Il panorama degli incentivi alle imprese nel Mezzogiorno si arricchisce di una novità significativa: la proroga del credito d’imposta per gli investimenti nella Zona Economica Speciale (ZES) Unica. Questa misura, inizialmente prevista fino al 15 novembre 2024, verrà estesa per l’intero anno 2025, come annunciato nel documento programmatico di bilancio inviato alla Commissione Europea il 15 ottobre scorso. Tale estensione rappresenta un segnale forte dell’impegno governativo nel sostenere lo sviluppo economico delle regioni meridionali.
Proroga al 2025 in arrivo
Il Ministero dell’Economia ha inviato alla Commissione europea il documento programmatico di bilancio 2025 che delinea importanti misure a sostegno delle imprese, con particolare attenzione al Mezzogiorno.
Tra le varie proposte contenute nel documento, emerge con particolare rilevanza l’estensione temporale di una misura fiscale di notevole impatto. Si tratta della proroga al 2025 del credito d’imposta destinato agli investimenti effettuati nella Zona Economica Speciale (ZES) unica del Mezzogiorno. Questa decisione rappresenta un segnale forte dell’impegno governativo nel sostenere lo sviluppo economico delle regioni meridionali.
Il contesto della ZES Unica e le sue implicazioni
La ZES Unica, istituita dal decreto-legge 124/2023, abbraccia un’area geografica che comprende le regioni meridionali italiane: Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia e Abruzzo. Queste zone beneficiano di deroghe speciali in base all’articolo 107 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, che consente aiuti di Stato in determinate condizioni per promuovere lo sviluppo economico. La creazione di questa zona unica mira a semplificare e uniformare le politiche di incentivazione in tutto il Mezzogiorno, creando un ambiente più favorevole agli investimenti e alla crescita economica.
Meccanismo e dettagli del credito d’imposta
Il credito d’imposta si applica agli investimenti in beni strumentali destinati a strutture produttive nuove o già esistenti all‘interno della ZES Unica. La misura prevede un tetto massimo di 100 milioni di euro per ciascun progetto di investimento, con una soglia minima di 200.000 euro per progetto. Questo meccanismo è stato studiato per incentivare investimenti di una certa entità, escludendo progetti di dimensioni troppo ridotte che potrebbero avere un impatto limitato sullo sviluppo economico della regione.
Le imprese possono utilizzare il credito d’imposta esclusivamente in compensazione, secondo quanto stabilito dal decreto legislativo 241/1997. Questo significa che le aziende possono utilizzare il credito per ridurre i propri debiti fiscali, contribuendo così a migliorare la loro liquidità e capacità di investimento.
Certificazione e controllo delle spese
Un aspetto cruciale del meccanismo riguarda la certificazione delle spese. Il decreto attuativo del 17 maggio 2024 richiede che un revisore legale dei conti attesti l’effettivo sostenimento delle spese ammissibili e la loro corrispondenza alla documentazione contabile dell’impresa. Questa disposizione mira a garantire la trasparenza e la correttezza nell’utilizzo degli incentivi, prevenendo potenziali abusi e assicurando che i fondi siano effettivamente destinati agli scopi previsti dalla normativa.
Novità introdotte dal decreto-legge 113/2024
Il decreto-legge 113/2024 ha apportato modifiche significative alla disciplina del credito d’imposta. In particolare, ha introdotto l’obbligo per le imprese che hanno presentato la comunicazione originaria tra il 12 giugno e il 12 luglio 2024 di inviare una comunicazione integrativa. Questa deve essere trasmessa all’Agenzia delle Entrate nel periodo compreso tra il 18 novembre e il 2 dicembre 2024, utilizzando un modello specifico approvato il 9 settembre 2024.
La comunicazione integrativa serve a confermare l’effettiva realizzazione degli investimenti dichiarati nella comunicazione originaria. È importante sottolineare che questo adempimento è obbligatorio anche per le imprese che avevano già indicato investimenti realizzati nella prima comunicazione. Questa misura aggiuntiva mira a garantire un monitoraggio più accurato degli investimenti effettuati e a prevenire eventuali dichiarazioni non corrispondenti alla realtà.
Misure complementari per lo sviluppo del Mezzogiorno
Oltre alla proroga del credito d’imposta per la ZES Unica, il documento programmatico di bilancio prevede altre misure a sostegno delle imprese. Tra queste, il rifinanziamento della Nuova Sabatini, un importante strumento per facilitare l’accesso al credito delle PMI per investimenti in beni strumentali. Questa misura si affianca al credito d’imposta per creare un ecosistema di supporto più completo per le imprese del Mezzogiorno.
Inoltre, sono previste proroghe degli esoneri contributivi per l’assunzione di giovani fino a 35 anni e di lavoratrici svantaggiate. Queste misure mirano a stimolare l’occupazione in categorie specifiche, contribuendo allo sviluppo economico complessivo delle aree interessate. L’obiettivo è creare un circolo virtuoso in cui gli investimenti agevolati portino alla creazione di nuovi posti di lavoro, favorendo in particolare l’occupazione giovanile e femminile.
Altre proroghe in arrivo
Il documento programmatico presentato dal governo delinea un insieme articolato di interventi che va oltre il solo credito d’imposta per le Zone Economiche Speciali (ZES). Tra le misure previste spicca il rinnovo dei finanziamenti per la Nuova Sabatini, uno strumento pensato per facilitare l’accesso al credito delle piccole e medie imprese che intendono investire in beni strumentali.
Il piano non si ferma qui, ma si estende anche al mercato del lavoro con una serie di incentivi mirati. In particolare, si prevede di prolungare gli sgravi contributivi per l’assunzione di giovani con meno di 35 anni e di lavoratrici in condizioni di svantaggio. Queste agevolazioni mirano a stimolare l’occupazione in categorie specifiche che spesso incontrano maggiori difficoltà nel mondo del lavoro.Inoltre, il governo intende ampliare la portata di questi incentivi occupazionali, estendendoli alle imprese operanti nelle Zone Economiche Speciali e alle start-up fondate da giovani imprenditori.
Conclusione
Le misure in questione, pur essendo state dettagliatamente esposte nel documento inviato alla Commissione europea, non hanno trovato menzione nel comunicato stampa diffuso dopo la seduta del Consiglio dei Ministri del 15 ottobre 2024. Questa discrepanza tra i due documenti ufficiali solleva alcune riflessioni interessanti. Potrebbe indicare che tali provvedimenti siano ancora in una fase di elaborazione e perfezionamento. È plausibile che il governo stia conducendo ulteriori valutazioni e discussioni interne prima di procedere con l’approvazione definitiva e l’implementazione di queste misure. La mancata inclusione nel comunicato stampa suggerisce una certa cautela da parte dell’esecutivo. Probabilmente, si sta cercando di affinare le proposte per garantire che siano pienamente in linea con gli obiettivi economici e fiscali del paese, prima di renderle pubbliche attraverso i canali ufficiali di comunicazione governativa.