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Riduzione contributi INPS

Nuove imprese a tasso zero, come cambia la domanda con la nuova piattaforma Invitalia

1 Dicembre, 2025

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Dal 26 novembre all’11 dicembre 2025 la procedura per chiedere le agevolazioni “On – Oltre nuove imprese a tasso zero” entra in una fase di pausa tecnica. Invitalia ha deciso di sospendere l’invio delle domande, la trasmissione della documentazione per i contratti di finanziamento e le richieste di erogazione, per consentire il passaggio a una nuova piattaforma digitale più strutturata e con funzioni aggiuntive. La finestra di stop non blocca però la “gara” alle risorse. Dal 11 dicembre 2025, infatti, tutte le domande già presentate con il vecchio sistema saranno gestite nel nuovo ambiente informatico, senza perdere priorità temporale. Il meccanismo resta quello tipico delle misure “a sportello”: le istanze vengono lavorate in ordine cronologico e le risorse sono accessibili finché il plafond non si esaurisce. Chi sta pianificando progetti di autoimprenditorialità, soprattutto giovani e donne, ha quindi un doppio orizzonte temporale. Da un lato può cercare di inviare la domanda prima del 26 novembre. Dall’altro può preparare in anticipo business plan, allegati e documentazione per farsi trovare pronto all’apertura della nuova piattaforma l’11 dicembre, quando le richieste potranno riprendere solo in via telematica dalla propria area riservata.

🕒 Cosa sapere in un minuto

  • Dal 26 novembre all’11 dicembre 2025 la procedura Invitalia per “On – Oltre nuove imprese a tasso zero” è sospesa per migrazione a nuova piattaforma.
  • Dall’11 dicembre 2025 tutte le domande, anche quelle già inviate, saranno gestite solo dalla nuova piattaforma tramite area riservata.
  • La misura sostiene micro e piccole imprese a prevalente o totale partecipazione giovanile o femminile, con combinazione di finanziamento a tasso zero e contributo a fondo perduto.
  • I progetti possono arrivare fino a 1.500.000 euro per imprese fino a 36 mesi e fino a 3.000.000 euro per imprese tra 36 e 60 mesi.
  • Le agevolazioni coprono fino al 90% delle spese ammissibili, con diversi limiti su contributo a fondo perduto, capitale circolante e quota di finanziamento agevolato.
  • Le domande sono valutate in ordine cronologico, con procedura a sportello: contano sia la rapidità di presentazione sia la solidità del business plan.

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Che cos’è davvero “On – Oltre nuove imprese a tasso zero”

La misura “On – Oltre nuove imprese a tasso zero” non è un semplice contributo. È un pacchetto integrato che combina finanziamento agevolato a tasso zero e contributo a fondo perduto, destinato a micro e piccole imprese a prevalente o totale partecipazione giovanile o femminile.

Il riferimento normativo di base è il Titolo I, Capo 0I, del D.Lgs. 185/2000, mentre le regole operative sono state dettate dal decreto del Ministero dello sviluppo economico del 4 dicembre 2020, poi completate dalla circolare MISE 8 aprile 2021 n. 117378.

La misura ha subito un potenziamento con il PNRR. Le risorse arrivano in particolare dalla Missione 5 “Inclusione e coesione”, Componente 1 “Politiche per l’occupazione”, Investimento 1.2 “Creazione di imprese femminili”. Il sostegno complessivo ammonta a 100 milioni di euro, con una forte attenzione al Mezzogiorno: il 40% della dotazione è riservato a progetti da realizzare in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

In sintesi, il legislatore ha costruito uno strumento che mira a far nascere e crescere realtà imprenditoriali nei settori produzione, servizi, commercio e turismo, utilizzando la leva del credito agevolato e del contributo non rimborsabile, ma agganciando il tutto a requisiti molto precisi.

Chi può accedere alle nuove imprese a tasso zero

La platea dei potenziali beneficiari è definita in modo chiaro, ma nella pratica selettiva. La misura riguarda:

  • società di micro e piccola dimensione, secondo i parametri dell’Allegato I del Regolamento UE 651/2014 (Regolamento GBER), costituite da non più di 60 mesi alla data della domanda;

  • team di persone fisiche che intendono costituire una nuova società e che, entro 45 giorni dalla comunicazione di ammissione, devono perfezionare la costituzione rispettando tutti i requisiti richiesti.

La composizione societaria rappresenta il vero discrimine. Per accedere alle agevolazioni, oltre la metà numerica dei soci e delle quote deve essere detenuta da:

  • soggetti tra i 18 e i 35 anni, oppure

  • donne di qualsiasi età.

Le forme giuridiche ammesse includono società di persone, società di capitali, cooperative e cooperative sociali considerate “enti commerciali”, quindi tenute all’iscrizione al Registro delle Imprese e al REA. Restano fuori ditte individuali, società semplici e società di fatto.

Nella prassi, questo significa che molte attività di autoimpiego individuale non possono sfruttare “Nuove imprese a tasso zero” e devono valutare altri canali di sostegno. Al contrario, i progetti che già nascono con un’impostazione societaria strutturata possono costruire un piano di sviluppo agganciato alla misura.

Progetti ammessi e settori interessati

Il cuore del sistema è l’articolo 6 del decreto MISE 4 dicembre 2020, che definisce i programmi di investimento ammissibili. Le iniziative devono essere realizzabili su tutto il territorio nazionale e rientrare in uno dei grandi filoni previsti:

  • produzione di beni nei settori industria, artigianato, trasformazione di prodotti agricoli, comprese le iniziative di innovazione sociale;
  • servizi alle imprese e alle persone, anche con contenuto di innovazione sociale;
  • commercio di beni e servizi, sia all’ingrosso che al dettaglio;
  • turismo, con particolare riguardo alle attività turistico culturali, alla valorizzazione del patrimonio e al miglioramento della ricettività.

La logica di fondo è quella del sostegno a progetti che non si limitano a “tenere in piedi” attività già mature, ma che introdurranno nuove iniziative, potenziamenti concreti o trasformazioni sostanziali del modo di produrre o vendere.

Massimali di spesa e tempi per chiudere gli investimenti

I programmi di investimento ammessi devono rispettare limiti di spesa differenti a seconda dell’anzianità della società:

  • fino a 1.500.000 euro, al netto IVA, per società costituite da non più di 36 mesi;
  • fino a 3.000.000 euro, al netto IVA, per società costituite da più di 36 mesi e fino a 60 mesi.

Nel primo caso i progetti possono riguardare la nascita di nuove iniziative imprenditoriali oppure lo sviluppo di attività già avviate. Nel secondo, oltre allo sviluppo, entrano in gioco l’ampliamento della capacità produttiva, la diversificazione di gamma e la trasformazione radicale del processo produttivo.

I programmi devono chiudersi entro 24 mesi dalla stipula del contratto di finanziamento. La data di ultimazione coincide con quella dell’ultimo titolo di spesa ammissibile. È un orizzonte temporale che, nella prassi, impone una pianificazione attenta di acquisti, lavori e forniture.

Spese ammissibili: che cosa rientra e con quali limiti

La disciplina distingue tra imprese più giovani (fino a 36 mesi) e imprese con anzianità tra 36 e 60 mesi, sia per le voci di spesa sia per alcune percentuali di copertura.

Per le società costituende o costituite da non più di 36 mesi rientrano tra le spese agevolabili:

  • opere murarie e assimilate, entro il 30% dell’investimento ammissibile;
  • macchinari, impianti e attrezzature;
  • programmi informatici e servizi ICT;
  • brevetti e licenze d’uso;
  • consulenze specialistiche, entro il 5% dell’investimento ammissibile;
  • oneri per la stipula del contratto di finanziamento e la costituzione della società;
  • capitale circolante, entro il 20% delle spese ammesse, per materie prime, semilavorati, servizi e canoni di godimento di beni di terzi.

Per le società costituite da almeno 36 mesi e non oltre 60 mesi si aggiunge la possibilità di acquistare immobili, ma solo per progetti in ambito turistico, entro il 40% dell’investimento ammissibile. Restano le altre categorie di spesa (opere murarie, impianti, attrezzature, software, brevetti, marchi).

Per visualizzare meglio le differenze può essere utile uno schema sintetico.

Tipologia impresa Massimale investimento Voci di spesa principali Limiti specifici
Società costituende o costituite da ≤ 36 mesi Fino a 1.500.000 euro Opere murarie, macchinari, impianti, attrezzature, software e servizi ICT, brevetti, consulenze, oneri di costituzione, capitale circolante Opere murarie ≤ 30% investimento; consulenze ≤ 5%; capitale circolante ≤ 20% delle spese ammesse
Società costituite da 36 a 60 mesi Fino a 3.000.000 euro Nuove unità produttive, ampliamenti, diversificazioni o trasformazioni produttive; acquisto immobile (solo turismo); opere murarie, impianti, attrezzature, software, brevetti, marchi Acquisto immobile settore turismo ≤ 40%; opere murarie ≤ 30% investimento

Nell’ottica PNRR, la premialità dell’art. 8 comma 2 del decreto 4 dicembre 2020 è riconosciuta ai progetti con chiara finalità di transizione digitale o con una marcata connotazione tecnologica. Le imprese femminili, inoltre, devono rispettare per tutto il periodo di investimento gli obblighi aggiuntivi previsti dalla circolare 168851 del 4 maggio 2022.

Quanto coprono le agevolazioni e come è costruito il mix

La misura “Nuove imprese a tasso zero” può coprire fino al 90% delle spese ammissibili. Qui la struttura si fa più articolata, perché l’aiuto si distribuisce tra contributo a fondo perduto e finanziamento a tasso zero.

In linea generale:

  • per le imprese fino a 36 mesi il contributo a fondo perduto non può superare il 20% delle spese per macchinari, impianti, software, servizi ICT e brevetti;
  • per le imprese tra 36 e 60 mesi il contributo a fondo perduto scende al 15% delle stesse categorie di spesa;
  • il capitale circolante può essere coperto fino al 20% delle spese di investimento agevolabili;
  • il finanziamento agevolato deve rappresentare almeno il 50% delle agevolazioni complessive, ha durata massima di 10 anni, non prevede interessi e viene rimborsato con rate semestrali costanti.

Se l’importo del finanziamento supera 250.000 euro occorre prestare garanzia mediante privilegio speciale. È un dettaglio che nella pratica può incidere sulla scelta dei beni da ipotecare e sulla relazione con le banche già finanziatrici.

Come cambia l’accesso con la nuova piattaforma Invitalia

Il restyling tecnologico annunciato da Invitalia non modifica le regole sostanziali della misura, ma interviene sul modo di gestire domanda ed erogazioni. Dal 26 novembre all’11 dicembre 2025:

  • non si possono inviare nuove domande;
  • non si può trasmettere la documentazione per i contratti di finanziamento;
  • non si possono inoltrare richieste di erogazione delle agevolazioni.

I termini procedimentali che cadono in questo intervallo vengono prorogati automaticamente. È un punto rilevante per chi ha ricevuto richieste di integrazione o motivi ostativi: non si rischia la decadenza solo perché la piattaforma è ferma.

Dall’11 dicembre 2025 tutte le domande, anche quelle già compilate sul vecchio sistema, saranno visibili nella nuova piattaforma. Chi vorrà operare sugli “sportelli” (integrazioni, osservazioni, richieste di erogazione) dovrà però adeguarsi a regole diverse:

  • le società costituite dovranno prima registrare l’impresa nel modulo “Anagrafica e deleghe” e poi gestire le pratiche;
  • le società non ancora costituite e le società estere dovranno accedere dall’area riservata utilizzando lo stesso account che aveva compilato o presentato la domanda.

La procedura resta completamente telematica. Servono quindi identità digitale (SPID, CNS o CIE), firma digitale e PEC del legale rappresentante o, nei casi previsti dalla circolare 117378, della persona fisica che presenta la domanda per conto della società costituenda.

La corsa all’ordine cronologico e il tema della qualità dei progetti

C’è un elemento che ritorna sempre quando si parla di “nuove imprese a tasso zero”: l’ossessione per il tempismo. Le domande sono valutate secondo l’ordine di arrivo, la procedura è a sportello, il plafond non è infinito. Il rischio è che molte realtà si concentrino solo sulla rapidità di invio, trascurando la robustezza del progetto.

Eppure, la fase istruttoria resta valutativa. Il business plan deve essere credibile, le previsioni economico finanziarie coerenti, la struttura dei costi allineata alle regole sulle spese ammissibili. La nuova piattaforma, con funzioni più evolute, potrebbe accentuare questo aspetto: meno tolleranza per errori formali, maggiore tracciabilità delle integrazioni, più trasparenza sui tempi di lavorazione.

Chi intende utilizzare davvero la leva delle “nuove imprese a tasso zero” dovrebbe quindi considerare il periodo di stop non come un ostacolo, ma come una finestra per rifinire il progetto, ricalibrare il piano degli investimenti e verificare ex ante tutte le condizioni di accesso.

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