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Rottamazione quinquies: la proposta di pace fiscale con ingresso del 5% sul debito

24 Settembre, 2025

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Il panorama della riscossione tributaria italiana potrebbe essere interessato da un’ulteriore fase di riorganizzazione con la proposta di rottamazione quinquies, una misura progettuale che prevede condizioni più flessibili rispetto alle precedenti definizioni agevolate. Il disegno di legge AS 1375, attualmente in discussione presso la Commissione Finanze del Senato, introduce elementi innovativi come l’importo di ingresso del 5% sul debito per i carichi più rilevanti e un sistema di rate costanti distribuito su 10 anni.

La proposta di definizione agevolata, che dovrebbe coprire i debiti affidati alla riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2023, rappresenta un tentativo progettuale di modernizzare le procedure di recupero crediti, bilanciando le esigenze dell’erario con quelle dei contribuenti in difficoltà.

🕒 Cosa sapere in un minuto

  • La proposta di rottamazione quinquies introduce il versamento anticipato del 5% per debiti > 50.000 € alla presentazione della domanda.
  • Il piano rateale prevede 120 rate mensili costanti (10 anni) e tolleranza fino a 8 rate mancanti.
  • Copre i debiti affidati alla riscossione fino al 31/12/2023, con ampliamento delle soglie di “saldo e stralcio” e possibili cancellazioni automatiche per micro-importi.
  • Inclusi anche i debiti degli enti locali (IMU, TARI, multe, ecc.).
  • L’obbligo dell’anticipo del 5% si estende agli “utilizzatori seriali” anche per debiti minori.
  • La domanda va presentata entro il 30 aprile 2026; prima rata o saldo entro il 31 luglio 2026.
  • Sospese le procedure esecutive e bloccate le nuove iscrizioni durante l’istruttoria.

Ipotesi di anticipo obbligatorio per debiti rilevanti

L’aspetto più innovativo della proposta di rottamazione quinquies riguarda l’ipotizzata introduzione di un anticipo obbligatorio del 5% per i debiti fiscali di importo superiore a 50.000 euro. Questo meccanismo, come emerge dalle discussioni parlamentari preliminari, nascerebbe dall’esigenza di garantire un impegno concreto da parte dei debitori con posizioni fiscali particolarmente consistenti.

L’anticipo del 5% andrebbe versato, secondo la proposta, contestualmente alla presentazione della domanda di definizione agevolata, entro il termine ipotizzato del 30 aprile 2026. Tale misura si inserirebbe in una logica di responsabilizzazione dei contribuenti, evitando adesioni “di facciata” che potrebbero essere finalizzate esclusivamente al blocco delle procedure esecutive.

Nel caso di un debitore con cartelle per 100.000 euro, l’anticipo da versare ammonterebbe a 5.000 euro, somma che verrebbe poi computata nell’ambito del piano di rateizzazione successivo. La mancanza di questo anticipo comporterebbe la non accettabilità della domanda per i debiti che superano la soglia indicata.

Proposta di sistema di dilazioni costanti su 10 anni

La proposta di rottamazione quinquies ipotizza un approccio completamente diverso nella strutturazione del piano di pagamento rispetto alle precedenti definizioni agevolate. Le rate, infatti, dovrebbero essere di importo costante per tutta la durata del piano, eliminando il meccanismo delle rate iniziali più elevate che aveva caratterizzato la rottamazione quater.

Il contribuente avrebbe la possibilità, secondo il progetto normativo, di dilazionare il pagamento in un massimo di 120 rate mensili, corrispondenti a 10 anni di versamenti. La prima rata dovrebbe scadere, nell’ipotesi progettuale, il 31 luglio 2025, con cadenza mensile per tutte le successive. Questo sistema garantirebbe maggiore prevedibilità nella pianificazione finanziaria del debitore.

Elemento particolarmente significativo della proposta è la flessibilità nel rispetto del piano rateale: il contribuente potrebbe saltare fino a 8 rate, anche non consecutive, senza incorrere nella decadenza della definizione agevolata. Si tratta di una novità importante che tiene conto delle possibili difficoltà economiche temporanee che possono verificarsi durante il lungo periodo di ammortamento.

Perimetro applicativo e soglie di accesso

Il perimetro della nuova definizione agevolata dovrebbe comprendere tutti i debiti affidati alla riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2023, estendendo quindi la platea rispetto alla rottamazione quater che si fermava al 30 giugno 2022. L’ampliamento del periodo coperto rappresenta uno degli elementi di maggiore interesse per i contribuenti.

Per le cartelle di importo inferiore, si sta valutando l’introduzione di meccanismi di “saldo e stralcio” automatico. Le ipotesi in discussione riguardano soglie differenziate: cancellazione automatica per debiti fino a 1.000 euro oppure modalità semplificate per importi fino a 5.000 euro.

L’Ufficio parlamentare di bilancio ha evidenziato come circa il 77% dei debiti pendenti con il fisco non raggiunge i 1.000 euro, rendendo economicamente vantaggioso per l’erario procedere al discarico automatico piuttosto che mantenere costosi procedimenti di riscossione per micro-importi.

Procedura di adesione e tempistiche operative

La procedura di adesione alla rottamazione quinquies dovrebbe seguire un iter già collaudato nelle precedenti definizioni agevolate, con alcuni elementi di semplificazione. Il contribuente interessato dovrà presentare la domanda entro il 30 aprile 2025, utilizzando i canali telematici dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione.

La presentazione della domanda produrrà effetti immediati, tra cui la sospensione delle procedure esecutive in corso (salvo quelle per le quali si sia già tenuto il primo incanto con esito positivo), il blocco dell’iscrizione di nuovi fermi amministrativi e ipoteche, e la sospensione dei termini di prescrizione e decadenza.

Entro il 30 giugno 2025, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione dovrebbe comunicare ai richiedenti l’importo complessivo delle somme dovute per la definizione agevolata. Per i debiti superiori a 50.000 euro, contestualmente alla comunicazione sarà richiesto il versamento dell’anticipo del 5%.

Il pagamento dell’unica soluzione o della prima rata dovrà essere effettuato entro il 31 luglio 2025, utilizzando i consueti canali di pagamento: sportelli bancari e postali, ricevitorie, canali telematici abilitati al sistema PagoPA, app Equiclick dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione.

Confronto con le precedenti definizioni agevolate

La rottamazione quinquies presenta elementi di continuità e innovazione rispetto alle misure precedenti. Rispetto alla rottamazione quater, mantiene l’azzeramento di interessi, sanzioni e aggio, limitando il pagamento al solo debito capitale maggiorato delle spese di notificazione e degli eventuali costi delle procedure esecutive.

L’innovazione principale risiede nella strutturazione delle rate, che passano dal sistema “a scalare” (con le prime rate più elevate) a quello delle rate costanti. Questo approccio dovrebbe rendere più sostenibile il piano di rientro per i contribuenti, eliminando il problema delle rate iniziali particolarmente onerose.

Un altro elemento di differenziazione riguarda la tolleranza nel pagamento delle rate: mentre la rottamazione quater prevedeva la decadenza automatica per il mancato pagamento di una sola rata, la quinquies consentirebbe di saltare fino a 8 rate nell’arco dei 10 anni.

Impatti per gli utilizzatori seriali della misura

Il legislatore ha mostrato particolare attenzione verso i cosiddetti “utilizzatori seriali” delle rottamazioni, ovvero quei contribuenti che hanno aderito a più definizioni agevolate senza poi rispettare integralmente i piani di pagamento. Per questi soggetti si prevede un trattamento differenziato, con l’obbligo dell’anticipo del 5% anche per importi inferiori alla soglia generale di 50.000 euro.

L’obiettivo è quello di scoraggiare comportamenti opportunistici finalizzati esclusivamente al blocco temporaneo delle procedure esecutive. L’anticipo rappresenta una forma di garanzia dell’effettivo impegno del debitore verso la regolarizzazione della propria posizione fiscale.

La misura si inserisce in un più ampio processo di razionalizzazione delle procedure di riscossione, che dovrebbe portare a una maggiore selettività nell’accesso alle definizioni agevolate e a un miglioramento dei tassi di successo delle sanatorie fiscali.

Estensione ai debiti degli enti locali

Una delle novità più significative della rottamazione quinquies riguarda l’estensione del perimetro anche ai debiti derivanti da ingiunzioni fiscali emesse da Regioni, Province, Comuni e Città metropolitane. Questa previsione amplierebbe notevolmente la platea dei debiti sanabili, includendo tributi locali come IMU e TARI, oltre a multe stradali e bollo auto.

L’inclusione dei debiti locali rappresenta una risposta alle istanze dei contribuenti che si trovano spesso a gestire contemporaneamente procedure di riscossione diverse, condotte da soggetti differenti. L’unificazione delle procedure di definizione agevolata potrebbe semplificare significativamente la gestione delle pendenze tributarie.

Tuttavia, l’attuazione di questa previsione richiederà un coordinamento tra i diversi livelli di governo e l’adeguamento dei sistemi informativi degli enti locali, aspetti che potrebbero influire sui tempi di entrata in vigore della misura.

Sostenibilità finanziaria e gettito per l’erario

La rottamazione quinquies si inserisce in un quadro di valutazioni economiche complesse, considerando che ogni definizione agevolata comporta una rinuncia a entrate per l’erario, quantomeno nel breve periodo. Tuttavia, l’esperienza delle precedenti rottamazioni ha dimostrato che il recupero immediato di una parte consistente dei crediti può risultare più vantaggioso rispetto al mantenimento di procedure di riscossione spesso infruttuose.

L’introduzione dell’anticipo del 5% per i debiti rilevanti dovrebbe contribuire a migliorare l’effetto di cassa della misura, garantendo un incasso immediato che attenua l’impatto negativo sulle finanze pubbliche. Inoltre, la maggiore flessibilità nel pagamento delle rate potrebbe aumentare i tassi di successo della definizione agevolata, riducendo il fenomeno delle decadenze.

Le stime preliminari indicano che la misura potrebbe interessare diverse centinaia di migliaia di contribuenti, con un potenziale recupero di crediti che si aggira intorno ai miliardi di euro, seppur con tempi di incasso dilazionati nel corso di un decennio.

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