La Dichiarazione Tardiva entro 90 Giorni: Un Baluardo contro l'Accertamento Induttivo
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La Dichiarazione Tardiva entro 90 Giorni: Un Baluardo contro l'Accertamento Induttivo

Pubblicato il4 Settembre 2024 di Sabatino Pizzano

Nel complesso panorama fiscale italiano, la presentazione della dichiarazione dei redditi rappresenta un adempimento fondamentale per i contribuenti. Tuttavia, cosa accade quando questa viene presentata in ritardo? La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 23409 ha gettato nuova luce su questa questione, stabilendo un principio di diritto che potrebbe avere importanti ripercussioni per contribuenti e professionisti del settore. In questo articolo, esamineremo in dettaglio le implicazioni di questa sentenza, analizzando il rapporto tra dichiarazione tardiva e accertamento induttivo, e fornendo chiarimenti su alcuni aspetti spesso fraintesi della normativa fiscale.

Il Principio di Diritto Stabilito dalla Cassazione

La Corte di Cassazione ha stabilito un principio chiaro: la presentazione di una dichiarazione tardiva entro 90 giorni dalla scadenza originale è sufficiente per impedire all'amministrazione finanziaria di procedere con un accertamento induttivo. Questo vale anche se nel frattempo sono iniziate verifiche, accessi o altre attività di accertamento.

Prendiamo ad esempio il caso di un imprenditore che, per vari motivi, non riesce a presentare la dichiarazione dei redditi entro la scadenza del 30 novembre. Se presenta la dichiarazione entro il 28 febbraio dell'anno successivo (90 giorni dopo), questa sarà considerata valida a tutti gli effetti, anche se nel frattempo l'Agenzia delle Entrate avesse avviato controlli.

La Base Normativa: Art. 41 DPR 600/73 e Art. 2 DPR 322/98

Per comprendere appieno la portata di questa sentenza, è necessario esaminare le norme di riferimento:

La Cassazione ha chiarito che queste due norme vanno interpretate in modo coordinato: la dichiarazione tardiva ma presentata entro i 90 giorni non può essere considerata "omessa" ai fini dell'accertamento induttivo.

Dichiarazione Tardiva vs Ravvedimento Operoso

Un aspetto cruciale evidenziato dalla Corte riguarda la distinzione tra dichiarazione tardiva e ravvedimento operoso. Contrariamente a quanto spesso si crede, la validità della dichiarazione tardiva non dipende dal contestuale pagamento di imposte, interessi e sanzioni ridotte.

Immaginiamo il caso di una società che presenta la dichiarazione con 60 giorni di ritardo, senza effettuare alcun pagamento. Secondo la Cassazione, questa dichiarazione è pienamente valida e impedisce l'accertamento induttivo, anche se la società non ha usufruito del ravvedimento operoso.

Implicazioni Pratiche e Considerazioni Operative

Questa sentenza ha importanti risvolti pratici per contribuenti e professionisti:

Tuttavia, è fondamentale sottolineare che la presentazione tardiva non esime dalle sanzioni amministrative per il ritardo. Inoltre, la dichiarazione presentata oltre i 90 giorni è considerata omessa e non gode di questa protezione.

La Posizione dell'Agenzia delle Entrate

È interessante notare come questa interpretazione sia in linea con la prassi dell'Agenzia delle Entrate. Già nella Circolare n. 23 del 25 gennaio 1999, l'Agenzia aveva specificato che la dichiarazione presentata nei 90 giorni non legittima l'accertamento induttivo puro.Questo allineamento tra giurisprudenza e prassi amministrativa offre maggiore certezza ai contribuenti e ai professionisti del settore.

Conclusioni

La sentenza della Cassazione n. 23409 rappresenta un importante chiarimento nel complesso panorama fiscale italiano. Stabilisce un principio di tutela per i contribuenti che, pur in ritardo, adempiono ai loro obblighi dichiarativi entro un termine ragionevole.

Tuttavia, è fondamentale ricordare che la presentazione tempestiva della dichiarazione rimane sempre la soluzione ottimale. La dichiarazione tardiva, seppur valida, comporta comunque l'applicazione di sanzioni e potrebbe attirare maggiore attenzione da parte dell'amministrazione finanziaria.

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