Il 30 giugno 2025 rappresenta una data cruciale per milioni di famiglie italiane beneficiarie dell’Assegno Unico Universale. Chi non ha ancora aggiornato l’ISEE – scaduto il 28 febbraio scorso – rischia di perdere definitivamente gli arretrati da marzo, accontentandosi dell’importo minimo di 57,50 euro mensili per figlio. Una situazione che, nella prassi applicativa, coinvolge un numero significativo di nuclei familiari che spesso trascurano questo adempimento fondamentale. La questione si complica ulteriormente se si considera che il 2025 ha introdotto modifiche sostanziali nel calcolo dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente. Modifiche che, come spesso accade in ambito tributario, richiedono un’attenta valutazione per ottimizzare la posizione del contribuente.
Stanco di leggere? Ascolta l’articolo in formato podcast.
|
1
Disciplina dell’assegno unico: requisiti e meccanismi operativi
L’Assegno Unico e Universale per i figli a carico trova la sua fonte normativa nel D.Lgs. 21 dicembre 2021, n. 230, che ne ha disciplinato l’entrata in vigore dal 1° marzo 2022. Si tratta – è opportuno ricordarlo – di una prestazione economica mensile parametrata sulla condizione economica del nucleo familiare attraverso l’indicatore ISEE, erogata per il periodo marzo-febbraio di ciascun anno.
L’introduzione dell’AUU ha comportato, nella logica di razionalizzazione del sistema, l’abrogazione di diverse misure preesistenti: il premio alla nascita (il cosiddetto Bonus mamma domani), l’assegno di natalità (Bonus Bebè) e il Fondo di sostegno alla natalità . Dal 1° marzo 2022 hanno inoltre cessato di operare l’assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli minori e le prestazioni ai nuclei familiari con figli e orfanili.
Requisiti soggettivi per l’accesso alla prestazione
I requisiti per accedere alla prestazione sono articolati e meritano un’analisi puntuale, considerando che spesso nella casistica professionale emergono dubbi interpretativi. L’AUU è riconosciuto al richiedente che sia:
- cittadino italiano, di uno Stato membro dell’Unione europea o suo familiare, titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente;
- cittadino di uno Stato non appartenente all’Unione europea in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo;
- titolare di permesso unico di lavoro autorizzato a svolgere attività lavorativa per un periodo superiore a sei mesi;
- titolare di permesso di soggiorno per motivi di ricerca autorizzato a soggiornare in Italia per un periodo superiore a sei mesi.
Inoltre, il soggetto deve essere sottoposto al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia ed essere residente e domiciliato nel territorio nazionale. La normativa prevede altresì un requisito di radicamento territoriale: essere o essere stato residente in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, oppure essere titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale.
La procedura di domanda e i meccanismi di erogazione
La domanda può essere presentata da uno dei due genitori che esercitano la responsabilità genitoriale – aspetto questo che nella pratica genera talvolta problematiche in caso di separazione o divorzio – a prescindere dalla convivenza con il figlio. Sono legittimati alla presentazione anche il tutore del figlio o del genitore, nell’interesse esclusivo del tutelato, e i figli stessi al compimento della maggiore età .
Una peculiarità significativa è rappresentata dal fatto che i figli maggiorenni possono presentare domanda in sostituzione di quella eventualmente già presentata dai genitori, richiedendo il pagamento diretto della quota di assegno loro spettante.
L’AUU decorre dal mese successivo alla presentazione della domanda; tuttavia – e questo è un aspetto cruciale – se la domanda viene presentata entro il 30 giugno, l’INPS eroga gli arretrati da marzo dello stesso anno. Decorsa tale scadenza, il richiedente perde definitivamente il diritto agli arretrati.
Determinazione dell’importo: il ruolo dell’ISEE
L’importo mensile viene determinato sulla base dell’ISEE al momento della domanda e rimane fisso per tutte le rate, salvo conguaglio effettuato generalmente nei mesi di gennaio e febbraio dell’anno successivo, basato sull’ISEE valido al 31 dicembre dell’anno precedente.
Parametri economici 2025: rivalutazioni e soglie
Per l’anno 2025, l’AUU prevede l’erogazione di un importo variabile tra 57,50 euro e 201 euro mensili per ciascun figlio, determinato in funzione dell’indicatore ISEE del nucleo familiare. Un elemento di novità è rappresentato dalla rivalutazione della soglia minima ISEE, che è passata da 17.090,16 euro a 17.227,33 euro, riflettendo gli adeguamenti previsti dalla normativa vigente.
L’assegno si articola in due componenti distinte:
- Una quota variabile progressiva che prevede un meccanismo di erogazione inversamente proporzionale al valore ISEE, oscillando tra il massimo di 201 euro mensili per ciascun figlio minore nei nuclei con ISEE fino a 17.227,33 euro e il minimo di 57,5 euro per ciascun figlio nei nuclei con ISEE pari o superiore a 45.939,56 euro.
- Una quota a titolo di maggiorazione con valore compensativo finalizzato a neutralizzare eventuali perdite economiche derivanti dalla transizione normativa, che opera qualora l’importo dell’Assegno Unico risulti inferiore alla somma dei valori teorici dell’Assegno per il Nucleo Familiare e delle detrazioni fiscali medie precedentemente riconosciute.
Sistema delle maggiorazioni: articolazione e condizioni
Per il 2025 è previsto un articolato sistema di maggiorazioni che si applica in presenza di specifiche condizioni familiari:
- Per i nuclei con figli di età inferiore a un anno, è prevista una maggiorazione del 50% dell’importo base fino al compimento del primo anno di vita del minore;
- I nuclei familiari con almeno tre figli e ISEE fino a 45.939,56 euro beneficiano di una maggiorazione del 50% per i figli di età compresa tra 1 e 3 anni;
- Le famiglie numerose con almeno quattro figli hanno diritto a una maggiorazione fissa di 150 euro mensili, indipendentemente dall’ISEE.
È stata inoltre introdotta una maggiorazione transitoria per i mesi di gennaio e febbraio 2025, destinata ai nuclei con ISEE fino a 25.000 euro che abbiano percepito l’Assegno per il Nucleo Familiare nel 2021 in presenza di figli minori.
Continuità dell’erogazione e obblighi di comunicazione
Il sistema dell’AUU si caratterizza per la sua natura di prestazione continuativa, che non richiede la ripresentazione annuale della domanda. Tale automatismo procedurale, tuttavia, non esonera il beneficiario dall’obbligo di comunicare tempestivamente le variazioni della composizione del nucleo familiare che possano incidere sul diritto o sulla misura del contributo.
Le situazioni che richiedono comunicazione includono la nascita di nuovi figli, il raggiungimento della maggiore età da parte dei beneficiari, nonché eventuali modifiche dello stato civile o della composizione del nucleo. L’INPS ha predisposto un sistema di notifiche automatiche per supportare i beneficiari nella gestione di tali adempimenti.
La criticità del mancato rinnovo dell’ISEE
Il 28 febbraio è scaduto il termine per rinnovare l’ISEE e chi non ha provveduto all’aggiornamento si è visto accreditare, da metà marzo, solo l’importo minimo di 57,50 euro mensili per ciascun figlio a carico under 21. Una situazione che, nell’esperienza applicativa, coinvolge spesso nuclei familiari che potrebbero beneficiare di importi significativamente superiori.
Per i soggetti che non hanno ancora presentato la domanda, il rispetto della scadenza del 30 giugno 2025 assicura la corresponsione degli arretrati a partire dal mese di marzo 2025. Qualora la presentazione della domanda avvenga dal 1° luglio, la prestazione decorre dal mese successivo a quello della domanda stessa, con conseguente perdita degli arretrati.
ISEE 2025: le novità nel sistema di calcolo
A partire dal mese di aprile, il sistema di calcolo dell’ISEE ha subito modifiche significative che interessano specifiche categorie di strumenti finanziari. La riforma ha previsto l’esclusione dal computo patrimoniale di determinate tipologie di investimenti e trova la sua fonte normativa nell’art. 1, comma 1, lettera d), numero 5, del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 14 gennaio 2025, n. 13.
L’entrata in vigore è avvenuta il 5 marzo 2025, in attuazione dell’art. 1, comma 183, della legge di Bilancio 2024, completando l’iter legislativo previsto.
Strumenti finanziari esclusi dal calcolo
Le categorie di prodotti finanziari che beneficiano della nuova disciplina comprendono:
- i titoli di Stato, nella loro totalità ;
- i buoni fruttiferi postali, compresi quelli oggetto di trasferimento allo Stato;
- i libretti di risparmio postale.
L’esclusione dal calcolo ISEE è subordinata al rispetto di un limite quantitativo stabilito in 50.000 euro per ciascun nucleo familiare, rappresentando il valore massimo complessivo dei prodotti che può essere escluso dalla valutazione patrimoniale.
Per quanto concerne le Dichiarazioni Sostitutive Uniche già presentate nell’anno corrente, è previsto un regime transitorio che ne garantisce la validità fino alla scadenza naturale. Tuttavia, è riconosciuta ai contribuenti la facoltà di richiedere il rilascio di una nuova attestazione ISEE, calcolata secondo i criteri introdotti dalla normativa più recente, qualora ciò risulti vantaggioso per la loro situazione.
Indicazioni operative e nuova modulistica
L’INPS ha emanato la circolare 3 aprile 2025, n. 73, fornendo le necessarie indicazioni operative relative alle modifiche apportate al Regolamento ISEE. Per quanto riguarda la modulistica, con Decreto Direttoriale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, emanato di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, n. 75 del 2 aprile 2025, sono stati approvati il modello aggiornato della DSU e le relative istruzioni di compilazione.
Tali documenti hanno sostituito integralmente, a decorrere dal 3 aprile 2025, la precedente modulistica e la relativa documentazione tecnica.
Aspetti applicativi delle nuove disposizioni
Sotto il profilo applicativo, a partire dal 3 aprile 2025, è possibile evitare l’indicazione o procedere alla riduzione, nel Quadro FC2, sezioni I e II, del Modulo FC.1 della DSU Mini o Integrale, del valore degli strumenti finanziari oggetto della nuova disciplina. Tale facoltà si riferisce ai beni posseduti alla data del 31 dicembre del secondo anno precedente a quello di presentazione della DSU, nel rispetto del limite massimo di 50.000 euro per nucleo familiare.
Per la DSU corrente, l’applicazione delle medesime modalità avviene attraverso la compilazione del Quadro S5 del Modello MS, con riferimento al patrimonio mobiliare detenuto al 31 dicembre dell’anno precedente a quello di presentazione della dichiarazione.
Aggiornamenti del sistema informatico
Con il messaggio del 16 giugno 2025, n. 1895, l’INPS ha comunicato che il servizio per la compilazione della DSU in versione precompilata è stato aggiornato includendo i dati relativi al patrimonio mobiliare al netto dei titoli di Stato, dei buoni fruttiferi postali e dei libretti di risparmio postale.
Tale decurtazione riguarda il patrimonio mobiliare detenuto al 31 dicembre del secondo anno antecedente rispetto a quello di presentazione della DSU, nel limite complessivo di 50.000 euro per ogni nucleo familiare.
Per quanto concerne la presentazione della DSU in modalità autodichiarata, il messaggio precisa che relativamente ai libretti di risparmio postale la diminuzione dei valori va applicata tanto nel campo “Saldo al 31 dicembre” quanto nel campo “Giacenza media” presente nel Quadro FC2.
Considerazioni finali sulla gestione patrimoniale
Nella casistica comune, emerge come la corretta gestione degli strumenti finanziari esclusi dalla nuova disciplina possa comportare significativi vantaggi in termini di ISEE risultante. Tuttavia, è fondamentale che i contribuenti valutino attentamente la propria situazione patrimoniale complessiva per massimizzare i benefici derivanti dalle nuove disposizioni.
La scadenza del 30 giugno 2025 rappresenta quindi un’opportunità imperdibile per rimodulare la propria posizione ISEE alla luce delle novità normative, evitando al contempo la perdita degli arretrati dell’Assegno Unico. Un’occasione che, nell’esperienza professionale, merita particolare attenzione da parte dei consulenti e dei CAF chiamati ad assistere le famiglie in questo delicato passaggio normativo