Ascolta la rassegna quotidiana del 03/06/2025
|
Bentrovati alla nostra consueta rassegna quotidiana con l’aggiornamento quotidiano in formato podcast dei principali contenuti di oggi pubblicati sul blog dello Studio Pizzano. In questa puntata analizzeremo:
- parliamo di scadenze fiscali e della tanto attesa, ma negata, proroga dei saldi e accconti di giugno 2025. Nonostante i recenti malfunzionamenti del sistema telematico dell’Agenzia delle Entrate, che avevano fatto sperare in uno slittamento dal 30 giugno al 31 luglio, il Viceministro dell’Economia ha escluso categoricamente ulteriori differimenti, citando vincoli europei e la necessità di assicurare i flussi di cassa nei termini stabiliti. Il calendario di giugno si conferma quindi particolarmente oneroso, con 91 adempimenti previsti, inclusi l’acconto IMU e i versamenti di IRPEF, IRES, imposte sostitutive, IRAP al 30 giugno. Anche la scadenza per il riversamento volontario del credito d’imposta ricerca e sviluppo non ha subito proroghe.
- L’Agenzia delle Entrate ha finalmente chiarito il trattamento fiscale delle clausole penali nei contratti di locazione assoggettati a cedolare secca. La buona notizia è che l’opzione per la cedolare secca estende l’esclusione dall’imposta di registro anche a queste clausole accessorie. Questa decisione si allinea con il principio che la clausola penale, essendo accessoria al contratto principale, ne segue il regime fiscale.
- Un argomento di grande attualità per i contribuenti in regime forfettario: la gestione del Concordato Preventivo Biennale (CPB) e cosa succede in caso di uscita dal regime nel corso del 2024, con un focus specifico sulla compilazione del Modello Redditi 2025. Vengono analizzati diversi scenari a seconda del superamento di specifiche soglie di ricavi o compensi e altre cause ostative. Per chi resta nel forfettario, la gestione del CPB si concentra nel quadro LM. Per chi supera la soglia dei 100.000 euro (ma non i 150.000), si esce immediatamente dal forfettario e il reddito concordato, pur potendo beneficiare dell’imposizione sostitutiva opzionale sul reddito incrementale, viene assoggettato a IRPEF ordinaria con la compilazione del quadro CP. Diverse altre cause di fuoriuscita dal forfettario seguono un regime dichiarativo simile. Solo superando i 150.000 euro il CPB cessa di produrre effetti e si applica l’IRPEF ordinaria sul reddito effettivo, pur compilando il quadro CP per comunicare la cessazione.
- Restando sul tema del Concordato Preventivo biennale, affrontiamo la possibilità di correggere errori nell’adesione per il biennio 2024-2025. Un chiarimento recente ha confermato che è valida la dichiarazione correttiva presentata entro il termine ordinario per rimediare a un’adesione errata, anche se involontaria. L’Amministrazione finanziaria e la giurisprudenza consolidata supportano questa possibilità, in linea con il principio di emendabilità delle dichiarazioni fiscali a favore del contribuente se presentate nei termini. Per il futuro, il nuovo CPB 2025-2026 prevede un modello autonomo con un’espressa opzione di revoca entro la scadenza, semplificando la gestione di eventuali errori.
- Infine, analizziamo una significativa modifica al regime dello split payment in vigore dal primo luglio 2025. Le società quotate in borsa, in particolare quelle incluse nell’indice FTSE MIB, verranno escluse dal meccanismo di scissione dei pagamenti, tornando alle regole ordinarie per la gestione dell’IVA. Questa esclusione deriva da una decisione della Commissione UE e comporta per i fornitori la necessità di emettere fatture ordinarie incassando l’IVA, mentre le società quotate acquirenti non dovranno più agire come sostituti d’imposta.
Buon ascolto!