ai giorni di tolleranza. Questo silenzio normativo rischia di stravolgere la portata pratica di quella che appare come una concessione. Se la quater metteva nero su bianco che c’erano cinque giorni utili, la quinquies a oggi non prevede nulla di simile.

L’assenza della tolleranza cambia le regole del gioco

In concreto, mentre prima chi aveva un contrattempo poteva recuperare entro una finestra temporale limitata ma comunque esistente, ora la scadenza bimestrale va rispettata alla lettera. Giorno più, giorno meno, si consuma uno dei due errori concessi prima che arrivi la decadenza definitiva. E qui sta il punto: avere due chance invece di una è senz’altro meglio, ma se ogni singolo versamento deve essere perfetto al centesimo e al minuto, quella flessibilità apparente diventa un’illusione ottica.

Immaginiamo un professionista che gestisce la propria contabilità in autonomia e ha aderito alla rottamazione quinquies con un piano di 36 rate. Alla decima scadenza dimentica il versamento di due giorni. Con la quater avrebbe avuto ancora tempo per rimediare, con la quinquies invece quel ritardo viene immediatamente computato come prima rata mancata. Se poi alla ventesima scadenza capita un altro imprevisto – mettiamo, un bonifico che parte in ritardo per un problema bancario – ecco che scatta la decadenza. Due errori consumati, tutto perso.

La mancanza di tolleranza trasforma un ampliamento del margine di errore in un peso paradossale: ti dicono che puoi sbagliare due volte, ma ogni errore viene conteggiato senza possibilità di rimedio immediato. Il contribuente potrebbe sentirsi rassicurato dalla soglia doppia rispetto alla quater e abbassare la guardia, senza rendersi conto che la puntualità richiesta è diventata ancora più severa.

La necessità di una pianificazione rigorosa

Facciamo un altro esempio pratico. Una piccola impresa con flussi di cassa irregolari aderisce alla definizione agevolata per sistemare 80.000 euro di debiti. Sceglie 54 rate da circa 1.500 euro l’una, con interesse al 4% annuo. Il piano è lungo, gli importi sono abbordabili. Ma se alla quinta rata c’è un ritardo di tre giorni – magari per aspettare un pagamento da un cliente – quella rata viene registrata come mancata. Senza giorni di tolleranza, non c’è spazio per recuperare. Poi alla trentesima rata si verifica un altro piccolo slittamento, e il gioco è finito: si perde l’agevolazione e si ripristina il debito originario con sanzioni e interessi.

Prima della scadenza della prima rata, prevista per il 31 luglio 2026, chi aderisce deve mettere in piedi un sistema di monitoraggio quasi maniacale delle date. Sarebbe opportuno programmare i bonifici con qualche giorno di anticipo rispetto alla scadenza effettiva, verificare che i conti abbiano sempre liquidità sufficiente, impostare promemoria automatici. Il primo ritardo diventa un “cartellino giallo” che resta registrato negli archivi dell’agente della riscossione, e da quel momento non ci si può permettere nessun altro errore.

Le conseguenze della perdita dell’agevolazione

Quando si decade dalla rottamazione quinquies, le ripercussioni sono identiche a quelle previste dalla quater. Il debito originario torna per intero, con tutte le sanzioni e gli interessi che erano stati cancellati al momento dell’adesione. Le somme già versate vengono scalate dal totale, ma l’importo residuo può risultare molto più alto di quanto si era preventivato. Inoltre ripartono immediatamente le procedure di recupero coattivo: pignoramenti, fermi amministrativi, ipoteche.

Per un contribuente che ha pagato regolarmente, mettiamo, venti rate su cinquantaquattro, trovarsi improvvisamente di fronte all’intero debito originario può significare il tracollo economico. Tutte le risorse impegnate fino a quel momento risultano insufficienti rispetto al nuovo carico che si materializza. E qui emerge l’insidia maggiore: il piano lungo e apparentemente sostenibile si trasforma in una trappola se non si gestiscono le scadenze con precisione chirurgica.

Secondo quanto emerso dalla relazione tecnica allegata al disegno di legge, si prevede un bacino di adesioni intorno ai 13 miliardi di euro. È un valore molto inferiore rispetto agli 81 miliardi della quater e ai 28 miliardi della primissima rottamazione del 2016. Questo ridimensionamento potrebbe dipendere proprio dalle condizioni più stringenti che, pur apparendo più flessibili sulla carta, richiedono in realtà un impegno gestionale molto più impegnativo da parte dei contribuenti.

Confronto tra rottamazione quater e quinquies

Per capire meglio le differenze tra le due versioni della definizione agevolata, può essere utile mettere a confronto gli elementi principali:

Caratteristica Rottamazione Quater Rottamazione Quinquies
Carichi definibili Fino al 30 giugno 2022 Fino al 31 dicembre 2023
Tipologia debiti Tutti i carichi affidati all’agente Solo omessi versamenti e irregolarità formali
Numero massimo rate 18 rate trimestrali (5 anni) 54 rate bimestrali (9 anni)
Interesse sul piano rateale 2% annuo 4% annuo
Tolleranza nei pagamenti 5 giorni oltre la scadenza Nessuna tolleranza prevista
Decadenza Dopo 1 sola rata non pagata Dopo 2 rate non consecutive o ultima rata
Prima rata Con tolleranza di 5 giorni Senza tolleranza, scadenza tassativa

La tabella evidenzia come la quinquies offra più tempo per pagare ma richieda maggiore precisione nella gestione delle scadenze. L’assenza di tolleranza rappresenta il cambiamento più insidioso, perché trasforma ogni singolo versamento in un momento critico che non ammette ritardi di alcun tipo.

Quali debiti rientrano nella definizione agevolata

Non tutti i carichi possono essere sanati con la rottamazione quinquies. Il perimetro di applicazione riguarda esclusivamente i debiti derivanti da omessi versamenti risultanti dalle dichiarazioni fiscali annuali, oppure da attività di liquidazione automatica e controllo formale previste dagli articoli 36-bis e 36-ter del DPR 600/1973, e dagli articoli 54-bis e 54-ter del DPR 633/1972. In sostanza, si tratta di imposte dichiarate ma non pagate, o di irregolarità formali rilevate dall’Agenzia delle Entrate.

Restano fuori dalla sanatoria i debiti che nascono da avvisi di accertamento veri e propri. Questo significa che chi ha ricevuto una rettifica da parte del fisco per redditi non dichiarati o per altre contestazioni sostanziali non può accedere alla definizione agevolata. Una limitazione che restringe notevolmente il campo d’azione rispetto alle aspettative iniziali.

La domanda di adesione va presentata entro il 30 aprile 2026 attraverso procedure telematiche che l’Agenzia delle Entrate-Riscossione pubblicherà sul proprio sito entro venti giorni dall’entrata in vigore della legge. Chi ha già aderito alla rottamazione quater e risulta regolare con i pagamenti alla data del 30 settembre 2025 non può – almeno secondo la formulazione attuale del testo – passare alla quinquies. Questo punto ha sollevato critiche e potrebbe essere modificato in sede di conversione parlamentare.

Cosa può cambiare durante l’iter legislativo

Il disegno di legge di bilancio 2026 è attualmente in discussione nelle commissioni parlamentari. Il testo può quindi subire modifiche anche significative prima dell’approvazione definitiva. Il viceministro all’Economia Maurizio Leo ha già anticipato alcuni possibili correttivi: una riduzione dell’interesse dal 4% al 3% annuo, per rendere la rateizzazione più sostenibile, e l’apertura della quinquies anche a chi è in regola con la quater, permettendo il passaggio al nuovo piano più lungo.

Se venisse reintrodotta anche la tolleranza di cinque giorni, la misura risulterebbe effettivamente più equilibrata e meno penalizzante. Al momento però questa previsione manca, e occorre confrontarsi con la realtà normativa così come si presenta. Chi decide di aderire deve farlo con piena consapevolezza del livello di rigore richiesto nella gestione dei pagamenti.

Considerazioni finali per chi deve decidere

La rottamazione quinquies offre l’opportunità di chiudere pendenze fiscali anche molto vecchie, con l’azzeramento di sanzioni che possono arrivare fino al 30% dell’imposta non versata, e di interessi che si sono accumulati negli anni. Per chi ha carichi pesanti, si tratta di una chance da valutare con attenzione. Ma va fatto un calcolo realistico delle proprie capacità economiche e organizzative.

Un imprenditore che sa di avere flussi di cassa imprevedibili, o un lavoratore autonomo con incassi irregolari, deve chiedersi se riesce davvero a garantire puntualità assoluta per nove anni di seguito. Anche un solo momento di difficoltà può compromettere tutto. In questi casi potrebbe essere più prudente scegliere un numero inferiore di rate, magari con importi più alti ma concentrati in un periodo più breve, riducendo il rischio di incorrere in ritardi.

Chi invece ha stabilità economica e capacità organizzativa può sfruttare appieno il piano lungo. L’essenziale è dotarsi di strumenti di controllo efficaci: domiciliazioni bancarie programmate con anticipo, software di gestione che inviano alert, consulenza professionale per verificare periodicamente la situazione. La posta in gioco resta altissima e non lascia margine per improvvisazioni.

Articoli correlati per Categoria